Vittorio Da Rold, Il Sole 24 Ore 4/3/2011, 4 marzo 2011
ALLARME FAO PER I PREZZI DEL CIBO - I
prezzi alimentari secondo l’Indice Fao toccano un nuovo record a febbraio mentre i biocarburanti, con il petrolio a 100 dollari al barile, diventano sempre più convenienti, una sprirale di mercato che fa impennare ancora di più il prezzo delle derrate alimentari e dei terreni agricoli. Solo il riso, fortunatamente, per ora tiene.
«Non ho mai amato il riso tanto come adesso», dice al telefono da Roma Abdolreza Abbassian, senior economist della Fao, l’organismo delle Nazioni Unite per la fame nel mondo. Il riso è l’alimento base per oltre la metà della popolazione mondiale, secondo l’International Rice Research Institute, ma «probabilmente il riso è il prodotto che oggi ci separa da una crisi alimentare come quella del 2008», spiega Abbassian.
Poi aggiunge: «Il mercato delle esportazioni di riso però è molto "sottile" e quindi basta che un paese fornitore come Thailandia o Vietnam si spaventi dell’aumento dei prezzi nel mondo e questo potrebbe provocare problemi ai paesi importatori».
Spinte al rialzo
Ma che sta succedendo nel mercato delle derrate agricole? I prezzi alimentari mondiali a febbraio sono saliti ancora a livello record: il Food Price Index della Fao, paniere composto da 55 alimenti, ha segnato una nuova impennata raggiungendo quota 236 (+2,2%) da 230,7 di gennaio, un livello più alto di quello del 2008, quando l’aumento dei costi delle derrate alimentari provocò caos e proteste in decine di paesi. A lanciare l’allarme è la Fao che sottolinea come l’indice, in crescita per l’ottavo mese consecutivo, abbia raggiunto il livello più alto (sia in termini reali sia nominali) dal 1990, da quando cioè la Fao ha iniziato la sua misurazione. Non solo. Il frumento è salito addirittura del 58% al Chicago Board of Trade negli ultimi 12 mesi, il mais ha guadagnato l’87%, mentre il riso è salito solo del 6,5 per cento.
Quali le cause? «L’inflazione alimentare è provocata dal calo dell’offerta (causata da anni di investimenti insufficienti), e da un aumento della domanda degli emergenti, ma anche il denaro a basso costo è un fattore che spinge al rialzo i prezzi alimentari visto che il cibo è una commodity perfetta», ha detto qualche giorno fa al Sole 24 Ore Ann Berg, ex direttore del Cbot, il Chigago Board of Trade, il maggiore mercato di commodity al mondo, e ora consulente della Fao. Messaggio evidentemente raccolto dal presidente della Bce Jean-Claude Trichet che ieri ha annunciato un possibile rialzo dei tassi ad aprile.
I biocarburanti
Le turbolenze nei paesi produttori di petrolio, compresa la Libia, hanno spinto il prezzo del greggio sopra 100 dollari al barile, un fatto che potrebbe portare i prezzi del mais e del frumento ancora più in alto», spiega sempre Abbassian preoccupato. Inoltre i prezzi più elevati del greggio renderanno più conveniente la produzione di biocarburanti, che a loro faranno aumentare i prezzi del mais e dei terreni agricoli. «Il maggiore produttore di biocarburanti al mondo è il Brasile che usa la canna da zucchero, mentre gli Stati Uniti con l’etanolo usano soprattutto il mais e l’Unione europea con il biodiesel usano la soia», spiega l’economista Fao.
Inoltre non si può dimenticare che l’aumento del greggio fa aumentare anche il costo del carburante per i trattori e i fertilizzanti per gli agricoltori.
Disordini per la fame
L’aumento dei prezzi alimentari, che ha avuto inizio nell’estate del 2010, solleva timori sulla possibile esplosione di "disordini per fame", come quelli scoppiati nel 2008 in molti paesi africani dopo che i prezzi del grano avevano raggiunto livelli record o come quelli più recenti scoppiati in Tunisia, Algeria ed Egitto, non a caso il maggior importatore di grano al mondo.
Nella pubblicazione degli indici, la Fao avverte che la volatilità attuale dei mercati del petrolio potrebbe spingere l’indice ancora più alto. Le forniture mondiali di cereali inoltre si ridurranno fortemente quest’anno a causa della diminuzione delle scorte mondiali a seguito del cattivo raccolto nel 2010. • DOMANDE & RISPOSTE - Perché i prezzi del cibo
stanno aumentando così rapidamente?
L’inflazione alimentare è provocata dal calo dell’offerta (causata anche da anni di investimenti insufficienti) e da un aumento della domanda dei paesi emergenti, soprattutto India e Cina. Anche il denaro a basso costo, soprattutto il quantitative easing della Fed, secondo alcuni economisti spinge al rialzo i prezzi alimentari visto che il cibo è una commodity perfetta in un mercato in disequilibrio
Che legame c’è tra aumento del prezzo del petrolio
e rincari delle materie prime agricole?
I più elevati prezzi del greggio renderanno più conveniente la produzione di biocarburanti, che a loro volta però faranno aumentare i prezzi di mais, soia, zucchero e dei terreni agricoli. Inoltre non si può dimenticare che l’aumento del greggio fa aumentare anche i costi di produzione e di trasporto del settore agro-alimentare
La speculazione finanziaria ha avuto un ruolo negli aumenti?
Secondo il Nobel Krugman la speculazione non ha avuto nessun ruolo particolare: l’aumento dei prezzi delle commodity è determinato da un aumento della domanda degli emergenti e da un calo dell’offerta causata da alluvioni in Australia e Canada e siccità in Ucraina e Russia, tutti forti esportatori di cereali. Secondo invece Jeffrey Sachs, la speculazione si è inserita in un mercato delle materie prime in forte disequilibrio e quindi potenzialmente profittevole, utilizzando l’abbondante liquidità e il sistema dei contratti futures
Perché il riso è rimasto
al riparo dagli aumenti a due
o tre cifre?
Il riso per ora non è stato influenzato dall’inflazione alimentare. Gli aumenti sono stati dell’ordine del 6,5% negli ultimi dodici mesi. Il motivo è che la produzione quest’anno raggiungerà un raccolto record e la domanda è rimasta costante. Ma c’è un problema: il mercato del riso è abbastanza "sottile" e quindi basta che un produttore come la Thailandia o il Vietnam si spaventi della crisi alimentare in giro per il mondo e decida di non esportare il surplus di produzione ma di immagazzinarlo che anche in questo caso i prezzi potrebbero schizzare alle stelle