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 2011  febbraio 24 Giovedì calendario

Re Abdallah concede i sussidi Ma 35 miliardi di dollari non smorzano l’ira dei sudditi - Dipenderà dal buonumore per la riuscita convalescenza dopo due operazioni alla spina dorsale, ma la prodigalità del re saudita Abdallah, che ieri ha concesso sussidi per 35 miliardi di dollari, lascia i sudditi a dir poco scettici

Re Abdallah concede i sussidi Ma 35 miliardi di dollari non smorzano l’ira dei sudditi - Dipenderà dal buonumore per la riuscita convalescenza dopo due operazioni alla spina dorsale, ma la prodigalità del re saudita Abdallah, che ieri ha concesso sussidi per 35 miliardi di dollari, lascia i sudditi a dir poco scettici. Difficile sondare i social network in uno dei Paesi più imbavagliati del mondo, ma tra i tweet criptati che rimandano alle rivoluzioni tunisina, egiziana, libica, @khalifa posta sibillino: «Vuoi qualcosa, prendilo». Nonostante i rumori di fondo, la melodia della primavera araba si ode nitida fino a Riad. La monarchia finge d’ignorare l’appuntamento con l’11 marzo, «il giorno della rabbia» convocato via Facebook e sottoscritto per ora da 460 attivisti. Ma c’è un curioso sincronismo tra il feroce tramonto di Gheddafi e l’aurora annunciata dall’86enne sovrano che celebra il proprio ritorno dal Marocco promettendo 10 miliardi di dollari in prestiti per gli alloggi, aiuti ai disoccupati, un aumento di stipendio del 15% per un milione di impiegati pubblici. Basterà a puntellare la complicata alleanza con l’Occidente, diviso tra la sete di petrolio e il sostegno alla democrazia? I tre mesi che re Abdallah ha trascorso tra New York e Casablanca sembrano un secolo. Il presidente tunisino Ben Ali e quello egiziano Mubarak sono caduti. Il leader della Jamahiriya traballa. Ieri, durante il suo incontro con il sovrano del Bahrein Isa al-Khalifah, migliaia di manifestanti chiedevano riforme nelle strade della capitale del Bahrein Manama. Un sottofondo sinistro nel regno che non ha parlamento eletto né partiti politici e non tollera alcuna forma di dissenso. Il giorno della «rabbia saudita» rivendica l’elezione popolare del premier e dei membri del Consiglio della Shura, l’indipendenza della magistratura, l’abolizione delle «restrizioni illegali» alla libertà delle donne. Salutando i beduini danzanti che lo attendevano all’aeroporto il monarca ha accordato soldi e il rilascio di alcuni detenuti per reati finanziari. Nulla però sul piano delle riforme politiche e sociculturali, nessuna chance di elezioni municipali. Le proteste contro la mala gestione dell’inondazione esplose a Gedda a fine gennaio si risolsero con decine di arresti. Un secolo fa.