Giusi Fasano, Corriere della Sera 24/02/2011, 24 febbraio 2011
ARRESTATI FRATELLO E NIPOTE DI MISSERI —
Nel libro infinito di Avetrana c’è un nuovo clamoroso capitolo: l’arresto, per soppressione di cadavere, di Cosimo Cosma e Carmine Misseri, cioè nipote e fratello di Michele Misseri, l’uomo accusato di aver ucciso la nipotina Sarah Scazzi assieme a sua figlia Sabrina, il 26 agosto dell’anno scorso. Michele è in carcere dalla notte del 7 ottobre, quando fece ritrovare in un pozzo vicino ad Avetrana il cadavere della quindicenne strangolata. Sua figlia è nello stesso penitenziario (a Taranto) dal 15 ottobre, dopo che il padre l’ha chiamata in causa («l’ha uccisa lei, io l’ho solo nascosta» ). E adesso sono a poche celle da lui anche il nipote, unico vero amico di Michele, e il fratello, che invece non aveva rapporti stretti con lui ma al quale, secondo gli inquirenti, il contadino di Avetrana si sarebbe rivolto «per chiedere aiuto» . La decisione del carcere per i due nuovi protagonisti di questa storia la spiega il giudice delle indagini preliminari Martino Rosati nell’ordinanza con la quale accoglie le testi dei pm Mariano Buccoliero e Pietro Argentino. «È indispensabile — scrive il gip— impedire con la massima urgenza che Cosma e suo zio Carmine possano concordare difese posticce per neutralizzare le gravi contraddizioni e menzogne contenute nelle loro dichiarazioni e in quelle dei loro familiari» . Ci sarebbe, insomma, una «eccezionale intensità del pericolo di inquinamento delle prove» , cosa che per il giudice giustifica la carcerazione di tutti e due per i prossimi 30 giorni. Dopodiché si deciderà se prolungare il termine oppure no. Cosimino, che qui tutti chiamano «Mimino» e Carmine, più conosciuto come Carmelo, avrebbero aiutato Michele Misseri a fare in modo che il cadavere di Sarah sparisse per sempre e, secondo l’ordinanza del gip, le loro mogli li avrebbero coperti dichiarando il falso nei vari interrogatori. «Michele Misseri non può aver fatto tutto da solo perché non ne ha avuto il tempo» scrive il giudice. «Una sola persona ha chiamato mentre si trovava nella zona del pozzo e questo è suo fratello Carmine. Nessuno sa con precisione, nemmeno la moglie, dove Carmine sia andato e cos’abbia fatto il pomeriggio del 26 agosto fra le 15.08 e le 17.25 e lui ha il terrore di essere coinvolto nella vicenda e di quello che hanno riferito o potrebbero riferire il fratello Michele e il nipote Cosma» . Gran parte di questa nuova ordinanza fa perno sulle intercettazioni, ambientali e telefoniche. In uno scambio di battute registrato il 9 novembre fra Carmine e sua moglie Lucia si sente lui che ripete a lei quel che ha appena detto ai magistrati. I pm gli aveva chiesto conto di una telefonata ricevuta dal fratello: 37 secondi alle 15.08 del 26 agosto, proprio mentre Michele agganciava la cella telefonica del pozzo dov’è stata nascosta Sarah. Carmine ripete domande e risposte a sua moglie: «Allora? Quando ti ha telefonato cosa ha detto?... Che erano scappati i cavalli..."E aggiunge: «Io lo avevo imparato a memoria, no....» . Per gli inquirenti aveva «imparato a memoria» una versione «concordata» che poi ha ripetuto anche suo fratello, dal carcere «rendendo palese — scrive il gip — una circolarità di informazioni in ambito familiare piuttosto sospetta visto che Michele Misseri è detenuto dal 7 ottobre» . L’ordinanza ricostruisce spostamenti e telefonate di Mimino e Carmine il giorno dell’omicidio e nessuno dei due è stato in compagnia della propria moglie come le due donne hanno invece raccontato ai carabinieri. «Ti ho salvato le chiappe... le tue» dice Lucia al marito in una intercettazione. Poi ci sono i contatti sospetti fra Michele e Mimino: sempre moderati e improvvisamente troppi, soprattutto il giorno del fermo di Sabrina (ventidue). C’è la frase che Carmine dice a sua moglie: «Cosma ha aiutato zio Michele a buttare la bambina nella cisterna... Sarah Scazzi» , ritenuta importante dai pm ma che il gip sminuisce immaginando invece che quella volta Carmine abbia ripetuto a Lucia «parole a lui rivolte da una terza persona, un investigatore, un giornalista...» . Nelle carte che la procura ha passato al giudice per chiedere questi nuovi arresti c’è, come sempre, un posto anche per Cosima, la moglie di Michele. C’è scritto: «Occorre chiarire con precisione chirurgica il ruolo avuto da Cosima presente al momento del fatto in casa e reticente e contraddittoria» . Non è detto che il caso Avetrana sia finito qui.
Giusi Fasano