Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  marzo 04 Venerdì calendario

L’ITALIANO VA ALLE OLIMPIADI

Forse sarà per le insidie separatiste sempre più rumorose, sta di fatto che, in questo centocinquantesimo anniversario dell’Unità, si manifestano soprattutto iniziative concrete e dotate di sostanza, non di retorica vuota. Il 21 febbraio, su questo giornale, Andrea Carandini ha riproposto con efficacia — e non più da solo— quanto aveva già proposto mesi addietro: dar vita a un «Museo della storia d’Italia» . Una iniziativa altamente didattica, la cui attuazione è a dir poco urgente. E intanto si prepara, in vista dell’inaugurazione del Salone del libro di Torino (12 maggio) il lancio delle «Olimpiadi della lingua italiana» : una iniziativa che coinvolgerà tutti gli studenti delle secondarie superiori (secondo, terzo e quarto anno). Lo svolgimento delle prove (quesiti su problemi di lessico, morfologia, sintassi) avverrà dapprima su base locale, contemporaneamente in tutta Italia, poi regionale, infine, in due giornate di ottobre, a Firenze. Qui convergeranno i primi tre classificati di ogni regione: ci sarà un seminario preliminare a cura di docenti e di accademici della Crusca; infine le prove conclusive. Anche le premiazioni (dei primi dieci) avranno luogo a Firenze. Il premio sarà un viaggio presso una rinomata università europea, dove si coltivino studi di italianistica. Tra i componenti del gruppo di lavoro che sta studiando la messa a punto delle prove segnaliamo il presidente dell’Accademia della Crusca Nicoletta Maraschio, Francesco Sabatini, presidente onorario, e Ugo Cardinale, preside del Liceo internazionale «Carlo Botta» di Ivrea. Il Comune di Firenze avrà il privilegio, più che giustificato, di dare avvio all’impresa con una breve seduta preliminare che precederà la presentazione ufficiale a Torino. Un tempo ci furono in Italia i «Littoriali» : erano un modo intelligente di mobilitare intellettualmente le giovani generazioni legandole però a un regime politico, al fascismo. Quel tipo di interventismo è morto soprattutto perché esso ci appare ormai sommamente arcaico. Qui, invece, la scelta della formula «Olimpiadi» , già esperimentata per la matematica e per le scienze, sottolinea per l’appunto la programmatica libertà di ricerca e di pensiero. È stato chiesto l’alto patronato del capo dello Stato per questa nuova impresa, i cui risultati andranno ben oltre l’occasione. Proprio al Quirinale, il 21 febbraio, un convegno ha posto al centro della ricerca delle ragioni dello stare insieme la lingua che giustamente definiamo «nazionale» . Un tempo essa era insidiata dalla prevalenza di fatto dei singoli dialetti adoperati come «lingua d’uso» dalla maggioranza degli italiani. Ora l’insidia non viene più tanto dal folclorico riaffiorare di capricci localistici, bensì da quella insipida lingua franca che ci ostiniamo a definire «inglese» . Il generale de Gaulle, che fu anche un notevole prosatore, lanciò l’allarme contro il dilagare di un mostruoso «franglais» , neologismo a modo suo molto emotivo. Oggi un Rassemblement per la difesa del francese è sorto in tutta la Francia. Qualcosa di simile potrà nascere dalle imminenti Olimpiadi?
Luciano Canfora