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 2011  febbraio 25 Venerdì calendario

25 FEBBRAIO 1861 QUANDO IL REGNO S´ALLUNGA I TRENI SI FANNO STRADA - È

stata firmata stamattina una convenzione fra il ministero dei Lavori pubblici e la Società delle Strade ferrate livornesi per il completamento della costruzione e la prossima apertura al pubblico delle linee ferroviarie tra Firenze e Arezzo e tra Perugia e Ancona: iniziative che vengono considerate lampanti simboli di modernità, oltre che festosi passi avanti verso l´Italia unita. L´enorme aumento degli spostamenti "Italia per Italia", soprattutto di personalità pubbliche - fra i primi lo stesso sovrano, i suoi figli, i principi Umberto e Amedeo, e altri suoi familiari - hanno messo in risalto quanto c´è da fare nel campo dei trasporti. "Italia unita" è sinonimo di "Italia lunga". Alle strade ferrate sono dedicate in questi giorni varie pagine dell´Almanacco 1861, che comincia con lo spiegare gli enormi vantaggi offerti dal loro sviluppo. Si tratta di un "abbecedario del treno", accessibile a chiunque, di bassissimo prezzo d´acquisto e si può supporre che sia stato stampato grazie a un contributo pubblico. Vi si stabilisce, per cominciare, che «in questo moderno sistema di trasportare le persone e le merci si ravvisano due principali differenze dai metodi antichi. Prima differenza: la ferrovia è fornita di spranghe di ferro che chiamiamo rotaje. Seconda: essa è tirata da una macchina a vapore piuttosto che da cavalli o altri animali. La forza della macchina a vapore corrisponde a quella che avrebbero più di 200 cavalli che tirassero insieme. Rispetto alla politica, al commercio e alle relazioni sociali, l´importanza delle ferrovie diviene ogni giorno più manifesta».
Non si sa se nella parallela diffusione delle due notizie - incremento delle zone servite da strade ferrate e computo dell´intera popolazione del Regno d´Italia, in base a un recentissimo censimento - ci sia stato un accordo. Sta di fatto che, da oggi, ogni cittadino è in grado di conoscere il numero dei suoi connazionali. Ecco, qui di seguito, a quanto ammonta e in che modo si configura la popolazione complessiva del nuovo Regno d´Italia. Antiche province di terraferma del Regno sabaudo: abitanti 3.815.637. Lombardia: 2.771.647. Province napoletane: 6.843.355. Sicilia: 2.231.020. Toscana: 1.779.335. Modena: 609.139. Parma: 508.784. Sardegna: 573.115. Province romane adriatiche: 1.937.184. Provincia di Benevento: 23.176. In totale, poco più di 21 milioni di abitanti. A unità d´Italia compiuta, i sudditi originari di re Vittorio Emanuele risulteranno quasi quintuplicati.
Dall´Italia centrale a quella del Sud, l´apertura di un tratto ferroviario rappresenta - dicevamo - una festa, un raduno emozionante di popolo. Così è stato l´altro ieri per l´inaugurazione, alla presenza del principe Eugenio di Savoia Carignano, del nuovo tronco di ferrovia che porta da Sarno, nel Salernitano, a Sanseverino in Basilicata. Alle stazioni intermedie, Cancello, Nola, Palma Campania, Sangiorgio, il principe è stato salutato dalle acclamazione delle Guardie nazionali e dei cittadini di ciascun comune interessato; poi ha attraversato a piedi un tunnel appena costruito, sul cui imbocco risplende lo stemma sabaudo. Sulla porta che il corteo ha varcato, fra bandiere e trofei era collocato un enorme quadro che rappresentava Vittorio Emanuele a cavallo. Il principe Luogotenente, al termine del tragitto e della visita, ha ricevuto informazioni sugli studi in corso per dirottare la linea fino ad Avellino.
A tanti segni di entusiasmo si accompagnano anche aspri dissensi. In Toscana, ad esempio, ha suscitato un´impressione spiacevole l´annuncio dell´estensione, dal regno sardo-piemontese all´intera Italia, delle imposte stabilite dalla legge voluta dal ministro Gabrio Casati a carico degli studenti universitari. La tassa dovuta si aggira, per le lauree che prevedono cinque anni di studio, su un totale di circa duemila lire. Il quotidiano Il Contemporaneo esclama: «Se tanto si paga in Piemonte per l´istruzione che si chiama pubblica, immaginiamo che cosa si dovrebbe sborsare se essa non fosse pubblica ma privata!». In materia di organizzazione degli studi le critiche partono non soltanto dalla Toscana, ma da gran parte delle località - ex monarchie, ducati, arciducati e così via - acquisite con l´unificazione d´Italia. Ad aggravarle è il progetto, di cui si parla, sia pure con molta vaghezza, di creare un´unica Università di Stato, collocata a Pavia. Sarebbe come condannare a un esodo forzato migliaia di giovani residenti altrove. Altro che carrozze ferroviarie.
A Torino muore a 61 anni il generale Agostino Chiodo, già presidente del Consiglio del Regno di Sardegna. La notizia del decesso arriva ai colleghi, in Senato, e il vicepresidente Federigo Sclopis di Salerano prepara l´orazione da tenere il giorno successivo. «Al venerando vecchio - dirà - riservò ancora il cielo la sorte di poter vedere un gran trionfo dell´arma a cui appartenne, il Genio militare, e di stringere la destra vittoriosa dello espugnatore di Gaeta, che siede fra noi, il generale Menabrea».
Una nota informativa, emessa dalla presidenza del Consiglio, è stata intanto riprodotta con grande evidenza da tutti i giornali di questa capitale. Uno di essi, Il Contemporaneo, l´ha intitolata "Verginità cavouriana". Eccone il testo: «A proposito delle voci, circolate di recente, secondo le quali Camillo Benso conte di Cavour stesse per sposare una ricca signora inglese, si dichiara che il primo ministro del re Vittorio Emanuele non vuole prender moglie».