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 2011  febbraio 28 Lunedì calendario

TORNANO LE GEMELLE KESSLER: DOPPIE AMBIGUITA’ A TEATRO —

Settantacinque anni ad agosto, ma il corpo affusolato, le gambe lunghe e le movenze disinvolte sono quelli di sempre. Alice ed Ellen Kessler sono atterrate da Monaco di Baviera al Teatro La Comunità, lo spazio scenico trasteverino dove hanno iniziato le prove per lo spettacolo «Lo strano caso del dottor Jekyll e mister Hyde» . Un progetto, strano davvero, ideato e diretto da Giancarlo Sepe, realizzato da Bideri produzioni. Un’inedita rivisitazione del celebre romanzo di Stevenson, che nel prossimo ottobre aprirà la stagione del Teatro Eliseo. «Nel 1981, sullo stesso palcoscenico, fummo protagoniste di "Kessler Kabarett", scritto e diretto da Giuseppe Patroni Griffi. Fa un certo effetto tornarci dopo trent’anni» ricorda Alice. Dice Ellen: «Ci ha subito intrigato quest’idea di Sepe: il bene, il male, il buono, il cattivo, in altri termini, l’ambiguità del "doppio". Anche perché noi ci portiamo appresso questo bagaglio da quando siamo nate come una condanna» .
Interviene Alice: «Sì, anche se trovo esagerata la vasta letteratura di leggende intorno al mondo dei gemelli, e cioè che quando uno dei due si ammala, l’altro pure sta male; quando l’uno prova certe sensazioni, l’altro prova le stesse cose a distanza... fantasie eccessive» . È d’accordo Ellen: «La realtà è un’altra: noi due, per esempio, pur vivendo vicine, abbiamo scelto di avere due appartamenti distinti e abbiamo sempre aspirato a differenziarci, a fare cose diverse» . Però, sono state condannate a esibirsi sempre in coppia: «E in sincronismo perfetto! — esclama Alice—. È il nostro forte, ma anche una forte limitazione, perché non abbiamo mai la libertà di improvvisare, di sorprendere... » . Sentenzia Ellen: «Una camicia di forza» . Racconta Alice: «La passata stagione, però, ci hanno fatto finalmente una proposta diversa: a Stoccarda, abbiamo interpretato una commedia dove ogni sera ci alternavamo, non recitavamo insieme, ma una sera io, una sera Ellen. Finalmente sole! E ha funzionato benissimo» .
Trent’anni dopo l’ultima apparizione su un palcoscenico italiano, le Kessler trovano un’Italia molto cambiata. Loro due, showgirl della tv in bianco e nero, si imbattono nelle veline di oggi e nello scandalo del Rubygate. Scuote la testa un po’ sconsolata Ellen: «Ma cosa pensano di ottenere queste ragazze, frequentando le feste di Berlusconi? Di fare la bella vita, di ricoprirsi d’oro, di diventare famose, oppure di diventare ministre? Purtroppo in Italia, e soprattutto in tv, vediamo solo vallette, che vengono ingaggiate in virtù della misura del reggiseno» . Aggiunge Alice: «Come si dice da voi, siete passati dalle stelle alle stalle: la tv di allora era fin troppo puritana, ci obbligavano a indossare spesse calzamaglie scure, stavano attenti al tipo di mutandine, alle scollature che non fossero troppo osé... adesso, è un fiorire di seni e fondoschiena. In nessun’altra televisione d’Europa c’è così tanto nudo come qui in Italia» .
Eppure, la ex showgirl Nicole Minetti raccomanda alle donne che «la bellezza è potere, usatela» . Ribatte Ellen: «Non so chi sia questa signora, ma io e Alice la bellezza non l’abbiamo mai usata per far carriera. Abbiamo studiato, lavorato sodo, ci siamo sacrificate per imparare il nostro mestiere. La bellezza può essere solo un aiuto in più che si aggiunge a un impegno serio» . Difficile credere, però, che le due valchirie di Studio Uno non abbiamo mai ricevuto proposte indecenti: «Ne abbiamo ricevute tante! — si accalora Ellen —. Soprattutto quando ci esibivamo al Lido di Parigi» . Ricorda Alice: «Arrivavano all’assurdità di mandarci dei biglietti, dove veniva specificato che, se non poteva accettare l’invito l’una, andava bene l’altra... intercambiabili anche in quel caso!» .
E pensare che le Kessler hanno conosciuto il Berlusconi prima maniera: «Era tra la fine degli anni Sessanta e i primi Settanta— ricorda Ellen— lavoravamo per la sua televisione di allora. Era un imprenditore serio, ma molto simpatico, grande charme e carisma, sempre presente dietro le quinte e, in camerino, non ci faceva mai mancare un mazzo di fiori» . Interviene Alice: «Diversissimo dai funzionari Rai dell’epoca, molto ingessati e seriosi, rigidi, distaccati, quasi spettrali. Berlusconi, invece, aveva sempre la battuta pronta e ti faceva sorridere» .
E la Rai di oggi? «Gli show che propone sono quasi tutti uguali — commenta Ellen — non ce n’è uno dove non ci siano una giuria e un televoto. Che noia!» . Conclude Alice: «Le uniche trasmissioni che vediamo con piacere, sono quelle di Rai Storia e "Che tempo che fa"perché c’è la Littizzetto: simpaticissima, arguta, mai volgare... Non è bella, ma ha fatto carriera lo stesso!» .
Emilia Costantini