Marco Valsania, Il Sole 24 Ore 4/3/2011, 4 marzo 2011
LA PIÙ AMMIRATA È ANCORA APPLE
Apple, all’indomani del lancio della nuova versione del suo tablet iPad, è stata premiata con l’Oscar di azienda più ammirata al mondo. Per il quarto anno consecutivo il gruppo di Steve Jobs ha svettato su marchi vecchi e nuovi nella classifica delle imprese «most admired» compilata dalla rivista Fortune lasciandosi alle spalle un altro protagonista dell’hi-tech statunitense, Google.
Apple ha strappato anche riconoscimenti ancillari, che ne fanno la stella della graduatoria: leader nel suo settore, i computer. E azienda più innovativa, sempre davanti al re dei motori di ricerca su Internet.
La crisi economica e i suoi strascichi hanno lasciato il segno nei giudizi di «Fortune»: il turnover nella reputazione delle imprese è stato il più brusco in tredici anni. Dei 57 comparti esaminati, 22 hanno cambiato leader più ammirato. Ma la Corporate America ne è uscita semmai rafforzata sul palcoscenico internazionale: ai profeti di un declino del paese Fortune ha risposto attribuendo alle società a stelle e strisce un dominio ancora più evidente del passato. Nell’elenco delle prime 50 sono rimasti nove i marchi stranieri, uno in meno rispetto all’anno scorso. Soprattuto, nessuno tra i primi dieci.
Nelle graduatorie minori l’esito è stato simile: McDonald’s è il gruppo più competitivo e con il miglior management, Amazon vince per qualità di servizi e prodotti, Google per solidità finanziaria. E nell’ordine generale di arrivo Apple, in una riedizione dei risultati del 2010, è stata seguita oltre che da Google da un’altra istituzione americana, il colosso finanziario Berkshire Hathaway di Warren Buffett.
Quando si è trattato di elencare i meriti del gruppo che ha dato a milioni di consumatori l’iPad e l’iPhone, «Fortune» ha citato il «furioso ritmo nel lancio di nuovi prodotti». E ha aggiunto che neppure la malattia di Jobs può scalfire al momento un simile giudizio: l’azienda ha raddoppiato i profitti nell’ultimo trimestre e appare in grado di continuare la sua marcia.
Il primo gruppo a interrompere la sequenza di marchi americani è la Singapore Airlines, al 18esimo posto subito di fronte alla tedesca Bmw (che può tuttavia vantare di essere la più stimata nell’auto). Tra i marchi esteri ci sono stati alcuni dei maggiori terremoti: l’anno scorso la più ammirata azienda estera era Toyota, al settimo posto. Ora, reduce da problemi di qualità delle vetture, è solo 36esima. Le restanti società nel novero delle prime cinquanta sono la svizzera Nestlé, l’altra tedesca Volkswagen, la coreana Samsung, le giapponesi Honda e Sony e Accenture, che ha quartier generale in Irlanda.
Rimpasti sono però avvenuti fra le stesse aziende americane: il sorpasso più convinto in vetta l’ha messo a segno la Southwest Airlines, salita al quarto posto dal dodicesimo. Lo scivolone più brusco, al contrario, è toccato all’alta finanza, che ha pagato scandali e eccessi: Goldman Sachs è caduta al 25esimo posto dall’ottavo sopravanzata da Jp Morgan, 23esima.