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 2011  marzo 03 Giovedì calendario

Il papà del microcredito cacciato dalla sua banca - Messo alla porta, senza complimenti. Il premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus, celebrato in tutto il mondo per aver inventato il microcredito, è esautorato dall’incarico di numero uno della Grameen Bank, la banca che aveva creato nei primi Anni 80 e con cui aveva rivoluzionato il credito ai più poveri

Il papà del microcredito cacciato dalla sua banca - Messo alla porta, senza complimenti. Il premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus, celebrato in tutto il mondo per aver inventato il microcredito, è esautorato dall’incarico di numero uno della Grameen Bank, la banca che aveva creato nei primi Anni 80 e con cui aveva rivoluzionato il credito ai più poveri. A licenziarlo è stato il governo del Bangladesh, il Paese in cui è nato e dove è venerato come un eroe nazionale. «Troppo vecchio» è la motivazione ufficiale. Di fatto il Nobel si avvicina ai 71 anni mentre le leggi del sistema bancario del Bangladesh prevedono che l’incarico da lui ricoperto decada una volta compiuti i 60 anni. Ma la vicenda, che ha subito fatto il giro del mondo, sembra più che altro un modo elegante per costringere il banchiere dei poveri a lasciare la posizione che occupa. La decisione non è condivisa da Yunus che ha già detto di voler restare al suo posto. Del resto, ha fatto sapere, qualche anno fa la sua posizione era stata confermata a vita. Di contro le autorità del Paese dicono di non aver mai ratificato la decisione. La vicenda si inserisce in una fase di aspre contrapposizioni politiche in patria e di dure ostilità del governo del Bangladesh nei confronti di Yunus. Queste, pare, risalgano al 2007 quando, a seguito di un golpe militare, il banchiere manifestò la volontà di creare un suo movimento politico e i leader in carica non gliel’avrebbero perdonata. Di sicuro la vicenda getta nuove ombre sulla figura di Yunus. Nei mesi passati, i giornali locali e la stampa internazionale avevano riferito di finanziamenti alla Grameen Bank da Paesi come la Germania, la Svezia e gli Usa dirottati in progetti diversi da quelli iniziali. Certo è anche che da qualche tempo si fanno sentire sempre più forti le critiche sulla reale efficacia del microcredito. Negli ultimi anni questa pratica è diventata terreno di caccia di molti speculatori fino al punto da far lievitare tutto il settore a livello di bolla. Ora il rischio è che il sistemasia arrivato al collasso. I giornali indiani, Paesi in cui i prestiti ai più poveri sono molto diffusi, parlano di un pericolo di crolli tra le banche indiane proprio a causa del collasso del sistema della microfinanza. Pare, infatti, che nelle ultime settimane quasi tutti i piccoli creditori, abbiano smesso di ripagare le proprie rate tanto che diverse grandi banche indiane ora sarebbero in stato di allarme perché esposte per circa 4 miliardi di dollari. La crisi rischia di travolgere tutta la nazione. Il paradosso è che dopo aver superato senza grandi difficoltà la crisi della ricca Wall Street ora le banche dei Paesi meno sviluppati rischiano il collasso proprio per colpa dei prestiti ai poveri. «Senza dubbio siamo in presenza di una bolla», conferma Ugo Biggeri, presidente di Banca Etica. «La grande popolarità derivata dal Premio Nobel del 2006 ha attirato anche molti investitori istituzionali - spiega Biggeri -. Spesso però gli operatori hanno messo piede in questo settore perché attratti dai rendimenti elevati che nel Sud del mondo possono superare il 20%. Per questo si è scatenata una corsa speculativa al microcredito e tante volte sono stati spinti anche crediti non adatti ai più poveri, magari perché garantivano guadagni più alti». Il risultato è che a rimetterci sono state famiglie già in difficoltà. «Si tratta di distorsioni, di una deriva della pratica del microcredito dovuta spesso alle esigenze di raggiungere budget», dice Buggeri. L’efficacia del microcredito infatti è data anche dalla capacità di costruire reti sociali che possano sostituire le garanzie di patrimonio, vale a dire il fatto di legare il finanziamento dato a una persona a un determinato contesto sociale. Senza queste reti i piccoli prestiti ai più poveri rischiano di diventare una trappola.