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 2011  febbraio 25 Venerdì calendario

LONDRA A MENO 519 GIORNI E GIA FA I CONTI

Al 27 luglio del 2012 mancano 519 giorni ma i londinesi hanno già cominciato a farsi conti, non aspetteranno la fiaccola per capire se le loro Olimpiadi saranno un fiasco oppure un business. Una webcam in funzione giorno e notte inquadra i lavori in corso e giorno per giorno il loro stato di avanzamento. Un comitato sovrintende al controllo delle spese. Un monitoraggio continuo. Per evitare sprechi, quando tutto sarà finito, molti impianti dell’immenso parco olimpico saranno ridimensionati. Volendo essere meticolosi si potrebbe controllare via internet quanti nuovi seggiolini colorati hanno aggiunto ieri rispetto ai 6500 già posizionati all’Handball Arena. Per i Giochi olimpici si venderanno 7, 7 milioni di biglietti, 1,5 milioni per i Paraolimpici. Ci saranno a disposizione dei visitatori 100 mila stanze d’albergo. L’obiettivo è che il 100% degli spettatori arrivi ai nuovi impianti utilizzando il trasporto pubblico. Sul progetto vegliano due organizzazioni. Un comitato organizzatore composto da privati (Locog) e la Olympic Delivery Authority (Oda) che riunisce il settore pubblico e dunque gli investimenti che arrivano dai dipartimenti Cultura, Sviluppo e commercio, più i fondi che provengono grazia agli introiti della Olympic Lottery distribution.
Se sarà un affare lo sapremo solo vivendo ma tutto è stato studiato perché gli investimenti abbiamo una ricaduta su tutta l’Inghilterra. I costi stimati sono di 11,7 miliardi di euro e saranno coperti per il 64% dal governo, il 23% dalle lotterie nazionali e il 13% dal Comune di Londra.
Gli esempi non mancano. Il combinato disposto olimpiadi più Piano strategico di sviluppo fece decollare ad esempio Barcellona (3 pianificazioni, la prima nell’88, poi nel ’94 e il terzo nel ’99). L’esempio più vicino a noi è quello di Torino, sede nel 2006 delle Olimpiadi invernali, costretta a modificare la sua economica produttiva per sganciarsi dall’industria automobilistica e riconvertire la sua metallica identità.
Organizzare i Giochi è complicatissimo, costa molto e comporta vari rischi. Per un paese col fiato corto, dilaniato dalle divisioni, fermo sulle gambe e rugoso,come il nostro, l’effetto gerovital produrrebbe benefici immediati .Non altrettanto può dirsi per il computo dei costi. Pechino nel 2008 ha speso per la costruzione delle nuove opere 1,3 miliardi di euro sforando il budget. I costi più pesanti furono quelli per le spese di ammodernamento degli impianti:28 miliardi di euro. Va da sé che la Cina non aveva scopi di lucro ma obiettivi geo politici e culturali. E quelli li ha sicuramente raggiunti. L’esempio in negativo è quello della Grecia che ci sfilò le Olimpiadi nel 2004, quando sembrava che Roma le avesse ormai in tasca. Al governo di Atene, costretto ora ad accendere mutui, costarono dieci milioni di euro. Il villaggio olimpico da solo è costato 600 milioni; il nuovo aereoporto 1,5 miliardi, l’organizzazione 2 miliardi.
La municipalità di Barcellona non se la passa certamente nell’oro. Ma nell’arco di un decennio la capitale della Catalogna ha cambiato volto ed è una delle città più visitate d’Europa. Grazie ai Giochi del ’92 fu realizzato il nuovo porto olimpico di Barceloneta, finito sulle cartoline dei turisti insieme alle opere di Gaudì.