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 2011  marzo 03 Giovedì calendario

DETERSIVI FATTI IN CASA, PER VOCE ARANCIO

«Il bucato, una sorta di rito che durava tre giorni, si faceva ogni mese, al fiume o nei vasconi comuni. I panni lavati si asciugavano con acqua di cenere e venivano messi ad asciugare sui prati» (Mara Parmegiani Alfonsi, I segreti della seduzione - Secoli di mutande, Marsilio 1997).

Le prime tecniche di pulizia sviluppate per lavare tessuti e indumenti prevedevano l’utilizzo di argille, cenere e piante saponarie. All’inizio degli anni Trenta la Deutsche Hydrierwerke di Berlino ha creato il primo tensioattivo, capace di separare dai tessuti le molecole di oli grassi, in presenza di acqua. Nel 1933 la Procter & Gamble ha prodotto Dreft, il primo detersivo sintetico per tessuti e per superfici domestiche.

L’evoluzione tecnologica e sociale ha sostituito il lavaggio a mano della biancheria e dei piatti con quello in lavatrice e in lavastoviglie, portando all’uso di detersivi sintetici. Ma le sostanze tensioattive presenti nei detergenti non sono biodegradabili e formano uno strato galleggiante sulla superficie delle acque di scarico, impedendo lo scambio di ossigeno con l’atmosfera e provocando l’eutrofizzazione di laghi, fiumi, mari.

I componenti di un detersivo da bucato convenzionale: tensioattivi anionici, tensioattivi canonici, sequestranti, sbiancanti, sbiancanti ottici, coprenti, coloranti, conservanti, enzimi, riempitivi, inibitori del grigio.

«Un tempo tutti i prodotti che esistono oggi non c’erano», ricorda Adriana, 83 anni, pensionata e casalinga. «Quando ero bambina per fare il bucato si usava la cenere della legna che era bruciata nel caminetto. I panni venivano messi dentro a un grande tino e coperti da un telo sul quale si versava la cenere setacciata. Poi si aggiungeva acqua bollente e si lasciava raffreddare durante tutta la notte. Il mattino dopo si toglieva il telo e il bucato veniva portato dalle donne di casa ai lavatoi che si trovavano in ogni paese e in ogni quartiere per essere risciacquato. In campagna i panni venivano addirittura stesi ad asciugare sugli alberi o sui rovi. Ricordo ancora il profumo del bucato appena fatto, era buonissimo».

Oltre all’ambiente, gli agenti chimici dei detersivi possono causare a chi ne fa uso danni diretti, come l’inquinamento indoor e le irritazioni cutanee.

L’inquinamento all’interno delle case dovuto a detergenti, solventi e smacchiatori è cinque volte superiore a quello dell’ambiente esterno (indagine Epa).

Il 20% delle donne e il 7% degli uomini in Italia soffre di pruriti e reazioni allergiche ingiustificate. I dermatologi le chiamano d.i.c. (dermatite irritativa da contatto) e d.a.c. (dermatite allergica da contatto). «Quest’ultima fa parte della famiglia degli eczemi e può essere definita una reazione allergica di tipo “ritardato” a sostanze con basso peso molecolare, come quelle contenute in molti detersivi e altri prodotti domestici per la detergenza», spiega la dottoressa Corinna Rigoni, presidente dell’Associazione donne dermatologhe.

Nel nostro Paese il consumo dei detersivi per uso domestico è di 500.000 tonnellate all’anno.

Una famiglia italiana di tre persone spende ogni anno tra i 40 (prezzo discount) e i 120 euro (prodotti di marca) per i detersivi per i piatti, tra i 90 e i 200 euro per la lavastoviglie, tra i 120 euro e i 300 euro per il sapone della lavatrice.

C’è un modo per rendere ecosostenibili i lavori domestici, proteggere la nostra salute e, perché no, risparmiare: fare i detersivi in casa.

«Abbiamo scoperto che i prodotti tradizionali in commercio hanno un fortissimo impatto ambientale», racconta Maria Teresa De Nardis, autrice della Guida ai detersivi bioallegri (E.M.I., 2009), scritta insieme a un gruppo di agricoltori, insegnanti, ricercatori che ha dato vita al sito biodetersivi.altervista.org. «Il primo gesto consapevole e necessario (oltre che economico ed ecologico) è imparare a fare a meno di tantissimi prodotti di cui abbiamo piena la casa».

I detersivi possono essere sostituiti da sgrassatori e anticalcare naturali, completamente biodegradabili, economici, non tossici e altrettanto efficaci, a patto di fare sempre attenzione alle caratteristiche di ognuno di essi.

