FRANCESCA SCHIANCHI, La Stampa 2/3/2011, 2 marzo 2011
Farefuturo, chiude la rivista web - Da una parte, la berlusconizzazione imminente con il cambio del consiglio d’amministrazione e, a breve, del direttore
Farefuturo, chiude la rivista web - Da una parte, la berlusconizzazione imminente con il cambio del consiglio d’amministrazione e, a breve, del direttore. Dall’altra, la chiusura repentina del sito «per l’insufficienza delle risorse». A due settimane dal traumatico congresso fondativo di Fli ecco che, una dopo l’altra, rischiano di spegnersi le voci più frizzanti del nuovo corso finiano: il Secolo d’Italia, lo storico quotidiano della destra da poco passato di mano dall’amministratore unico (futurista) Enzo Raisi a un nuovo cda di ex An fedeli al Pdl, e FareFuturo web magazine, la vulcanica testata dell’ omonima fondazione, che ieri ha annunciato la sospensione dell’attività. «Gli introiti pubblicitari si sono progressivamente ridotti, rendendo oltremodo problematica la copertura dei costi redazionali e di gestione del sito. Da qui la decisione, difficile e dolorosa», annuncia la Fondazione. Il battesimo della testata web nel gennaio 2009, giusto in tempo per la prima «eresia» sul caso Englaro; poi, pochi mesi dopo, l’editoriale di Sofia Ventura sul velinismo, da cui prese spunto Veronica Lario per le sue lamentele di fuoco. Consumato lo strappo di Fini col Pdl, il sito web, diretto dal giovane Filippo Rossi, è il classico vascello contro la corazzata mediatica del Pdl, protagonista di incursioni corsare e assalti quotidiani: dal vademecum dell’intercettato al «ci dichiariamo moralisti» sulla P3. Fino a ieri: «La mia (e la nostra) battaglia culturale e politica continua, con nuove (e ancora migliori) iniziative» - fa sapere però Rossi - «ho in cantiere un’iniziativa con cui intendo rilanciare alla grande e che credo farà scalpore». Certo ci sono i denunciati problemi economici, ma qualcuno fa anche notare che la fine del periodico online, con le sue posizioni rivoluzionarie, avviene proprio quando i rapporti tra Fini e Urso, che della fondazione è segretario generale, appaiono, dopo le tensioni post-congressuali, al minimo storico. E che la Fondazione nel tempo abbia vissuto delle evoluzioni non c’è dubbio, diradando sempre più nell’ultimo anno gli appuntamenti, i convegni, i congressi. Senza nessuno scalpore come nel suo stile, il direttore scientifico, il professore Alessandro Campi, già dal 31 dicembre si è autosospeso; ieri durante il cda ha formalizzato le sue dimissioni. Una decisione discussa senza nessuna polemica con Gianfranco Fini una ventina di giorni fa. Così, oggi, c’è chi pensa che la chiusura del «braccio armato» del sito possa preludere a una futura chiusura anche della stessa Fondazione. Se il web magazine chiude, a via della Scrofa pure il quotidiano cartaceo Il Secolo d’Italia, altro strumento finiano, reso sempre più glamour dalla direzione sbarazzina della deputata Flavia Perina, sta per cambiare punto di vista. Un assaggio lo ha dato la Perina stessa domenica scorsa, mandando in edicola un numero «berlusconizzato»: oggi si riunisce di nuovo il cda, tutti uomini vicini ad Alemanno, Gasparri, Matteoli, si attendono indicazioni. Soprattutto sul nome del nuovo direttore che si dà per scontato vorranno al comando: circola insistentemente il nome di Pietrangelo Buttafuoco, personaggio di prestigio del centrodestra. I finiani del «Secolo», già coi bagagli in mano, stanno però riflettendo a nuove iniziative: tra le ipotesi possibili, un sito di informazione tutto nuovo.