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 2011  marzo 03 Giovedì calendario

AALTO UNIVERSITY, PER VOCE ARANCIO

La Aalto University, nata il primo gennaio 2010 dall’unione di tre università finlandesi: The Helsinki School of Economics, Helsinki University of Technology e The University of Art and Design Helsinki. L’unione di atenei di ambiti diversi (tecnologia, economia e arte) ha permesso di combinare diverse discipline secondo uno spirito multidisciplinare, assolutamente innovativo e moderno.

Obiettivo dell’università: diventare leader mondiale per la ricerca e l’educazione. La mission, tratta dal sito ufficiale dell’ateneo: «La Aalto University cerca di cambiare il mondo attraverso la ricerca interdisciplinare ad alto livello, con un’educazione all’avanguardia, superando le tradizionali barriere, rinnovandosi sempre».

L’ammissione è molto selettiva. Secondo le ultime statistiche, alla Aalto ci sono 20.434 studenti. Di questi, 1.567 sono a livello Master (qualcosa di più simile alla laurea specialistica che non al master italiano) e 180 sono dottorandi. Lo staff è composto da 4.512 elementi, i professori sono 308. Per far funzionare questa macchina, la Aalto ha un budget annuo di 368 milioni di euro: l’ambizioso progetto è tuttavia quello di raggiungere entro la fine di quest’anno 700 milioni in donazioni.

La filosofia di fondo dell’ateneo finlandese secondo quanto riportato sul sito ufficiale: passione per esplorare i limiti, libertà di essere creativi e critici, coraggio di eccellere, responsabilità di ispirare e accogliere, basandosi su alta etica, accoglienza ed equità. «Il crescente impatto sociale dell’università crea sfide e opportunità, che possono essere così sintetizzate: ci concentriamo sulle operazioni basate sulla qualità, e usiamo expertise multidisciplinari e partner per sviluppare know-how innovativi».

La parola innovazione, secondo lo Zanichelli: «Atto, effetto dell’innovare; Elemento nuovo, novità».

Ma cosa significa “innovazione” per l’università di Aalto?
«Noi vogliamo incoraggiare vie innovative per pensare e produrre – ha raccontato a Voce Arancio un portavoce dell’università –. La Finlandia, nel corso della storia, ha tratto grande beneficio dalle innovazioni e vogliamo continuare questa tradizione e incoraggiare il nostro paese nella competizione mondiale. La cooperazione multidisciplinare e l’eccellente ricerca generano nuove idee e inspirano nuove innovazioni. Abbiamo molti attori protagonisti di innovazioni, come l’Aalto Center for Entrepreneurship (ACE), che ha come scopo la creazione di business di successo a partire dalla nostra comunità, o la Aalto Entrepreneurship Society creata dagli stessi studenti. Stiamo anche creando la Venture Garage, uno spazio di co-working e seed accelerator, 700 metri quadrati utilizzabili per le startup».
Perché uno studente interessato all’innovazione dovrebbe iscriversi alla vostra università?
«Forniamo un eccellente setting per studiare con esperti mondiali, stimolando la sensibilità attraverso studi multidisciplinari».
Qual è l’importanza degli studenti internazionali a Aalto?
«Abbiamo un campus multiculturale, gli studenti internazionali e il network globale sono parte della quotidianità qui. La vita lavorativa del futuro, ma anche di oggi, è altamente internazionale. Gli esperti di domani devono essere in grado di muoversi rapidamente in un ambiente globale. È quindi per noi molto importante che si crei un’atmosfera genuinamente internazionale: vogliamo che la nostra università sia visibile internazionalmente e un partner di valore che possa attrarre studenti, ricercatori e altri partner».
Quali sono i vostri punti di forza?
«Scienza computazionale e modelli, scienza dei materiali, design, ICT e media. Tutto prende le mosse dall’approccio multidisciplinare e multi-artistico, conseguenza anche dell’ampio range di corsi che offriamo».

L’innovazione in Italia, secondo Luciano Martucci, fondatore di THINK! The Innovation Knowledge Foundation: «Bisogna essere sempre più consapevoli che l’innovazione non nasce solo nelle imprese o solo nelle università, ma quasi sempre è frutto dall’incontro fra questi due mondi. Di conseguenza, la crescita e la qualità delle relazioni tra mondo imprenditoriale e sistema accademico diventa un obiettivo irrinunciabile».

Secondo i dati Istat sulla propensione all’innovazione delle imprese italiane usciti a dicembre 2010, solo l’8,3% di queste valuta determinanti nel percorso di innovazione i rapporti con le università e il 5,5% quelli con gli istituti di ricerca pubblici.

