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 2011  febbraio 24 Giovedì calendario

ANCORA 3 MESI D’AUTONOMIA. L’ITALIA ESORCIZZA IL RISCHIO GAS

La Libia è in fiamme. Il Canale di Suez è rientrato nella "top ten" delle aree più calde del mondo. E l´Italia torna a fare i conti con l´annoso nodo della sua scarsa autosufficienza energetica. Cosa succederebbe se d´improvviso i nostri fornitori di idrocarburi (la benzina che fa girare l´85% dell´economia tricolore) chiudessero i rubinetti? Semplice: il Belpaese sarebbe in grado di estrarre in proprio il 7% del petrolio che usa - per lo più in Basilicata - e il 10% del gas, soprattutto dai giacimenti della Val Padana. Per il resto dovrebbe far ricorso alle riserve strategiche: un tesoretto di greggio - conservato nei serbatoi dei produttori - che ci garantisce (per legge) 90 giorni di autonomia, più le scorte strategiche e stagionali di gas: in questo momento 9 miliardi di metri cubi pompati sottoterra in nove ex-giacimenti esauriti, in grado di far funzionare caldaie e fornelli tricolori per almeno un paio di mesi.
Lo scenario, naturalmente, è apocalittico. Il ministero dello Sviluppo Economico guidato da Paolo Romani ha però voluto fare lo stesso il punto della situazione ieri, riunendo il Comitato emergenza gas alla vigilia di un Copasir in cui sul tema sarà ascoltato l´ad dell´Eni Paolo Scaroni. Oggi, è il messaggio, non c´è problema: i 9 miliardi di metri cubi l´anno (il 12% dei nostri consumi) pompati verso la Sicilia da Greenstream, il gasdotto dalla Libia chiuso da martedì, sono già stati sostituiti con altre forniture. Non è stato difficile: sul mercato c´è un eccesso di offerta, tanto che i prezzi nelle ultime ore non si sono spostati di molto. E il Tag, che porta fino a Tarvisio il gas russo, ha una capienza non utilizzata pari 18 miliardi di metri cubi annui.
L´Italia correrebbe rischi maggiori - secondo il Comitato - in caso di una chiusura di Transmed, il gasdotto algerino che fornisce un terzo del nostro fabbisogno. In quel caso bisognerebbe metter mano alle riserve stivate sottoterra (5,1 miliardi di metri cubi quelle strategiche più i 3,8 di stagionali) in grado di traghettarci fino al prossimo inverno, periodo in cui i consumi raddoppiano. Sperando nel frattempo che la situazione geopolitica migliori o bussando a Mosca per ampliare le forniture. Vladimir Putin ha già fiutato l´aria e - forte del potere negoziale russo - si è presentato ieri a Bruxelles con il nodo dell´energia in cima alla sua agenda. A fianco di una lunga lista di richieste di concessioni dalla Ue.
E il petrolio? La situazione, su questo fronte, è meno preoccupante. Materia prima ce n´è in abbondanza: la Libia produce 1,2 milioni di barili al giorno ma l´Opec potrebbe dalla sera alla mattina metterne sul mercato 4,9 milioni in più. Il problema, come dice il direttore generale della Saras Dario Scaffardi, «è il prezzo». «In Mediterraneo c´è un eccesso di offerta - continua - e l´elasticità della logistica di settore consente di cambiare in poche ore il fornitore senza troppe difficoltà». Al posto della Libia ad esempio, «si può comprare il greggio del Mare del Nord, dell´Azerbaijan o della Nigeria». Se oltre alla Libia anche l´Algeria sospendesse la produzione, però, il prezzo del petrolio – ha calcolato Nomura – schizzerebbe a 220 dollari al barile.
Sul fronte delle riserve d´oro nero l´Italia ha le mani legate. I produttori conservano "scorte d´obbligo" pari a tre mesi di consumi. Ma a deciderne lo smobilizzo - spiegano in Unione Petrolifera - non è il governo italiano ma l´Agenzia Internazionale dell´energia. E il via libera arriva solo in caso di interruzione fisica della fornitura come è successo durante la guerra del Golfo del ‘90.
Se l´accesso a gas e petrolio fosse bloccato d´improvviso e per un periodo lungo, l´unica arma in mano al governo sarebbe quella di intervenire per ridurre i consumi: due gradi in meno del riscaldamento di casa valgono un risparmio vicino al 16% circa sulla bolletta energetica nazionale del gas. Più o meno 14 miliardi di metri cubi in meno l´anno, ben più degli idrocarburi che viaggiavano fino a ieri attraverso Greenstream.