Varie, 28 febbraio 2011
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Matar Hisham
• New York (Stati Uniti) 1970. Scrittore. Nel 2006 finalista al Booker Prize, nel 2007 vinse la prima edizione del premio Vallombrosa von Rezzori alla migliore opera di narrativa straniera dell’anno e il premio Flaiano • «[...] figlio di un ex diplomatico e dissidente libico rapito dalla polizia segreta di Gheddafi al Cairo nel 1994, portato a Tripoli per essere interrogato, e del quale la famiglia ha perso ogni traccia dal 1995 (in uno scritto autobiografico il figlio [...] dice di aver scoperto che in Libia nel 1996 sono stati uccisi milletrecento prigionieri politici). Nato a New York all’epoca in cui il padre lavorava all’Onu, cresciuto prima in Libia, poi in Egitto ed educato in Inghilterra dove tuttora risiede, da molti anni Hisham Matar si trova diviso tra due scelte impossibili: “Parlare potrebbe significare mettere a rischio la vita di mio padre, ma restare in silenzio non mi rende forse complice del crimine che i suoi rapitori hanno commesso verso di lui?”. La risposta che ha scelto, o a cui non ha potuto sottrarsi, è un romanzo poetico e crudele in cui ogni parola è dettata dalla necessità, intitolatoì Nessuno al mondo (Country of Men nell’originale tradotto molto bene da Andrea Sirotti per Einaudi [...]), che mette le atrocità commesse in Libia negli anni 70 sullo sfondo, per raccontare la storia di un bambino di nove anni immerso nei drammi silenziosi che si consumano intorno a lui: l’alcolismo della madre che non si è mai più ripresa dal trauma di essere forzata alle nozze a quattordici anni con uno sconosciuto, soltanto perché era stata vista chiacchierare in un caffè con dei ragazzi suoi coetanei; l’attività politica segreta del padre dissidente, un uomo d’affari colto e di successo ma politicamente ingenuo, che sarà scoperta con conseguenze atroci per lui, ma ancora più orribili per gli amici che lo avevano seguito sulla strada dell’opposizione politica. [...]» (Livia Manera, “Corriere della Sera” 28/5/2007).