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 2011  febbraio 28 Lunedì calendario

CARBURANTI, È CACCIA ALLO SCONTO

(due articoli) -
L’impennata del prezzo dei carburanti, dovuta soprattutto alle tensioni internazionali che hanno fatto schizzare il petrolio oltre quota 100 dollari al barile (trend al quale ha contribuito in parte anche la ripresa economica), ripropone il nodo della scarsa apertura del mercato in Italia. Da tempo le grandi compagnie della distribuzione sono accusate di farsi scarsa concorrenza, anche se con un po’ di attenzione qualche occasione di risparmio maggiore rispetto a qualche anno fa si può trovare. Cominciando dall’affidarsi alle insegne senza logo, per proseguire con l’opzione self-service al posto dell’assistenza e con una verifica dei prezzi migliori tramite i siti Internet che offrono questo tipo di confronti. Senza trascurare la rete in crescita dei distributori a basso costo situati in prossimità di alcuni ipermercati.

Liberalizzazione a rilento. La relazione presentata nei giorni scorsi al senato dal presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, non ha usato mezzi termini: negli ultimi mesi i prezzi dei carburanti in Italia sono cresciuti meno rispetto alla media Ue, ma restano comunque più elevati di quelli praticati dai nostri partner in valore assoluto e su questo livello elevato continua a pesare l’inefficienza della rete distributiva. Uno scenario che comporta un aggravio dei costi per gli automobilisti italiani rispetto alla media europea, quantificato per l’intero 2010 in 4,5 centesimi di euro al litro (+3,5 centesimi al litro se si considera la sola area euro). Di positivo, ha sottolineato Catricalà, c’è la crescente differenziazione tra i prezzi praticati dalle diverse compagnie, con la liberalizzazione che ha prodotto i migliori risultati laddove sono diffusi i distributori senza logo.

Il boom delle pompe bianche. Le cosiddette pompe bianche sono distributori indipendenti (estranei quindi alle grandi catene del settore) senza marchio, che spesso gestiscono solo uno o due impianti: questo ne favorisce l’agilità e permette loro di praticare costi inferiori rispetto alla media (anche perché non fanno investimenti nella comunicazione, cosa che tuttavia li penalizza a livello di visibilità presso i consumatori), di solito 5-6 centesimi al litro, che si fanno sentire sul pieno. In mancanza di dati ufficiali, si stima che ce ne siano circa due mila sul territorio nazionale (il 7-8% del totale), ma con una tendenza a crescere. La Federconsumatori offre sul proprio sito Internet un elenco in costante aggiornamento di questi punti vendita: scorrendolo si scopre che il mercato è diffuso soprattutto in Lombardia, Emilia-Romagna, Marche e Lazio, con una maggiore concentrazione nei piccoli centri e sulle strade di collegamento extraurbane. Indicatori, questi ultimi, che si possono spiegare con la minore onerosità delle locazioni in queste aree, fattore indispensabile per poi trasferire i risparmi ai consumatori finali.

I comparatori di prezzo. Considerato che i distributori indipendenti restano comunque una minoranza rispetto al totale, per cui non sempre ci si trova nelle vicinanze, è opportuno prendere in considerazione anche altre strade. A cominciare dai comparatori di prezzo presenti su Internet: il 1° febbraio è diventato attivo il servizio di confronto messo a punto dal ministero dello sviluppo economico (http://carburanti.osservaprezzi.it), che in questa prima fase vede coinvolti i distributori presenti lungo le tratte autostradali, con l’obiettivo di estendere nei mesi prossimi il servizio a tutto il territorio nazionale. La ricerca avviene compilando una o più delle voci presenti nel motore interno al sito, dall’autostrada alla regione (o provincia), dal nome dell’impianto alla tipologia di carburante, con la possibilità poi di ordinare i risultati in base al prezzo. È costruito dal basso, cioè attraverso l’aggiornamento da parte degli automobilisti, Pienorisparmio (www.pienorisparmio.it): selezionando una provincia di interesse, e un raggio in chilometri per circoscrivere l’area geografica, il sistema propone le stazioni di rifornimento presenti nel database con i prezzi continuamente aggiornati. In questo modo è possibile conoscere i prezzi praticati dai singoli distributori e aggiornare liberamente il database. Navigando nel sito si scoprono differenze sensibili tra i vari operatori (fino a 15 centesimi al litro), anche tra quelli facenti capo alla medesima compagnia: infatti, il prezzo della benzina lo decide il singolo distributore, tenendo conto di una proposta di massima consigliata dal marchio al quale è affiliato. Il limite di questo servizio è rappresentato dal monitoraggio limitato ai grandi centri (Torino, Milano, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo) e dalla spontaneità dell’aggiornamento, che potrebbe generare qualche ritardo. Segue un approccio simile al precedente il sito Prezzibenzina (http://www.prezzibenzina.it), che usa l’applicazione Google Maps per rendere più immediata la comprensione dell’area circoscritta nella ricerca effettuata dall’utente.

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FAI-DA-TE E PIENO ALLA GRANDE DISTRIBUZIONE, IL RISPARMIO È ASSICURATO -

Se negli altri paesi europei i distributori automatici sono la norma e quelli con l’assistenza del personale l’eccezione, lo stesso non vale in Italia. Dove, comunque, si possono ottenere risparmi importanti: il fai-da-te è a prezzi vantaggiosi soprattutto negli orari diurni, con un risparmio che varia da una compagnia all’altra (indicativamente 4-5 centesimi al litro) ed è sempre indicato sui tabelloni posti presso le pompe. Senza dimenticare che la spesa all’ipermercato può essere l’occasione buona per risparmiare anche sul rifornimento di carburante. I distributori legati ad alcune insegne di centri commerciali (per esempio Ipercoop, Conad, Auchan e Carrefour) applicano condizioni vantaggiose, di solito comprese tra 4 e 6 centesimi in meno rispetto a quelle praticate dalle compagnie petrolifere, risparmio che può arrivare anche a 10 centesimi se l’acquisto viene effettuato con la fidelity card del supermercato.

Una mano per risparmiare gli automobilisti possono poi darsela da soli attraverso una serie di scelte virtuose: a cominciare da una guida morbida (le accelerazioni costringono il motore a lavorare sotto sforzo e quindi a consumare di più) passando per le buone condizioni dell’auto (tenere tarato il carburatore, controllare periodicamente filtro dell’aria e candele e gonfiare le auto in maniera corretta). Scelte che, oltre a incidere sul portafoglio, contribuiscono a inquinare meno le città.