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 2011  marzo 02 Mercoledì calendario

PIU’ ISTRUITE MA SOLE E MENO PAGATE. LA RINCORSA (DIFFICILE) DELLE DONNE —

Nel 1963, l’ultima volta in cui la Commissione sullo stato della donna creata dal presidente John F. Kennedy e presieduta da Eleanor Roosevelt elaborò un rapporto sulla condizione delle donne, la stragrande maggioranza delle americane non lavorava né possedeva una laurea e Pepperidge Farm Cookbook di Margaret Rudkinfu era il primo libro di ricette a finire nella prestigiosa lista dei bestseller del New York Times.
Cinquant’anni più tardi il rapporto sulla condizione femminile pubblicato ieri dall’amministrazione Obama offre l’immagine di un’America profondamente diversa. «Le donne hanno fatto enormi passi avanti nei campi dell’istruzione e del lavoro» , affermano Valerie Jarrett e Christina Tchen, rispettivamente consigliera di Barack Obama e capo di gabinetto della first lady Michelle, che descrivono un’America dove le donne, un tempo semplici custodi del focolare, sono oggi «il pilastro della nostra economia» .
Le statistiche elaborate dalle varie agenzie federali parlano chiaro. Oltre ad aver superato gli uomini nel mercato del lavoro, raddoppiando la loro presenza in pochi decenni, le donne oggi conseguono più lauree, master e Phd dei coetanei maschi. «Oggi il 57%di tutte le lauree vanno a loro» , puntualizza il rapporto americano, secondo cui il numero di studentesse dai 25 ai 34 anni con almeno una laurea è addirittura triplicato rispetto al 1968. I ruoli si sono invertiti rispetto al passato, visto che nel 1970 solo l’ 8%delle donne aveva una laurea contro il 14%degli uomini. Buone notizie anche per le diplomate: l’ 87%della popolazione nel 2009, più dei maschi.
Ma non basta. «Tutte queste conquiste non si sono tradotte in uguaglianza di reddito» , punta il dito il rapporto, sottolineando come le americane continuano a guadagnare meno degli uomini: il 75%per essere precisi, a parità di titolo di studio ed incarico. E questo nonostante la legge, Equal Pay Act, firmata proprio nel lontano 1963 da JFK allo scopo di abolire l’allora clamorosa disparità uomo-donna.
Ma il divario non è solo salariale. Oggi le donne americane sono anche più sole (il numero delle sposate è in declino: solo il 62%nel 2009 contro il 72%del 1970), mentre quelle senza figli sono in aumento (nel 2008 il 46%delle donne tra i 25 e i 29 anni non ha avuto figli, contro il 31%del 1976). E se non bastasse le famiglie con mamma single sono più comuni di quelle con padri single «una delle ragioni — precisa il documento della Casa Bianca — che porta soprattutto le afro-americane ad essere più povere dei maschi» .
Che le donne sono più infelici degli uomini si sapeva già dallo studio pubblicato dal National Opinion Research Center dell’università di Chicago, che dopo aver seguito l’umore degli americani, uomini e donne, dal 1972 ad oggi ha decretato che il livello generale di felicità delle donne è diminuito sia in rapporto a quanto era 40 anni fa sia rispetto alla felicità degli uomini.
«Il gentil sesso vede sempre più nero mentre gli uomini sono sempre più felici» , aveva concluso il rilevamento rilanciato per giorni dai siti di Arianna Huffington e Tina Brown. Ma la difficoltà che le donne continuano ad incontrare nel Paese che ha inventato il femminismo moderno è dimostrata anche dallo scioccante studio realizzato nel 2009 del prof David Hekman dell’University of Wisconsin-Milwaukee dove di fronte al video di tre attori che recitavano la stessa identica parte di commessi — un bianco, un nero e una donna — i clienti, anche di colore, preferivano il maschio bianco. Un secondo studio realizzato più tardi rivela identici pregiudizi di fronte alla scelta di un medico, anche quando la dottoressa donna— o nera— era più competente. La dimostrazione, secondo Hekman che per risolvere il divario serve una vera rivoluzione culturale, anche tra le donne, perché equiparare lo stipendio di certo non basta.
Alessandra Farkas