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 2011  marzo 02 Mercoledì calendario

COME MAI NON SI AGITANO LIBANO, SIRIA E GAZA?

Le rivolte in corso nei paesi arabi sono sinora state delle rivolte senza spargimento di sangue, almeno dalla parte dei dimostranti. Sono quindi delle rivolte di tipo originale. Come non si sono mai viste prima d’ora. Non solo nei paesi arabi ma anche altrove. Esse sono originali per diversi motivi: primo, perché avvengono senza le bandiere di formazioni politiche esistenti che, se agiscono, lo fanno con grande discrezione; secondo, perché esse si basano, non sull’esibizione di una forza, ma solo di una presenza silenziosa; terzo, perché, in Tunisia e in Egitto, queste manifestazioni pacifiche hanno già raggiunto l’obiettivo di scalzare dal loro piedistallo le nomenclature nazionali annegate nella corruzione. Quindi, in sostanza, queste rivolte si sono sinora rivelate benemerite perché hanno raggiunto il loro obiettivo (che è quello della rimozione della nomenclatura esistente) senza spargimento di sangue (con la sola eccezione della Libia, dove, peraltro, le cifre degli eventuali massacri sono da prendere con le pinze, potendo essere, in parte, anche frutto della disinformazione). L’incognita (e la preoccupazione), a questo punto, è: quale sarà l’esito finale di questi movimenti pacificamente rivoluzionari? Saranno essi propedeutici alla costruzione di un nuovo sistema democratico basato su libere elezioni, con regole che garantiscano, sia la fisiologica e non traumatica alternanza al potere, sia la libertà di espressione e di organizzazione delle persone? Oppure sfoceranno, com’è purtroppo successo in Iran, verso regimi sostanzialmente dittatoriali (è vero che ci sono le elezioni ma non tutti i candidati sono autorizzati a presentarsi). Nessuno, al momento, è in grado di dare una risposta sicura a questo quesito. Ci sono infatti, indubbiamente, motivi di speranza: i mullah non si sono fatti vivi in maniera massiccia e la rivolta sembra essere stata, in gran parte, spontanea. Ma c’è anche un motivo di seria preoccupazione. Chi più, chi meno, tutti i paesi arabi sono stati toccati da queste agitazioni. Come mai, allora, gli unici paesi tranquilli sono la Siria, il Libano e la striscia di Gaza? Può essere un caso. Ma non è un caso che questi tre paesi siano anche quelli sui quali la presa iraniana è più ferrea. Ciò può voler dire che, dietro i moti che abbiamo visto, c’è, in un modo o nell’altro, la lunga mano di Teheran che, non a caso, ha mandato nel Mediterraneo due sue navi da guerra. Se ciò fosse vero, questa strategia di Ahmadinejad aprirebbe degli scenari davvero inquietanti sia per le popolazioni arabe che anelano alla libertà, sia per l’intero Occidente.