Elisabetta Rosaspina, Corriere della Sera 04/03/2011, 4 marzo 2011
IL SIGNORE SPAGNOLO DELLE API AL CAPOLINEA CON I SUPER BOND —
Ci vorrebbe Superman, ma per davvero, a risollevare la contabilità di José Maria Ruiz-Mateos Rivero, l’ottantenne imprenditore spagnolo che guida da 50 anni il suo traballante impero e mai si è arreso di fronte alla catastrofe. Anche a costo di infilarsi gli aderenti panni blu e il mantello rosso di Kal-El, il mitico super eroe del pianeta Krypton, come fece per esigere dal governo, al tempo di Felipe Gonzalez, la restituzione delle aziende espropriate su istanza del fisco. Sono passati quasi 30 anni da quelle rocambolesche prodezze, che gli garantirono le simpatie del pubblico spagnolo e un posto fisso nella storia del cabaret non professionale. Però le avventure del «señor Rumasa» continuano. A scapito di alcune migliaia di risparmiatori, che hanno investito i loro gruzzoli nelle obbligazioni offerte a un appetitoso rendimento annuo del 10%dal gruppo Nueva Rumasa. La holding di un centinaio di società risorta dalle ceneri di Rumasa (acronimo kryptoniano di Ruiz-Mateos Sociedad Anonima). Ma l’investimento, di 140 milioni, potrebbe rivelarsi, a breve, di non facile rientro se la holding dovesse trovarsi costretta a portare i libri in tribunale, sommersa da debiti per un miliardo. «—, siamo ancora molto lontani da quel momento— assicura una portavoce del gruppo —, siamo ancora nella fase dei negoziati» . C’è ancora tempo, insomma, per l’entrata in scena dell’ottuagenario superman che aggiorna il suo blog solamente con buone notizie: «I rappresentanti del fondo Oaktree hanno visitato le installazioni di Duhl, a Granada» , informava ieri dei passi avanti nella due diligence che occuperà i prossimi sette giorni, dopo l’accordo di cooperazione firmato da Nueva Rumasa con il fondo nordamericano. Ma l’operazione può fallire, non è detto che altri fondi siano disponibili e, se troverà solamente porte chiuse, la famiglia Ruiz-Mateos si è dichiarata pronta a tutto pur di evitare il naufragio e tacitare fornitori, banche, previdenza sociale e investitori, anche a vendere le tre aziende più interessanti per i concorrenti: Cacaolat, Clesa e la stessa Duhl. La disperata sete di liquidità ha portato Ruiz-Mateos a cercare soci all’estero e, nella seconda metà di gennaio, l’imprenditore ha pubblicizzato la sua missione in Italia, a Roma e a Milano, a colloquio con Marina Berlusconi, presidente Fininvest, e Pasquale Cannatelli. L’amministratore delegato di Fininvest è ben introdotto nel mondo imprenditoriale della Spagna dove segue da vicino gli interessi di Mediaset in Telecinco, come la recente fusione con l’emittente iberica Cuatro. A testimonianza dell’incontro negli uffici Fininvest, una foto, scattata con un telefonino, sotto un grande ritratto di Silvio Berlusconi, e una nota ottimista diffusa dal gruppo spagnolo: «La riunione con Fininvest è servita per intensificare le relazioni tra le due compagnie, cercare e studiare opportunità di affari. Nueva Rumasa è molto soddisfatta del risultato ottenuto con la riunione e spera di concretizzare accordi prossimamente» . Meno fiduciosi i dipendenti delle società, senza stipendio, e i loro rappresentanti sindacali, preoccupati da eventuali chiusure di alcune delle cento aziende alimentari e non (nessuna delle quali quotata in Borsa) che formano il pianeta di José Maria Ruiz-Mateos, sotto il simbolo di un’ape. Anzi, una super ape.
Elisabetta Rosaspina