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 2011  marzo 02 Mercoledì calendario

ECCO IL SISTEMA PER VINCERE IL SUPERENALOTTO

Con le lotterie, si dice, possiamo permetterci di fare sogni grandiosi per pochi euro. Perché dunque, con tutti i gravi problemi che affliggono il nostro Paese, soffermarsi ad analizzarle? Verrebbe voglia di chiudere gli occhi e godersi il sogno.
Nel 2009, tuttavia, gli italiani hanno speso in lotterie e altri giochi 54 miliardi di euro, e nel 2010 oltre 60. Cifre da capogiro, pari a più del doppio della nostra manovra finanziaria, che meritano alcune riflessioni. La prima è che i giochi d’azzardo non sono equi. Equa è la ruota della fortuna a 100 numeri in cui si gioca con un euro e se ne vincono 100. Le lotterie sono giochi in cui il biglietto è molto caro rispetto all’irrisoria probabilità di vincere: il banco vince sempre.
Perché allora tante persone spendono tanto in giochi?
Perché pagano, si dice, l’acquisto dell’emozione del sogno. Ma questo non spiega. Ci rispondono invece le scienze cognitive che misurano sperimentalmente gli errori sistematici della nostra intuizione probabilistica. Anzitutto sovrastimiamo le probabilità molto piccole: una su un miliardo non è percepita così diversa da una su mille. Inoltre, la propensione al rischio è tanto più grande quanto più ci si sente in condizioni di difetto rispetto alla media o alle proprie aspettative: si comincia a giocare sognando una ricchezza erroneamente percepita accessibile. Appena si inizia a perdere si accetta un rischio sempre più grande. Più si gioca più si perde, più si perde più si rischia.
Un altro errore dell’intuito, che viene da una comprensione distorta della legge dei grandi numeri, è puntare sui numeri ritardatari. Nessun ritardo permette una previsione di uscita: le estrazioni successive delle lotterie sono indipendenti da quelle precedenti. Infine un classico errore dell’intuito: giocare i cosiddetti sistemi che escludono le combinazioni improbabili. Ma anche le combinazioni improbabili sono credenze popolari che danno origine ai vari commerci di numerologi, maghi...
In fondo però, si dice, lo Stato riempie le casse di svariati miliardi con lotterie e giochi d’azzardo e molti pensano che questa tassazione volontaria renda bene. Tuttavia, per valutare il guadagno di uno Stato non basta guardare il gettito erariale. Il monopolio del tabacco in relazione al vizio del fumo era considerato un ottimo affare per lo Stato prima di capire che costava molto più di quanto rendeva a causa dei costi sociali.
E il vizio del gioco d’azzardo? Il pensionato, il lavoratore dipendente, lo studente che spendono in lotterie non spendono in altri modi. Si sa per esempio che mangiano meno sano, vanno meno in vacanza o al cinema, non cambiano l’auto. Tutti settori economici che producono non solo gettito erariale, ma stimolano l’economia in senso ampio favorendo cultura e tradizione, ricerca e innovazione. Poi ci sono i danni di chi rovina famiglie e aziende per il gioco, nella vana speranza di potersi arricchire con la fortuna invece che col lavoro quotidiano, e una moltitudine di danni indiretti.
La questione lotterie, che coinvolge soprattutto le fasce sociali più deboli, non è di facile risoluzione. La proibizione non risolverebbe nulla e la libertà di disporre delle proprie risorse è irrinunciabile.
A tal fine è utile chiedersi perché, a pari libertà, un francese gioca circa un terzo di un italiano. Una possibile spiegazione è che la cultura scientifica in Francia ha una diffusione sociale molto più capillare: tutti sono tentati dai giochi, ma il pensiero razionale fa capire subito che quel sogno costa troppo, e che conviene sognare nel modo tradizionale o leggendo un libro, o andando a teatro. Una soluzione per il lungo termine potrebbe essere quindi quella seguita da diversi Stati nord-americani e da alcuni di quelli europei: destinare in larga misura i proventi dei giochi alla promozione e al consolidamento della cultura scientifica, uno strumento irrinunciabile per scegliere in modo informato e responsabile.

* Pierluigi Contucci, docente di Fisica matematica all’Università di Bologna, interverrà il 24 febbraio a Bologna all’incontro «Lotterie, anatomia di un sogno».