Stefano Sansonetti, ItaliaOggi 2/3/2011, 2 marzo 2011
IL PRIMATO DELL’ICE
A scorrere le 80 pagine pubblicate sul sito del ministero dell’innovazione, guidato da Renato Brunetta, si ha l’impressione di trovarsi in un girone dantesco. E invece è molto più «semplicemente» il caleidoscopico mondo delle consulenze assegnate dall’Ice tra fine 2009 e fine 2010.
Nel complesso, dopo aver sfogliato la parte della griglia che fa riferimento all’Istituto per il commercio estero, si arriva a contare la bellezza di 1.400 consulenze. Un mare magnum incredibile, dal quale viene fuori di tutto, da incarichi conferiti per corsi di cucina a docenze in «materie» come la dieta mediterranea. Insomma, l’Istituto presieduto da Umberto Vattani, più volte a rischio chiusura nei mesi scorsi, sembra davvero non essersi fatto mancare niente. Molti incarichi, tra l’altro, risultano espletati in pochissimi giorni, con corrispettivi niente male. Ma vediamo di fare qualche esempio.
Al nutrizionista Carlo Cannella, recentemente scomparso, per un incarico svolto dal 3 al 5 maggio 2010 sono stati corrisposti 8 mila euro. L’attività in questione, si legge nei documenti, consisteva in un docenza sulla dieta mediterranea in Brasile. Che poi, a dirla tutta, dalle parti dell’Ice la gastronomia va piuttosto di moda. Si prenda il caso di Alessandro Iaconi: per un corso di cucina nell’ambito del festival italiano in Venezuela, durato dal 6 all’8 luglio 2010, ha incassato un gettone da 2.500 euro.
Poi c’è il capitolo dei corsi di formazione, da cui arriva un bel po’ di soldi. Se ne è accorto Piero Primavori, beneficiario di 11.800 euro per aver svolto, dal 16 al 22 maggio 2010, uno di questi corsi in occasione del Marmotec di Carrara. Oppure c’è Maurizio Favaro, che per una docenza a un non meglio precisato «corso Marche», durata 18 maggio-4 giugno 2010, si è messo in tasca 4.088 euro. Ancora, c’è il caso di Giorgio Gandellini, che dal 31 marzo al 30 aprile 2010 ha tenuto un corso di e-learning, per un gettone di 4.500 euro. Per non parlare di Giuseppe Bertoli, il cui corso di lingua orientale, tenuto dal 12 aprile all’11 maggio 2010, ha fruttato un corrispettivo di 8.970 euro.
Passando ad altri settori di consulenza, spicca il colpaccio messo a segno da Gian Leonardo Fea. Qui ci troviamo di fronte a quattro incarichi, tutti svolti dal primo al 19 aprile 2010 per la progettazione di un padiglione per l’esposizione di Hannover. Ebbene, ciascuno dei quattro incarichi è stato pagato con 54 mila euro, per un totale di 216 mila euro. Incassi sostanziosi anche per lo Studio associato di architettura Annunziata e terzi. Anche in questo caso parliamo di 4 incarichi per la progettazione e direzione dei lavori di tre mostre evento, ciascuno del valore di 50 mila euro.
All’interno della griglia compaiono anche gli emolumenti dei consiglieri dell’Ice. Risulta che Vattani, come presidente dell’Istituto, prende 495.860 euro, mentre i consiglieri (nella griglia ci sono i nomi di Giuseppe Morandini, Pier Andrea Chevallard, Paolo Zegna e Bernabò Bocca) si attestano tutti sui 101.793 euro. Da registrare, peraltro, come nella griglia pubblicata da Brunetta, alla voce Ice, alcuni nomi e alcuni incarichi si ripetono. A ogni modo se si fa la somma di tutti gli incarichi presenti nel fascicolo si arriva alla cifra monstre di 1.400 consulenze. Davvero tante, per un istituto come l’Ice che in diverse edizioni delle ultime Finanziarie se l’è davvero vista brutta. Non sono infatti mancate, nel corso del tempo, proposte che avevano l’obiettivo di sopprimere l’ente. Il ministro dell’economia, Giulio Tremonti, senza il benché minimo complimento, in una delle prime versioni della manovra del 2010 cassò del tutto l’istituto, considerandolo seccamente un ente inutile. Successivamente, con un percorso un po’ più soft, si pensò di fondere l’Ice nell’ambito di una più complessiva riorganizzazione degli enti che a vario titolo, sotto l’egida del ministero dello sviluppo economico, si occupano di commercio estero.
E allora ecco in quel periodo spuntare una proposta dell’ex viceministro allo sviluppo, Adolfo Urso, che puntava a creare un nuovo organismo, Italia Internazionale, dentro il quale sciogliere Ice, Simest, Sace, Finest, Buonitalia, Enit e Informest. Di fatto un tentativo di semplificazione, rimasto però sulla carta. Con buona pace di tutti i progetti di risparmio. Ma con la felicità, evidentemente, dell’esercito di consulenti sul libro paga dell’Ice.