Ettore Bianchi, ItaliaOggi 4/3/2011, 4 marzo 2011
DUEMILA MILIARDI DI METRI CUBI DI GAS
C’è un ricco giacimento di gas in Siberia, precisamente a Kovykta, che è finito nelle mani di Gazprom. Il colosso energetico russo ha praticamente fatto sloggiare la società russo-britannica Tnk-Bp, che finora aveva avuto la licenza di sfruttamento del sito attraverso la joint venture Rusia Petroleum.
Gazprom ha messo sul piatto circa 560 milioni di euro per aggiudicarsi un giacimento di 2 mila miliardi di metri cubi di gas, sufficienti a soddisfare il consumo mondiale di gas per otto mesi.
La mossa di Gazprom, tuttavia, ha sorpreso gli osservatori. In ottobre l’amministratore delegato del gruppo, Alexei Miller, aveva affermato di non essere interessato a Kovykta e che, in base ai propri calcoli, non vi era alcuna necessità di sviluppare il giacimento. Ora, invece, il colpo di scena.
Del resto, il cammino del concorrente russo-britannico era irto di ostacoli. British petroleum sperava di avviare le esportazioni di gas verso la Cina. Missione impossibile: la jv non era riuscita a ottenere il via libera dal governo di Mosca. Così Rusia petroleum, nata nel 1992, è stata messa in liquidazione nel giugno dell’anno scorso per proteggere gli investimenti già effettuati dai propri azionisti. Non potendo raggiungere gli obiettivi prefissati, non si attendeva altro che il momento opportuno per lasciare la Siberia. Il direttore finanziario di Tnk-Bp, Jonathan Muir, si è detto soddisfatto della cifra ottenuta.
Per la cessione del giacimento erano state organizzate aste chiuse, in base al sistema russo. Erano stati invitati soltanto due soggetti, gruppi statali, le cui offerte sono state trasmesse in buste chiuse. Stando all’agenzia Interfaz, quella di Gazprom era superiore del 40% a quella della rivale Rosneftegaz.
Questo ha sorpreso molti esperti. Tuttavia, secondo Ildar Davletchine, analista di Renaissance capital, nonostante Rosneft e il produttore indipendente Novayek sembrassero più interessate, è più logico che Gazprom sia diventata padrona di Kovykta. Infatti quest’ultima farà crescere di circa il 5% le riserve dimostrate di Gazprom.
Tra le riserve strategiche, è quella più vicina al confine cinese e si trova a uno stadio di sviluppo più avanzato rispetto agli altri giacimenti di Gazprom nella regione siberiana. Perciò è il più adatto a rifornire la Cina, dove il colosso russo si è impegnato a consegnare 38 miliardi di metri cubi di gas all’anno a partire dal 2018. L’esperta sostiene che, tenuto conto di tutto ciò, il prezzo versato è giusto, dal momento che copre praticamente le spese fatte finora da Tnk-Bp per lo sviluppo.
Ma, secondo altri, non si tratta per ora di un grosso affare. Non ci sono elementi concreti sullo sfruttamento del sito e non è ancora stato siglato alcun accordo tra Mosca e Pechino.