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 2011  febbraio 25 Venerdì calendario

L’onda dei profughi dall’Africa ci costerà 500 milioni al mese - I controlli sulle coste libi­che contro l’immigrazione clandestina «sono azzerati»

L’onda dei profughi dall’Africa ci costerà 500 milioni al mese - I controlli sulle coste libi­che contro l’immigrazione clandestina «sono azzerati». Il ministro dell’Interno Rober­to Maroni lancia l’allarme da Bruxelles dopo che non ave­va esitato a definire «un’onda­ta di proporzioni catastrofi­che » quella che rischia di tra­volgere l’Italia. Quantificata in 2-300mila sbarchi. Emer­genza umanitaria che rischia di crearne una anche econo­mica per l’Italia. Accogliere uno straniero che ha trovato rifugio politico in Italia è co­stato l’anno scorso alle città da un minimo di 15,43 ad un massimo di 55 euro al giorno. Le cifre più alte a Milano e Ro­ma, e prendendo la peggiore ipotesi di doversi far carico della protezione di 300mila ri­­fugiati, in un mese il Paese ri­schia di dover fare i conti con 495 milioni di euro di aiuti. Già dal 2001 al 2009 solo il Viminale ha investito sul siste­ma di protezione degli extra­comunitari, rifugiati o richie­denti asilo (il cosiddetto Sprar) un pacchetto di oltre 170 milioni e 782mila euro, il bilancio solo dell’anno scor­so si è chiuso con 29 milioni di spesa per i 3mila posti letto sparsi tra i 123 comuni e pro­vince che aderiscono al pia­no. A rotazione, hanno trova­to un tetto 7.685 rifugiati, in ar­rivo principalmente da Soma­lia (15%), Eritrea (14%), Af­ghanistan (13%), Nigeria (10%), Costa d’Avorio (5%). Il caso Milano. Il Comune come la Capitale ha firmato nel 2007 un progetto ad hoc (accordo Corcone), sempre il Viminale deve rifondere i co­sti, e nel 2010 il capoluogo lombardo ha dovuto investi­re 8,8 milioni di euro per offri­re protezione e accoglienza a 817 stranieri tra rifugiati e ri­chiedenti asilo ( l’83,5 per cen­to arrivavano dall’Africa, qua­si la metà avevano tra i 25 e 34 anni di età). I posti a disposi­zione sono solo 444 sparsi tra otto strutture (mentre in città stimano una presenza di 7.500 persone con diritto a un posto letto). Spesa pro capite giornaliera: 55 euro. Dopo la crisi in Libia ieri il sindaco del capoluogo Letizia Moratti ha fatto sapere che chiederà al­l’Anci di promuovere in Euro­pa «la richiesta di una mag­gior attenzione per quelle cit­tà che hanno un’esposizione maggiore, secondo il princi­pio di una ripartizione dei flussi che possono diventare veramente ingestibili». Per­chè «noi sindaci italiani già lo facciamo nei confronti delle città siciliane - ha ribadito - è un principio di solidarietà che esiste e che chiediamo al­­l’Europa ». Sono altri i conti che aggiun­ge l’europarlamentare della Lega Matteo Salvini: l’Italia dall’adesione all’Ue ad oggi «ha pagato circa 60 miliardi di euro in più di quanto ha ri­cevuto, è insensato che di fronte all’emergenza sbarchi lesini sulle risorse». Pretende dalla Commissione che per il 2011 «le imposte che il nostro Paese dovrebbe consacrare al meccanismo iniquo della correzione britannica, cioè circa 635 milioni di euro, resti­no sul nostro territorio e ven­gano usate per fronteggiare quello che è un problema di tutta l’Europa». Dalla Libia in fiamme c’è il rischio che arrivi «un vero e proprio esodo biblico» ha am­mes­so ieri il ministro alla Dife­sa Ignazio La Russa. Su tutto il territorio sono già partite le ri­cognizioni di caserme dove potrebbero essere ospitati i profughi in arrivo dall’Africa. Ha già fatto discutere l’ipotesi di usare i 4000 alloggi del «Re­sidence degli aranci », nella si­ciliana Mineo, in cui hanno vissuto 1.400 militari e ammi­­nistrativi della base di Sigo­nella in un mega centro di ac­coglienza. Il prefetto di Paler­mo che potrebbe fare i conti dalle prossime ore con un’on­data di sbarchi a Lampedusa potrà già contare su un contin­gente di duecento soldati. An­che se dai bilanci dello Sprar emerge che il bilancio del 2008 si chiuse con una spesa nazionale di 20 milioni di eu­ro per l’accoglienza dei rifu­giati. La metà (10.4 milioni) ri­partiti nei comuni del Nord. Una conferma alla preoccu­pazione di quegli amministra­tori del nord che hanno lan­ciato un Sos per fronteggiare l’emergenza.