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 2011  febbraio 28 Lunedì calendario

Quelli che contestano il governo e mandano i figli alle private - La lista è lunga. I big della sini­stra prediligono le scuole private

Quelli che contestano il governo e mandano i figli alle private - La lista è lunga. I big della sini­stra prediligono le scuole private. È un amore non sbandierato, più tol­lerato che gridato, perché a quelle latitudini quasi tutti vanno a brac­cetto con lo Stato, anzi con lo statali­smo. E con la scuola pubblica. Ma poi le ragioni dell’educazione pre­valgono su quelle dell’ideologia. Non è un problema di coerenza, ma alla fine si sceglie quel che più preme. Le figlie di Francesco Rutel­li, per esempio, sono state equa­mente divise fra due scuole: tutte e due private. Una si è iscritta ai liceo privato Kennedy,l’altra al prestigio­sissimo collegio San Giuseppe de Merode, l’istituto dei Fratelli delle scuole cristiane che si affaccia, nientemeno, su Piazza di Spagna. «Per tutta la mia vita - ha spiegato lo stesso Rutelli al Giornale - io stesso e i miei familiari abbiamo frequen­ta­to sia scuole ed università pubbli­che, sia non statali, cattoliche o lai­che. Di volta in volta, è stata una scelta condivisa di figli e genitori». Anche la discendente dell’ex mini­stro dello sport Giovanna Melandri ha preso la direzione delle scuole paritarie: a casa Melandri prediligo­no il collegio San Giuseppe di via del Casaletto. Altri invece studiano in scuole estere: organizzate a meraviglia, utilissime per imparare una lingua e sprovincializzare il cervello, por­tandolo lontano dalle polemiche ombelicali di casa nostra: la figlia di Santoro va allo Chateaubriand, dove la prima lingua è il francese e l’italiano è terra straniera. Il figlio del regista Nanni Moretti è invece sintonizzato sull’inglese e cresce al­­l’Ambrit International School, sem­pre nella capitale. Insomma, ai tradizionali istituti religiosi si affianca il meglio della cultura internazionale: enclave nel cuore della capitale in cui si respira l’aria di New York o di Parigi. L’elenco però è lungo e va conti­nuamente aggiornato anche se molti di questi ragazzi, figli della si­nistra chic, manifestano nelle occa­sioni canoniche mescolandosi ai ragazzi delle scuole pubbliche: si mettono dietro striscioni colorati e soffiano nei fischetti sempre a por­tata di mano. I discendenti di Anna Finocchiaro studiano in un istituto di Catania, l’ex ministro della Pub­blica Istruzione Beppe Fioroni, il predecessore della Gelmini, ha pa­racadutato il rampollo al liceo scientifico Cardinal Ragonesi di Vi­terbo, curiosamente la stessa scuo­la frequentata da papà a suo tem­po. Il Cardinal Ragonesi è gestito dai Fratelli Maristi, una congrega­zione religiosa fondata in Francia duecento anni fa da san Marcellino Champagnat. E nel recinto più o meno dorato delle scuole private si trovano le nuove generazioni di al­tre famiglie della nomenklatura: dai figli dell’imprenditore Alfio Marchini ai nipoti dell’ex presiden­te della Camera Fausto Bertinotti. Insomma, la futura classe diri­gente si mescola alla piazza ma poi torna sui banchi di scuole costose ed elitarie, ove si insegna il meglio con i mezzi migliori. Sorpresa: frequenta uno di que­sti istituti, il carissimo San Carlo di Milano, Giovanni. Ricordate? Gio­va­nni è il tredicenne che si è guada­gnato la standing ovation e i rifletto­ri della stampa nella recente mani­festazione del Palasharp di Milano: lì si è esibito per due minuti contro il presidente del consiglio. Il ragaz­zino ha puntato il dito contro il go­verno perché «parla di scuola pub­blica solo per tagliarne i fondi». Le­gittimo, ci mancherebbe, tuonare contro la Gelmini. Lui però è al ripa­ro dal piccone. I suoi genitori paga­no rette salatissime al San Carlo. Per la cronaca, la madre è una delle animatrici di Giustizia & Libertà, il movimento che ha calamitato l’op­posizione al Palasharp, ed è avvoca­to di fiducia di Carlo De Benedetti nel processo sul Lodo Mondadori. Insomma, l’opposizione è a tempo pieno, ma quando suona la campa­nella si cambia registro.