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 2011  marzo 01 Martedì calendario

«Fiat tratta con Tagaz»: giallo russo per Torino - A Ginevra, in attesa che il Salone dell’auto apra domani al pubblico, sono sempre i mercati emergenti a calamita­re l’attenzione, nel bene e nel male (il progressivo sposta­mento della produzione ver­so l’Asia costerebbe all’Euro­pa 300mila posti di lavoro, se­condo una stima di Roland Berger)

«Fiat tratta con Tagaz»: giallo russo per Torino - A Ginevra, in attesa che il Salone dell’auto apra domani al pubblico, sono sempre i mercati emergenti a calamita­re l’attenzione, nel bene e nel male (il progressivo sposta­mento della produzione ver­so l’Asia costerebbe all’Euro­pa 300mila posti di lavoro, se­condo una stima di Roland Berger). Tra i Paesi più interes­santi c’è la Russia, che gli ana­lis­ti vedono come prossima lo­comotiva del settore e, pro­prio per questo, al centro del­l’attenzione dei più importan­ti costruttori. Tra questi c’è la Fiat, reduce dal divorzio con il partner Sollers il quale, nel gi­ro di poche ore, ha trovato in Ford un nuovo importante so­cio. E così Sergio Marchion­ne, che oggi passerà in rasse­gna le novità Fiat-Chrysler esposte al Palexpo, è chiama­to a dare indicazioni più preci­se sulla campagna di Russia del Lingotto. Il top manager, in particola­re, dovrà spiegare se l’inten­zione di allargare il business a Mosca proseguirà in modo au­tonomo, come comunicato al Cremlino nei giorni scorsi, op­pure se ad aiutare il Lingotto a produrre fino a 300mila veico­li Fiat e Jeep all’anno sarà un nuovo partner. Ieri, a questo proposito, scadevano i termi­ni che il governo aveva conces­so ai costruttori di auto per il­lustrare i loro propositi di espansione. E sempre di ieri è la notizia («no comment» da Torino) che il gruppo italiano starebbe trattando con la casa automobilistica Tagaz, con se­de a Taganrog, città natale di Cechov. A enfatizzare l’indi­screzione è stato il quotidiano economico “Vedomosti” che ha citato una fonte del mini­stero dell’Industria del Paese. «Tagaz, già partner della core­ana Hyundai – scrive il quoti­diano- ha già tutti gli impianti che possono servire agli italia­ni ». Al di là del «no com­ment », fonti ritengono co­munque improbabile una svolta in tale direzione. Il gial­lo troverà oggi una risposta. Da un’alleanza sfumata e a un’altra che non trovaconfer­me, passiamo ora a un accor­do vero e proprio. Il botto alla vigilia del Salone è arrivato da Parigi e Monaco di Baviera. Psa Peugeot Citroen e Bmw Group hanno siglato una joint venture che vedrà i due costruttori unire gli sforzi nel campo delle tecnologie elettri­che e ibride. L’investimento congiunto sarà di 100 milioni e i due numeri uno, Philippe Varin (Psa) e Norbert Reitho­fer (Bmw), non hanno esclu­so anche una possibile colla­borazione futura su piattafor­me a trazione anteriore non elettriche. La maggior parte delle case, dalla Tata alla Rolls-Royce, crede in questo busi­ness e le indagini di mercato prospettano un progressivo sviluppo. Scettica, seppur im­pegnata nella ricerca, resta in­vece la Fiat. La strategia adot­tata da Marchionne di stare al­la finestra è sicuramente co­raggiosa anche se, in questo momento, può giocare a sfa­vore sul fronte delle alleanze. L’accordo Psa-Bmw, con una Fiat più impegnata sul fronte elettrico, avrebbe potuto for­se virare su Torino, vista l’ami­cizia che da anni lega il Lingot­to con i francesi. È di ieri, infine, la notizia che Moody’s ha assegnato il rating di lungo termine “ba2” al programma bond annun­ciato da Fiat Industrial (Iveco e Cnh).