Andrea Brenta, ItaliaOggi 2/3/2011, 2 marzo 2011
I GRECI NON VOGLIONO PAGARE LE TASSE
Circa 30 miliardi di dollari (21,7 miliardi di euro) all’anno. Tanto vale l’evasione fiscale in Grecia. La somma potrebbe rappresentare un grosso contributo al risanamento del debito pubblico nel paese in crisi. Ma la sfrenata, e dilagante, evasione fiscale è un modus vivendi comune sotto l’Acropoli negli ultimi anni.
C’è da dire che il fisco ellenico si è posto il problema un po’ tardi e soltanto adesso cerca di guadagnare il tempo perduto, con controlli a tappeto in bar, ristoranti e locali notturni, tanto per cominciare.
Ioannis Kapeleris, a capo dell’unità di crimine finanziario ed economico, ha detto che le multe per evasione fiscale nel 2010 ammontano a 4,8 miliardi di euro, tre volte rispetto agli 1,6 miliardi del 2009. I suoi agenti hanno stanato medici che dichiaravano 25 mila euro all’anno, ma che uscivano da studi che costavano almeno il doppio solo di affitto e possessori di yacht e barche di lusso che affermavano di utilizzarli solo per lavoro. E hanno usato le immagini satellitari per snidare quei fortunati che non avevano riportato la piscina nella loro dichiarazione dei redditi.
Ma i pagamenti sono arrivati con il contagocce. E a settembre il governo ha deciso di lanciare un condono, consentendo a molti cittadini di sanare le irregolarità pagando solo il 55%. Una mossa che ha portato nelle casse dello stato 1,1 miliardi di euro, ma che ha incassato anche pesanti critiche, perfino da parte del partito dello stesso primo ministro George Papandreou.
«A lungo termine, si incoraggia la gente a pensare che tra cinque anni ci saranno un’altra amnistia e altri sconti», afferma Costas Bakouris, presidente del chapter greco dell’organizzazione Transparency International. «Non puoi dire: devo combattere l’evasione fiscale, ma adesso mi serve denaro cash e al diavolo le regole», aggiunge. «Se vuoi cambiare le cose, devi essere coerente».
Le cose intanto stanno lentamente cambiando, ma non abbastanza. «Un medico che guadagna 200 mila euro all’anno e prima ne dichiarava 35 mila adesso riporta sulla dichiarazione 65 mila euro», spiega il segretario generale del ministero delle finanze. Sulle colline a Nord di Atene, enclave di professionisti e cittadini abbienti, solo 324 persone hanno dichiarato nel 2009 di possedere una piscina.
Ma le immagini dal satellite ne hanno svelate almeno 10 mila. E mentre c’è una corsa a camuffare le piscine con coperture in finta erba, il processo di incrociare i dati delle dichiarazioni con le foto satellitari si rivela molto lungo e richiederà molto tempo.
Proprio quello che manca alla Grecia in corsa per sanare il suo enorme debito.