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 2011  marzo 05 Sabato calendario

IL FILM SUL CAVALIERE CHE FA PAURA ALLA RAI

Ah, la mamma, la mamma defunta del premier. Hanno spiegato ieri le «preposte strutture» della Rai che lo spot del docu-film Silvio forever non può andare in onda perché lì c´è Mamma Rosa.
E le immagini e le parole di una persona scomparsa non possono essere «piegate a fini satirici» con il rischio anche giudiziario di offenderne la memoria.
E qui davvero non si vuole mancare di rispetto, tanto meno alle persone morte. Ma se l´argomento messo in campo da quei cuor di leone di viale Mazzini suona pretestuoso, nella sua residuale ipocrisia democristoide, per quanto attiene ai viventi è proprio il personaggio di Mamma Rosa, a tre anni ormai dalla sua morte, che offre rimarchevoli spunti, enigmatiche corrispondenze, magari anche i bagliori di un contrappasso.
Dice dunque Mamma Rosa nello spot sotto censura, dopo aver per l´ennesima volta lodato le qualità del suo fieu, figliolo: «Non si vedrà mai una fotografia di Silvio che è in giro con le donne o altro...». Lo dice con amorevole risolutezza, sicura al cento per cento, e dal suo punto di vista anche a ragione. Finché c´era lei.
Non si capisce a quando risale questo frammento d´intervista. Gliene fecero diverse negli ultimi anni. Nel momento in cui crollavano i confini tra sfera pubblica e sfera privata - evento dalle conseguenze non ancora compiutamente indagate, ma certo epocali - Mamma Rosa era da tempo, come tutti i membri della Real Casa, un vero personaggio. Articoli sui giornali, approfondimenti sugli opuscoli elettorali spediti per posta, foto sui rotocalchi, nel 2000 salì anche sulla nave «Azzurra». Sei anni dopo lo stesso Cavaliere la presentò in tv: «Mia mamma è tutta Sturm un Drang». Un po´ per misera cupidigia di cortigianismo, la fecero apparire sul piccolo schermo, e un altro po´ per mostrare da quale grembo fosse generata la stirpe regnante della monarchia post-moderna. Ma tutto lascia pensare che, a parte i normali sentimenti, l´arzilla, simpatica, sbrigativa Mamma Rosa, con il suo milanese d´antan, fosse considerata un autentico veicolo di consenso, e specialmente in quello che è il cuore del cuore dell´elettorato del Cavaliere: gli anziani.
Davanti alle telecamere la signora aprì con orgoglio l´album di famiglia, ecco la foto di Silvio bambino, eccolo giovanotto, o a torso nudo sulla spiaggia, fustacchione. Gli voleva un bene dell´anima, si sarebbe fatta uccidere pur di non dire nulla contro di lui - e tutto questo è normale. Meno normale è che gli dedicassero club di Forza Italia e tipi di fiori, e le poesie encomiastiche dell´inesorabile Bondi e poi persino un mosaico con lui e lei, recatogli dall´onorevole beneventana Di Girolamo, e anche uno strambo quadro realizzato da una bionda e allegra pittrice in cui mamma e figlio erano raffigurati in abito cinquecentesco in cui si leggeva una sorta di invocazione: «Amato Silvio, sei sbocciato da una rosa mistica, una madre pia profetica», insomma: pazienza.
Se ne andò nel febbraio 2008, data a suo modo cruciale perché, anche se oggi pare impossibile, a quel momento per quel che se ne sapeva il ciclo del potere berlusconiano risulta quasi del tutto immune da intercettazioni piccanti, promozioni di ministre da calendario, scuola quadri per veline, frequentazioni di minorenni, con divorzio conseguente, ondate di escort, ruffiani, cocainomani e così via, fino a Ruby e al cospicuo conto corrente del bunga bunga.
Da questo particolare punto di vista si può credere che Mamma Rosa fece in tempo a morire tranquilla; e la frase che le si sente dire nello spot di Silvio forever, al di là della satira può ascoltarsi come una manifestazione di tenerezza e buonafede. Poi, certo, la politica è quella che è. E quando nella stessa settimana morì anche la mamma di Fini, da lassù, dal «paradiso delle mamme, un angolo di cielo tutto per loro, tinto di rosa anziché di azzurro», spiegò il Cavaliere, la signora Rosa fu ripetutamente convocata a benedire la nascita del Pdl.
Come si è visto, gli esiti non andarono proprio in quel senso. Ma ciò che qui vale ipotizzare è che la mamma del premier fosse davvero l´unica persona al mondo capace di frenare, di contenere, magari anche di indirizzare a miglior fine le smanie senili del presidente. Che invece, scomparsa lei, crebbero e anzi dilagarono irrefrenabili fino a trascinarlo nella presente e non proprio invidiabile condizione, pure giudiziaria.
E´ questa una lettura azzardata, ma non tale da censurarsi in un tempo nel quale i docu-film chiamano per nome di battesimo i presidenti. A tale proposito si fa presente che da Mamma Rosa sembra sia arrivata l´unica vera sberla a Silvio, 27enne, che le aveva risposto male. «Ma come? - biascicò lui incredulo - ma io sono il presidente!» (della Edilnord). «Per me - rispose lei, forse in dialetto - potresti essere anche il presidente della Repubblica, te la sei meritata». Dopo un´ora Silvio tornò affranto in cucina: «Mammina, perdonami». Un ottimo programma, politico e non solo.