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 2011  marzo 03 Giovedì calendario

IO MI PUBBLICO DA SOLO" BOOM DEGLI SCRITTORI DA E-BOOK

Si scrive "self publishing", si legge "editoria fai da te". Un modo, attraverso gli ebook, di scavalcare grandi e piccole case editrici rivolgendosi direttamente al pubblico. Scenario possibile perfino qui da noi, dove i romanzi da comprare online stanno muovendo i primi passi. E dove stanno nascendo iniziative come Ebook Lab Italia, la prima mostra dell´editoria digitale (a Rimini, da oggi a sabato). Perché quel che tutti cercano di capire è come e quanto gli ebook cambieranno la narrazione e la lettura. Tra gli altri, proverà a spiegarlo lo scrittore polacco Piotr Kowalczyk, nuovo maestro del fenomeno dei romanzi per cellulare, quei cellphone-novels che in Cina hanno già 25 milioni di lettori e che hanno consentito allo stesso Kowalczyk di distribuire 50 mila copie. I testi, che possono raggiungere anche le 400 pagine, sono costruiti con sms in sequenza abbreviati.
Oggi i libri digitali valgono appena lo 0,5 per cento del mercato, ma in futuro le cose potrebbero andare diversamente. Serviranno almeno tre anni per raggiungere i livelli degli Stati Uniti, dove rappresentano fra l´otto e il 12 per cento del giro d´affari complessivo, contro il tre dell´Inghilterra e l´uno di Francia e Germania. In America il volto dell´intero settore sta già mutando: così come è accaduto alle case discografiche, gli editori rischiano di essere ridimensionati dai giganti dell´elettronica stile Amazon, Google, Sony, Apple, o superati dall´intraprendenza di agenti e scrittori sedotti dall´idea di parlare con i propri lettori senza intermediari. Come ha già dimostrato il conflitto tra Andrew Wylie e Random House.
Ma c´è anche il caso di Seth Godin, autore di saggi di marketing di gran successo. Ha messo a punto un progetto assieme ad Amazon, Project Domino, per promuovere e pubblicare testi senza passare le case editrici. Il primo titolo di questa collana sui generis, Poke The Box dello stesso Godin, è online e nelle librerie dal primo marzo. Nel frattempo ha scatenato dibattiti accesi fra apocalittici e integrati.
«È un cambiamento vero», conferma Marco Polillo, presidente dell´Aie, il consorzio degli editori italiani. «Una di quelle trasformazioni che dobbiamo prepararci ad affrontare. Ma da qui a dire che gli editori tradizionali siano finiti ne passa. Certo, è un mestiere destinato a cambiare».
O meglio: che sta già cambiando. In Italia la Sugaman ha appena lanciato i suoi ebook privi di protezioni, dunque leggibili su qualsiasi dispositivo. Fondata dallo scrittore parmigiano Paolo Nori e da Alessandro Bonino, fra i promotori del blog satirico Spinoza.it, ha esordito con La matematica è scolpita nel granito di Nori, che oggi è il romanzo digitale più venduto su Bookrepublic, la prima piattaforma nata in Italia per la vendita di ebook. «Non ci piace che i libri elettronici costino quanto l´edizione cartacea, soprattutto non ci piace che vengano poste limitazioni alla loro circolazione», ha spiegato Bonino. Difficile dire se basterà per farsi largo fra i colossi dell´editoria e dell´elettronica di consumo. Di sicuro è mettere un piede in un mercato tutto da costruire.
Oltreoceano il business dei libri è valutato attorno ai 5,6 miliardi di dollari, stando ai dati forniti da Tina Jordan, vice presidente della Association of American Publisher. Mentre gli ebook valgono circa 500 milioni di dollari, con un´offerta di 800 mila titoli contro i 50 mila della Francia e gli scarsi settemila disponibili in Italia. Il 90 per cento, sempre negli Stati Uniti, lo possiede Amazon che in cassa ha una liquidità di 3,5 miliardi di dollari. Pochi rispetto agli oltre 33,4 o ai 25,5 che secondo Standard & Poor´s avrebbero Google e Apple. In ogni caso un´enormità per le case editrici di qualsiasi parte del mondo. Perché si trovano a dover trattare la delicata questione dei prezzi e dei diritti degli ebook con aziende in grado di acquistarle in tre secondi o in alternativa di assumere gli editor migliori e gestire da sole il rapporto con autori da un lato e lettori dall´altro.
«Attualmente questi colossi dell´hi-tech, eccezion fatta per Sony che produce sia musica che film e show televisivi, sono ancora concentrati sulla parte distributiva e tecnologica più che su quella della creazione di contenuti», spiega Richard Nash, editore indipendente fra i più coraggiosi a capo del progetto Cursor, a metà strada fra un social network per scrittori e una piattaforma per la pubblicazione di testi online. «Ma è probabile che cambino direzione nel loro acquisire peso. Del resto qual è la maniera più veloce e immediata di comprare un romanzo? Le librerie di ebook. Ed è facile prevedere che la quota di mercato dei libri digitali toccherà entro una manciata di anni il 40 o il 60 per cento. Quel che oggi sembra un esperimento, il caso Godin, potrebbe domani diventare prassi comune».
Nel 2001 ci provò anche Stephen King con The Plant: lo si ordinava online e si riceveva la copia via posta. Ma al re dell´horror andò male. Ora però i tempi sembrano cambiati e a rischiare grosso sono soprattutto le grandi case editrici. Da un lato perché, sull´onda di Stephen Leather, scrittore e autore tv inglese che ha scalato la classifica di Amazon.co.uk arrivando a vendere duemila copie al giorno del suo romanzo The Basement grazie all´autopromozione e al prezzo irrisorio di 99 centesimi di dollaro, altri potrebbero tentare la strada del self-publishing. Dall´altro perché Sony e le sue sorelle ormai trattano su base internazionale i diritti digitali di musica, tv e film, sminuendo chi li gestiva fino ieri nei singoli Paesi. Accadrà lo stesso con gli ebook? Probabile, soprattutto nel caso dei blockbuster alla Dan Brown.
«A mio parere sono più gli spazi che si aprono che quelli che si chiudono», sottolinea però Marco Ferrario, cofondatore di Bookrepubblic. «Per gli editori locali in particolar modo, quelli con una forte identità e un pubblico affezionato. Bisogna specializzarsi, innovare in un campo che è solo all´inizio, cominciando a pensare ai libri stessi in maniera diversa».
E tenendo ben presente che ad ogni svolta tecnologica è sempre corrisposto un mutamento profondo, con giganti del settore che diventano nani e viceversa.