Federico Mello, il Fatto Quotidiano 25/2/2011, 25 febbraio 2011
RIME ERETICHE CONTRO I CASTA-MAN - È
tutto pronto. Si accendano gli amplificatori, i lettori Mp3, i woofer nelle auto e, pronti per la dance-hall estiva, si connettano le orecchie al cervello. Caparezza è tornato: Il sogno eretico, il suo nuovo disco, esce il primo marzo. Il singolo “Goodbye malinconia”, con Tony Handley, online da alcuni giorni, ha già raccolto applausi. Ma ascoltato intero, il disco risulta un insieme di stimoli, riflessioni, denunce, che faranno di sicuro parlare e ballare. “Nei miei dischi è sempre prevalente l’aspetto sociale – ci dice Michele Salvemini, in arte Caparezza, rapper da Molfetta classe 1973 noto per le rime intelligenti, la cantata nasale e un casco enorme di capelli ricci e neri – ma in questo album ci sono un paio di pezzi che sono più esplicitamente politici”. Due anni fa con il taranta-rap “Vieni a ballare in Puglia”, denunciò morti sul lavoro e scempi ambientali. Questa volta Caparezza è... l’eretico. “Componendo il disco, mi sono accorto che parlavo sempre di personaggi collocabili nell’ambito dell’eresia: Galileo Galilei, Giordano Bruno”.
Gente che usa la propria testa.
Gli eretici sono coloro che hanno tenuta alta un’analisi critica di ciò che li circonda.
Non solo vegani che si scagliano contro Santa Romana Chiesa.
In ambito religioso è normale arrivare a scardinare i dogmi. Ma ci sono anche delle eresie, come le mie, che tentano di scardinare dei dogmi politici o sociali.
Caparezza eretico per vocazione?
Anche in ambito musicale. Sono quello che suona gli strumenti, che ha un passato tutto suo (in un’altra vita senza peli in faccia, è stato anche autore di pezzi melodici, ndr), che affronta temi che gli altri non affrontano. Ho sempre fatto di testa mia.
Quanti sono gli eretici in Italia?
Non ne vedo tantissimi, ma quei pochi sono facilmente riconoscibili.
Come?
Sono quelli che vengono attaccati continuamente per le loro prese di posizione. Sono quasi tutti quelli ai quali vogliono togliere la voce. Ricordiamoci che Giordano Bruno quando è stato trascinato a Campo dei fiori prima dell’esecuzione, aveva una morsa che gli ostacolava l’uso della lingua e non gli permetteva di parlare.
E poi il rogo.
Oggi non bruciano nessuno, ma infilano la morsa sulla lingua per evitare che possano parlare.
Ne “La Ghigliottina” canti di “Contestazioni negli atenei, cortei, No-qualcosa-day, ma il re si gratta gli zebedei più di Tom Hanks in Cast Away”
Come si fa a fare la rivoluzione in un posto in cui non ti sente nessuno? E poi delegittimano ogni protesta, accusano tutti di essere condizionati da questa o quella parte politica.
E a che servono allora gli eretici ?
Più forte è il dogma più importante è la presenza di chi lo scardina.
Canti che dall’Italia-Malinconia se ne vanno tutti. E ll tuo goodbye non è piaciuto al ministro Rotondi.
Ha detto che in un paese normale io non venderei i miei dischi. Sono completamente d’accordo. Perché vendo i dischi e questo significa che non è un paese normale.
Da Klaus Davi hanno detto che il tuo pezzo era contro Milano...
Ci pensi? Non c’è una sola parola contro Milano. Ci ho solo girato il video: se l’avessi girato a Pisa avrebbero detto che era un pezzo contro Pisa? È assurda la superficialità con la quale si maneggia l’arte oggi.
Con Alborosie in “Legalize the premier”, invece dei rasta-man parlate dei casta-man: “Sensimilla e ganja no ma il mio seme spargerò”.
Il discorso va oltre. Il seme che lui sparge non riguarda le vicende attuali. Questo governo, piuttosto, al potere da quindici anni, ha sparso il suo seme ovunque.
Nella giustizia per esempio.
Ha creato delle leggi che valgono per tutti. Il falso in bilancio è depenalizzato, e potrà approfittare chiunque. Come quando si asfalta una strada: poi ci passeranno sopra. Chiunque ora lo sa, chiunque, andando al governo, potrà fare delle leggi per depenalizzare reati che lo riguardano.
In “Chi se ne frega della musica” canti: “La rete non è Che Guevara anche se si finge tale”.
Le classifiche di iTunes sono uguali a quelle della tv. Online le notizie alternative ci sono ma è difficile che qualcuno se le vada a cercare. Spero invece che si faccia un uso alternativo di questo strumento che ha delle possibilità enormi.
“Non siete Stato voi” sembra un editoriale poetico per il Fatto Quotidiano: “Non siete Stato voi che brindate con il sangue di chi tenta di far luce sulle vostre vite oscure. Non siete Stato voi che vorreste dare voce a quotidiani di partito muti come sepolture”.
È proprio un pezzo di pancia. Che non ha neanche la caratteristica ironia delle cose che faccio, non faccio nemmeno la voce tipica per la quale sono conosciuto. È come quando non ce la fai più e non ti va più neanche di scherzare. Se uno come me arriva a parlare della realtà
che lo circonda senza aver
più voglia di scherzare vuol
dire che tutte le carte sono
state giocate.
Che rimane?
L’indignazione fortissima e la rabbia che si sono tradotte in quel pezzo.
Vedi qualche cambiamento all’orizzonte?
Spero che tutto quello che sta succedendo non allontani la gente col famoso “me ne frego”. Maturo una speranza nelle persone creative: spero che la capacità critica di ognuno riesca a contagiare tutto.