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 2011  febbraio 25 Venerdì calendario

Scandalo sanità in Puglia, retata nel Pd - Manette a chi ha allungato le mani sul business-sanità

Scandalo sanità in Puglia, retata nel Pd - Manette a chi ha allungato le mani sul business-sanità. L’indecorosa fine del «sistema Pd» in Puglia, ma anche una brutale censura per tutto il cen­t­rosinistra nella regione puglie­se, sono sancite dal gip di Bari. Che ieri ha chiesto l’arresto del­l’­ex assessore regionale alla sa­nità, Alberto Tedesco, subito promosso senatore del Partito democratico ai primi sentori di una rovinosa inchiesta in suo danno. E in danno del suo parti­to, oltre che dell’ex capo di gabi­netto, Mario Malcangi, del di­re­ttore generale della Asl di Lec­ce e di imprenditori vari, spedi­ti ai domiciliari a margine di un procedimento sulla malage­stione della sanità (nomine di manager,appalti,concorsi,ap­poggi elettorali, etc) ricco di in­tercettazioni e approfondi­menti anche nei confronti del­l’attività del sindaco di Bari Mi­chele Emiliano e del governato­re ( «inindagabile» per sua stes­sa definizione, eppure ancora indagato nonostante la richie­sta di archiviazione della procu­ra) Nichi Vendola, il cui poli­ziotto caposcorta è finito ai do­miciliari. Le misure di custodia caute­lare potevano essere molte di più, ma il gip Giuseppe De Be­nedictis ha rigettato una quin­dicina di richieste cautelari avanzate dai pm Desirée Di Ge­ronimo, Marcello Quercia e Francesco Bretone. Le accuse di questo nuovo tsunami giudi­ziario, parallelo al filone intra­preso intercettando Giampao­lo Tarantini (quello del caso D’Addario), «già in rapporti di partnership con Giuseppe Te­desco, figlio di Alberto» vanno dalla turbativa d’asta alla corru­zione, dalla concussione al­l’abuso d’ufficio, fino alla frode in pubbliche forniture. Tra gli indagati anche il genero di Te­desco, Elio Rubino, e il capo­gruppo regionale del Pd Anto­nio Decaro, accusato d’aver «interferito presso Tedesco al fi­ne di ottenere il suo autorevole intervento al fine di aiutare un candidato che si era presenta­to al concorso» all’Arpa. E an­che se il gip ha «tagliato»il reato dell’associazione per delinque­re, lo ha fatto in modo poco lu­singhiero, confermando che l’indagine«ha portato alla luce l’esistenza di un collaudato si­stema criminale, stabilmente radicato nei vertici politico-am­ministrativi della Sanità regio­nale. Un sistema incentrato su logiche affaristiche e clientela­ri ». EMILIANO E IL «SOTTOSISTEMA» Il gip rimarca «l’importanza strategica duplice (sia econo­mica che politica)» dell’asses­sorato di Tedesco, utilizzando una telefonata tra lo stesso ex assessore e il sindaco di Bari, Michele Emiliano, all’epoca segretario regionale del Pd. I due, nel 2008, parlano delle vo­ci che indicavano un cambio in vista, con la nomina da par­te di Vendola del manager Lea Cosentino (indagata in un al­tro procedimento) al posto di Tedesco, e intravedono un ten­ta­tivo di sottrarre al Pd quel po­sto strategico. Tedesco : «No questa cosa lui (Vendola, ndr) se l’è completamente riman­giata ». Emiliano : «Ma niente! Secondo me questa è un’ope­razione tutta politica, perché lui dice io, in questa maniera mi impadronisco del sottosi­stema e, ovviamente, nelle prossime elezioni,l’assessora­to anziché stare in mano al Pd sta in mano a me». CONFLITTO «NOTO AI VERTICI» Tedesco venne «processato» dall’opposizione in un consi­glio regionale incentrato sul suo conflitto d’interessi, ma Vendola lo confermò comun­que nell’incarico. Eppure, scri­ve il gip, «gli interessi persona­li e familiari del