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 2011  marzo 02 Mercoledì calendario

CHARLIE SHEEN - FAN E PSICOLOGI IN ALLARME "SALVATELO DA SE STESSO"

L´uomo bello e dannato di un tempo adesso sembra soltanto dannato e smagrito. «Ma lei si droga ancora?» gli chiede l´ennesimo intervistatore. E lui, Charlie Sheen, 45 anni, l´ex discepolo rampante di Michael Douglas nel primo Wall Street, l´eroe di Platoon e il burlone di Scary movie, l´attore più pagato della tv - 2 milioni di dollari a puntata - appena licenziato dalla mitica Cbs per l´ennesimo scandalo di coca & pornostar, sbarra gli occhi da tossico: «Guardatemi...!».
Ma il problema è proprio quello: l´America lo guarda. L´America non ha mai smesso di guardarlo: prima al cinema, poi in televisione, ma ormai soprattutto sulle prime pagine dei tabloid, nei titoli dei tg, nei serissimi talk show in cui si consultano psicologi e neuropsichiatri chiamati a sciogliere il mistero della sua storia prima felice, poi dolentissima e adesso candidata a diventare funesta. «Se vostro figlio avesse il cancro come lo curereste?» dice cuor di papà, Martin Sheen, l´indimenticabile Willard di Apocalypse Now, il capitano spedito nella missione impossibile di stanare dalla giungla Marlon Brando, quel Colonnello Kurtz impazzito di violenza. Solo che Charlie non è la povera vittima di una malattia incurabile. E i vizi alle Bahamas in cui sta affondando non sono certo il Vietnam.
Charlie è vittima di se stesso. E della droga e dell´alcol che l´hanno ridotto così. Anche se lui continua a dire che ormai è "pulito" e invece è talmente fuori da essersi fatto tatuare sul petto la scritta "Death From Above". La morte arriva dal cielo. Cioè proprio lo slogan di suo padre in quel mitico film che lui continua a guardare a rullo continuo: tra una tirata di coca e una pornoimmersione nel letto a tre piazze che divide con due sexystelline e l´ex moglie Brooke Mueller. Dice: «Quel film sono io. Mi rivedo in tutti i personaggi: non soltanto in mio padre. Mi rivedo nel fotoreporter Dennis Hopper. E certo in Kurtz: "Tu hai il diritto di uccidermi: ma non hai il diritto di giudicarmi"».
Invece l´America giudica. E si chiede: com´ha fatto a ridursi così? È la legge che Ernest Hemingway cantò in Fiesta: «Lentamente prima: e poi tutto d´un colpo». Lentamente come ogni divo, Charlie ha conosciuto gli eccessi. Fino a che qualcosa ha fatto crac. Ottobre 2010. Sheen è a New York per un weekend di rappacificazione con la terza moglie. Mette Brooke e le bambine a dormire nella suite al Plaza: e nell´appartamento accanto si abbandona a un´orgia. Da lì è un´escalation. Entra ed esce dalla riabilitazione. La sit com Due uomini e mezzo deve sospendere per due volte le riprese. Finché a gennaio non lo ricoverano d´urgenza: droga e sesso. Ce la farà a tornare sul set? Non c´è bisogno. La Cbs lo denuncia dopo l´ultimo show: un´intervista in cui accusa l´autore del suo programma insultandolo col vero nome ebraico. Certo che è antisemitismo. Ma lui, che di cognome vero fa Estevez, si difende: «Mica mi offendo se mi chiamano Carlos».
Salvate il soldato Sheen? «Charlie Sheen è matto da poter guidare la Libia» sintetizza sarcasticamente il New York Post. «Io amo Charlie Sheen» twitta lo scrittore maledetto Breat Easton Ellis. Anche i fan lo amano alla follia e si appellano su Twitter: «Torna in te!». Ma lui: «Pensate invece a trovarvi un lavoro». Ha perso il rispetto perfino del padre che pure continua a idolatrare: «Non sono più un bambino: e non ho bisogno dei suoi maledettissimi consigli».
No, Charlie Sheen non ha toccato il fondo: è già oltre. Minaccia di denunciare la Cbs per centinaia di milioni di dollari: ma perfino il suo manager l´ha abbandonato. Perché l´America è pronta a perdonare i peccatori confessi: dal presidente Bill Clinton al campione Tiger Woods. Ma non chi sbandiera i tabù: «Io sono pazzo. Io sono vero. Io sono stanco di sentirmi dire che sono normale. Io bipolare? Io sono un bi-vincente. Io sono uno stregone. Io ho il Dna di Adone. La mia droga si chiama Charlie Sheen. E scusate se la mia vita è molto più pimpante della vostra». Sarà. Ma in tutta questa tragica euforia non sentite anche voi l´odore del napalm?