LUIGI BOLOGNINI , la Repubblica 24/2/2011, 24 febbraio 2011
SENZA STIPENDI LA PRO PATRIA OCCUPA LO STADIO - MILANO
Nel primo pomeriggio è arrivato il furgoncino carico di materassi, coperte e brandine e alcuni vecchietti hanno iniziato a scaricare piano. Intanto i giocatori della Pro Patria sono andati sul campo ad allenarsi e quando sono tornati negli spogliatoi hanno avuto parecchie difficoltà a muoversi, con tutti quei lettini tra i piedi. Da ieri e per almeno tre giorni lo stadio Speroni di Busto Arsizio è la nuova casa dei calciatori, del tecnico Raffaele Novelli e di un gruppo di tifosi solidali con la loro squadra che da luglio non riceve gli stipendi. Un´occupazione che per i giocatori, appena sfrattati per non aver pagato l´affitto, è stata una necessità, non solo una provocazione.
Splendori e miserie del calcio si potrebbe intitolare la storia della Pro. A fine anni Quaranta era in serie A e aveva tesserato (senza mai poterlo schierare per motivi politici) il più forte calciatore dell´epoca, l´ungherese Laszlo Kubala. Ora passa di padrone in padrone con l´unica certezza che i soldi non arrivano. Il neo presidente Massimo Pattoni ha fatto sapere che venerdì si sbloccheranno i pagamenti, per ora c´è scetticismo. Il paradosso è che, a differenza di situazioni in cui allo sfascio contabile segue quello tecnico, i varesotti sono secondi in seconda Divisione (la fu C2), e senza la penalizzazione di 4 punti per i mancati pagamenti sarebbero in testa. L´ultima conseguenza è stata a inizio mese la cessione praticamente gratis alla Nocerina del capocannoniere Francesco Ripa.
Anche domenica la Pro giocherà regolarmente nella trasferta di Sacile (pagata non si sa con quali soldi, forse una colletta tra tifosi), che però sarà stata preparata dormendo all´interno dello stadio. Comodo per gli allenamenti, dei giocatori tutti casa e lavoro: le battute si sprecano. Ma qui da ridere c´è poco, anzi un bel niente. E non basterà a consolare i giocatori neanche la grigliata di stasera offerta da un tifoso macellaio. Ci saranno anche i dolci di un ultras pasticcere, ma non leveranno l´amaro dalla bocca per un calcio che ha sempre più difficoltà a far quadrare conti miliardari, figuriamoci il tempo e la voglia di badare anche ai proletari.