La Aalto prende il nome da Alvar Aalto, architetto e designer finlandese morto a Helsinki nel 1976. È stato uno dei più importanti esponenti di quella che viene chiamata l’architettura organica, che prevedeva l’armonia tra l’uomo e la natura, un sistema di equilibrio tra ambiente costruito e naturale. Tra le sue opere, il Centro culturale di Siena, la Chiesa di Santa Maria Assunta a Riola, provincia di Bologna, vari piani regolatori di città svedesi e finlandesi e la casa dello studente “Baker” al MIT.

La Aalto University guarda al futuro, ma è anche costruita su più di trecento anni di storia delle università da cui è nata. La Teknillinen Korkeakoulu, Tekniska högskolan (in inglese Helsinki University of Technology) è stata fondata nel 1849. Il campus dove ha sede, Otaniemi, è stato disegnato proprio da Alvar Aalto qualche chilometro fuori Helsinki – mentre gli altri due campus dell’ateneo hanno sede in centro. La Aalto University School of Art and Design, la più grande facoltà di questo genere dei paesi scandinavi, è stata fondata nel 1871.

Dall’inizio del 2011 la Aalto University School of Science and Technology è stata divisa in altre quattro schools, che in totale sono adesso sei in tutta l’università. School è più o meno sinonimo di facoltà. Le Aalto Factories (ad esempio la Design Factory), un altro esempio di un nuovo modo di approcciarsi all’innovazione. Sono ambienti collaborativi dinamici e multidiplinari per imparare, insegnare e fare ricerca.

Per iscriversi occorre andare sulla sezione “How to apply” delle Singole School (per esempio, quella della Art and Design si trova a questo sito) e seguire la procedura. Per il master of Arts (MA), si compila un modulo e dopo aver inviato la domanda, se ritenuti idonei, si viene contattati per un’intervista o un esame d’ammissione. I requisiti per entrare variano da livello a livello: quasi tutti i master sono in inglese, quindi facilmente accessibili per gli studenti internazionali, che invece per iscriversi alla Bachelor’s degree (corrispondente della nostra triennale) devono conoscere il finlandese o lo svedese. Attraverso il Career Service si ha poi la possibilità di essere orientati per il post laurea verso il mondo del lavoro.

Lo stesso simbolo dell’università - “A!” e “A?” - è frutto di un progetto innovativo. È stato indetto un concorso che ha visto la partecipazione degli studenti e che ha prodotto un semplice simbolo che si modifica venendo associato a vari segni di interpunzione, come A! o A”. Il punto interrogativo simboleggia proprio il carattere in divenire caratteristico della filosofia dell’università e sotto-intende domande come “Che cos’è per te la Aalto University?”, “Cosa vorresti che fosse?”. La Aalto, insomma, cambiando persino il suo simbolo, vuole far capire di essere aperta al dibattito e alle domande. Rasmus Snabb è il nome dello studente che ha disegnato l’identità visiva dell’ateneo.

Giulia Saponaro, studentessa di laurea in Ingegneria elettronica, indirizzo Telecomunicazioni, dell’Università di Pavia. Ha una borsa Erasmus Placement per svolgere un tirocinio di ricerca in ambito telerilevamento presso il Department of Radio Science and Engineering della Università di Aalto, con il coordinamento del prof. Martti Hallikainen. «Ho scelto di andare a Aalto per la fama che ha la scuola – ha detto Giulia Saponaro a Voce Arancio –. Non solo dal punto di vista didattico, ma anche per il contesto. La cosa per me più importante è la possibilità di svolgere tirocini di ogni tipo, durante gli studi e anche dopo, compresi i summer job. C’è un forte legame tra università e aziende e questo offre possibilità che da noi in Italia mancano. Peraltro, la fusione delle tre università non ha assolutamente influenzato il funzionamento».
In cosa pensi che la Aalto University sia innovativa?
«Io credo che quello che per noi in Italia è assolutamente innovativo, come presenza di computer e strutture adatte, sia per loro ormai normale».

La Toscana ha in cantiere la costituzione di un sistema regionale dell’innovazione e del trasferimento tecnologico: «La nostra regione presenterà le positive esperienze d’incubatori d’impresa realizzate, in particolare, in settori come l’hi-tech e l’ICT. Su queste basi pensiamo di partire con un lavoro comune, in grado di proiettarci con decisione su orizzonti europei. La collaborazione con questa realtà sarà utile sia nel campo del trasferimento tecnologico, sia in quello degli scambi e degli stage transnazionali fra studenti e ricercatori» (Gianfranco Simoncini, assessore alle attività produttive, lavoro e formazione della regione Toscana).

L’innovazione è un tema caro anche alle università italiana. La Luspio di Roma ha inserito la parola “innovazione” anche nel nome, che significa proprio Libera Università degli Studi per l’Innovazione e le Organizzazioni.