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 2011  febbraio 25 Venerdì calendario

LA LITE TRA GENTLEMAN CHE DIVIDE MANHATTAN

Celebri esponenti dell’alta società newyorchese impegnati in discussioni sanguigne fino all’insulto tra le mura ovattate del club più esclusivo di Manhattan. Tra pochi giorni l’antichissimo Century Club che ha avuto ben otto presidenti tra i suoi soci e che, quando valuta nuovi candidati, sostiene di guardare più allo spessore culturale che al portafoglio (a suo tempo ha ammesso Norman Mailer e Gay Talese lasciando fuori qualche miliardario), romperà i rapporti col suo gemello inglese, il Garrick. Motivo: nel club londinese (come in molti altri club europei) non sono ammesse le donne. «Non possiamo continuare a dialogare con gente che discrimina» hanno cominciato a sostenere tempo fa alcuni soci. Sembrava un diversivo, un modo di portare la conversazione fuori dai binari consueti in un club nel quale si tende a discutere soprattutto di letteratura e di grandi temi sociali. Invece in pochi giorni i 2.400 soci sono sprofondati in una battaglia senza quartiere. Scene mai viste nei 164 anni di storia del club: nelle sale frequentate da personaggi come Henry Kissinger, ma anche da imprenditori, scrittori, accademici e dagli eredi delle grandi famiglie del capitalismo Usa, dagli Astor ai Vanderbilt, distinti gentiluomini in smoking hanno finito per accusarsi l’un l’altro, paonazzi, minacciandosi col dito puntato. E, per la prima volta, qualcuno ha spifferato tutto al New York Times. Alla fine i soci hanno votato: spaccatura a metà con la rottura col Garrick decisa con un margine di appena 30 voti. Poi hanno cercato di seppellire la vicenda. Ma chi visita il club (che spesso ospita cene in onore di personalità alle quali sono ammessi anche «esterni» ) si accorge facilmente che i soci sono ancora traumatizzati. Si racconta di alterchi mai visti tra personaggi come il celebre avvocato Floyd Abrams, il maggiore esperto americano in materia di libertà di stampa, e l’editore Seth Lipsky, fondatore dello sfortunato New York Sun. Arrabbiati soprattutto alcuni sostenitori della continuazione dei rapporti col Garrick che, pur essendo politicamente su posizioni progressiste, sono stati trattati da reazionari retrogradi e accusati di avallare comportamenti discriminatori. «"È falso", si sfoga un socio. "Un club privato deve restare libero di comportarsi come crede. Come fanno il Colony e il Cosmopolitan, i due club storici delle donne che continuano a non ammettere soci di sesso maschile"» . A New York, invece, di club riservati agli uomini non è rimasto nemmeno uno. Al Century nessuno pensa di tornare indietro anche se qui l’apertura alle donne è arrivata nel 1989 dopo una strenua battaglia, iniziata in modo più casuale: il socio più influente di allora, l’ex Segretario di Stato Cyrus Vance, iniziò la battaglia su pressione delle tre figlie, desiderose di varcare il portone del vecchio palazzo rinascimentale della 43esima strada. Il simbolo, incastrato fra i grattacieli, di una New York che sta scomparendo.
Massimo Gaggi