«L’aceto, per le sue proprietà chimiche, può sciogliere molecole molto diverse fra loro, per questo si rivela un ottimo detergente. Il suo ampio spettro di usi, però, necessita di alcune precauzioni: non bisogna versarlo sul marmo, sul travertino e sulle altre pietre a componente calcarea, sui parquet oliati, né mescolarlo con sostanze alcaline come bicarbonato e soda» (Guida ai detersivi bioallegri, cit).

Per pulire i pavimenti versate un bicchiere di aceto di vino bianco in un secchio d’acqua calda. L’odore sparirà in pochi minuti e la superficie sarà detersa e sgrassata. Un consiglio pratico è quello di tenere pronti in casa degli spruzzatori con una soluzione acqua e aceto (al 20, 30 o 40%): andrà bene per la maggior parte dello sporco (rubinetteria, vetri, mobili in formica o laminato, piastrelle).

«L’aceto si usava in passato anche per il bucato, al posto dell’ammorbidente quando questo non esisteva», racconta Adriana. «Io lo uso ancora, soprattutto per i capi in lana. Non c’è detersivo che le renda meglio la sua morbidezza naturale».

L’aceto, in lavatrice con una dose di 100 ml per 5 kg di bucato, sostituisce l’ammorbidente e offre anche un’azione antisettica e anticalcare proteggendo cestello, vaschetta e resistenza dalla formazione di calcare.
Il sito www.noirisparmiamo.com dà utili consigli su una pulizia economica e naturale della cucina: grazie al bicarbonato di sodio è possibile sgrassare e igienizzare lavandino, piano cottura, cappa e frigorifero. «Per ottenere il prodotto occorrono:

• uno spruzzatore da 500 ml;
• un cucchiaino di bicarbonato di sodio;
• 500 ml di acqua.

Sciogliere il bicarbonato in acqua agitando vigorosamente lo spruzzino e scuotere di nuovo bene prima dell’uso».

Per lucidare i mobili in legno sono ottimi i prodotti a base di cera vergine d’api o l’olio di lino. In alternativa si può preparare in casa un’emulsione, mescolando succo di limone e olio d’oliva in piccole dosi, per non rischiare l’effetto-unto. Lasciate agire qualche ora e strofinate energicamente con un panno di lana. Per i mobili più scuri è consigliabile usare l’olio di noci.

Per pulire il forno potete usare il succo di limone, l’aceto o ancora una volta il bicarbonato. Nel caso il forno sia molto incrostato lasciate all’interno per una notte una pentola d’acqua calda con dentro un bicchiere di ammoniaca. Il mattino dopo le incrostazioni verranno via facilmente.

«Le pentole di rame non si usano quasi più, ma negli anni passati ogni cucina ne aveva. Per pulirlo e mantenerlo lucido non c’è niente di meglio che un lavaggio con sale e aceto», consiglia ancora Adriana.

Si può preparare un detersivo adatto a lavare i piatti a mano o in lavastoviglie con:

• 3 limoni; 200 gr di sale fino;

• 400 ml di acqua;
• 200 ml di aceto.

Lavare i limoni, spremerli, togliere la parte bianca, tagliare a pezzi la buccia. Successivamente frullare liquido e buccia con il sale. In una pentola di acciaio versare acqua, aceto, il composto di sale e limoni e far cuocere per circa 20 minuti. Il risultato va filtrato e conservato in un barattolo o bottiglia di vetro.

Bastano due cucchiai del preparato per avere stoviglie perfettamente pulite e una lavastoviglie completamente sgrassata.

Le ricette per i detersivi fatti in casa possono essere anche seguite passo per passo grazie ai video di chi le ha già sperimentate:

Nel detergere i sanitari aceto o bicarbonato di sodio sciolgono le incrostazioni velocemente. Usarli sempre con acqua calda facilita la disincrostazione. Per liberare i tubi di scarico, provate con 4 cucchiai di sale grosso, seguiti da 4 di bicarbonato e da una pentola di acqua bollente.

Il sapone di Marsiglia, rinomato per la cura della persona e per il bucato, è un ottimo alleato anche per le pulizie della casa:

• per sgrassare e lavare le piastrelle della cucina, basta passarlo con una spugna e poi risciacquare;
• per pulire le superfici in marmo passare una spugna con sapone di Marsiglia e poi risciacquare con un panno umido;
• per detergere i mobili in legno passare un panno strofinato con il sapone e in seguito un panno umido.