Laura La Posta, Il Sole 24 Ore 28/2/2011, 28 febbraio 2011
FLESSIBILITA’ AMICA DEI LAVORATORI - C’è
una banca in Italia che obbliga i dipendenti neo-papà a rimanere a casa per tre giorni dopo il parto della compagna, in permesso retribuito. Per creare il nido al nuovo arrivato, alleviare le fatiche della mamma, conquistarsi un posto centrale e attivo nella nuova famiglia. Mentre in Europa si discuteva di questa opzione qualche mese fa, la Cassa rurale di Aldeno e Cadine l’aveva già trasformata in realtà da ben tre anni. E con il pacchetto di misure per riequilibrare tempi di vita e di lavoro dei dipendenti il clima di lavoro è migliorato e le assenze si sono ridotte.
Misure a favore della famiglia, in un’area, la Provincia autonoma di Trento, che ha appena approvato la prima legge provinciale (bipartisan) sulla famiglia. La buona pratica è stata costruita, anche con l’aiuto del consulente Stefano Fugazza, nell’ambito del progetto Audit Famiglia & Lavoro della Provincia autonoma di Trento coordinato dal di rigente Luciano Malfer. Ed è stata segnalata alla Fondazione I-Csr (Italian centre for social responsibility), per l’elaborazione della ricerca "People First" che sarà presto presentata a Roma (si veda la scheda in basso) e che Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare. «La fondazione - spiega il presidente Samy Gattegno, anche vicepresidente di Confindustria con delega alla sicurezza sul lavoro - è un thinktank creato da ministero del lavoro, Inail, Unioncamere e Università Bocconi e poi aperto ad altri soggetti sui temi della responsabilità sociale d’impresa e ha fra i compiti anche l’analisi delle nuove tendenze in materia di bilanciamento tra tempi di vita e di lavoro. Ecco perché abbiamo realizzato questa ricerca». Lo studio è stato condotto dalla project manager Giovanna Bottani e dalla ricercatrice junior Sara Lanzaro e poi integrato da Roberta C aragnano e V alentina S orci dell’ufficio della consigliera nazionale di parità, AlessandraServidori. Alla sua diffusione, nel sito www.i-csr.it e su supporto dvd, ha contribuito la Microsoft, rappresentata in comitato scientifico dal direttore marketing centrale Roberta Cocco. In evidenza, l’analisi delle nuove pratiche di bilanciamento vita-lavoro in un campione di aziende pioniere, fra cui anche diverse piccole e medie imprese (Pini) e amministrazionipubbliche. «La rilevazione rappresenta una base dalla quale partire per promuovere sui luoghi di lavoro nuove e realmente innovative pratiche nell’ambito della contrattazione di secondo livello spiega la consigliera nazionale di parità, Alessandra Servidori -. L’obiettivo è sviluppare un’organizzazione del lavoro flessibile che coniughi esigenze delle azien de e dunqueproduttività ed equilibrio tra tempi delle persone dedicati al lavoro e alla famiglia. Ci viene in aiuto il provvedimento della manovra finanziaria (artic ol0 53 del dl n. 78 del 31 maggio 2oio) che prevede che le somme erogate ailavoratorie alle lavoratrici dipendenti del settore privato, frutto di accordi sindacali correlati aincrementi di produttività ed efficienza organizzativa, sono soggettia decontribuzione e quindi sostengono la cosiddetta conciliazione. Nello spirito dell’inse- gnamento di Marco Biagi, che nel Libro bianco già indicava la strada per sostenere l’occupabilità in unmercato del lavoro moderno e competitivo, il piano SacconiCarfagna "Italia 2020 - Programmaci azioniperl’inclusione delle donne nel mercato del lavoro" ha istituito l’Osservatorio nazionale sulla contrattazione collettiva e I’occupabilitàfemminile, incardinato nell’ufficio della consigliera nazionale di parità, che rileva le prassi innovative e sostiene la conoscenzadeglistrumenti che possono salvaguardare e promuovere, in particolare, la presenza e la permanenza delle donne sulmercato del lavoro». Nuove pratiche- avanzano, quindi, nella contrattazione tra parti sociali. Ed è proprio di innovazione, anche nell’organizzazione aziendale e nella gestione dellerisorseumane, che ilnostropaese è assetato: la ricerca «People First» dimostra che questa strada è percorribile, senza esborsi e conomici o coninvestimenti minimi. Basta volerlo. E coltivare il dialogo tra imprese, pa, lavoratori e cittadini.