Tedesco nel settore della sanità pubblica erano ben conosciuti dagli stessi vertici della regione Pu­glia che non erano tuttavia mai intervenuti per recidere tali cointeressenze». Solo con l’interrogazione, ironiz­za il gip, i «vertici» «improvvi­samente » si «rendevano con­to » di tale «incredibile situa­zione ». Ipotizzando di sosti­tuire l’assessore con un’altra persona «peraltro scelta esclusivamente in base alla sua fedeltà nei confronti del governatore». I DUE PESI DEL GOVERNATORE Vendola dovrebbe leggersi la nota del gip (pagina 128). Lì, re­lativamente alla sostituzione del direttore sanitario della Asl di Lecce, Franco Sanapo, volu­ta da Tedesco tramite appunto il direttore generale Scoditti e con il placet di Vendola, il giudi­ce ricorda che il governatore per quell’episodio è stato inda­gato, e che la procura ne ha chiesto l’archiviazione (allo sta­to, dopo mesi, non ancora con­cessa da un altro gip) ritenen­do quella rimozione «illegitti­ma ma non criminosa». Ma il gip rimarca come alla luce pro­prio della richiesta (tradotta in ordinanza per gli altri) suoi coindagati, «una medesima condotta di più persone è stata valutata in modo diametral­mente opposto sulla base di una valutazione psicologica di­versa operata dalla procura». NICHI «AD PERSONAM» Un’intercettazione tra Vendo­la e Tedesco, insiste il gip, sot­tolinea «la prassi politica dello spoil system che era di fatto tal­mente imperante nella sanità regionale da indurre il gover­natore Vendola, pur di soste­nere alla nomina di direttore generale un suo protetto, addi­rittura a pretendere il cambia­mento della legge per supera­re con una nuova legge ad usum delphini , gli ostacoli che la norma frapponeva alla no­mina ». Tedesco : «Quello non ha i requisiti (…)». Vendola : «Oh madonna santa, porca mi­seria, la legge non la possiamo modificare?». IL PIZZINO PER IL CONCORSO Nel favorire per un concorso al­l’Arpa il candidato legato al consigliere Pd Decaro, Tede­sco si autodefinisce «uomo dei pizzini», parla col presidente della commissione esaminatri­ce dell’Arpa, Marco De Nicolò, e gli consegna un biglietto col nome del candidato, Sabino Annoscia. Una microspia regi­­stra: Tedesco : «Sono diventato l’uomo dei pizzini». De Nico­lò : «Mi hai portato… ah, i pizzi­ni, ah». T: «Sì, siccome al telefo­no nessuno vuole parlare più (…) poi leggiti con calma que­sta cosa ».Più avanti,ancora Te­desco implorerà il direttore per far vincere il candidato, che aveva ottenuto un punteg­gio basso alla prima prova. Alle rimostranze di De Nicolò («Ci vuole un miracolo») Tedesco taglia corto: «Bisogna farlo (…) trova la maniera, ti prego». IL SENATORE E LA FAMIGLIA Il gip è certo: anche se Tedesco non è più assessore, quale sena­tore, può a tutt’oggi esercitare sul tessuto politico e ammini­­strativo, sia a livello locale che nazionale, le medesime con­dott­e illecite realizzate nel tem­po in cui era ai vertici della sani­tà regionale». Rapporti stabili con politici locali, imprenditori della sanità, funzionari Asl. Da oggi Tedesco può esercitare an­cora meglio il suo potere locale «forte del prestigio munus pu­blicum di senatore», carica «idonea a garantire, in via stru­mentale, la prosecuzione degli affari illeciti nel campo delle ge­stione sanitaria da parte del gruppo di potere».C’è poi la cir­costanza definita «dirimente» dal gip «che i figli e altri congiun­ti del senatore Tedesco erano e sono tuttora imprenditori nel mondo della sanità regionale, per cui basterebbe solo questo elemento a dimostrare, oggi, il persistente interesse dell’inda­gato alle vicende vitali di que­sto vitale settore».