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 2011  febbraio 22 Martedì calendario

«UN E-BOOK E 200 EURO. COSÌ HO BATTUTO ECO»


In una classifica di vendita ha superato senza sforzo Ammaniti ed Eco. Sto parlando di Camilleri o di Saviano? No, della firma di Libero Paolo Nori. Già questa sarebbe una notizia, ma la notizia è doppia: lo scrittore parmigiano ha battuto sia i succitati autori che i relativi editori, nella fattispecie Einaudi e Bompiani, mica bruscolini, con cui compete direttamente da quando ha fondato una sua piccola casa editrice, la Sugaman. Ce ne sarebbe da far crollare i titoli Mondadori e Rcs e tutto il mondo della grande editoria, se non fosse che il bestseller in questione è un e-book, un libro elettronico, uno di quei nuovi oggetti impalpabili di cui tutti parlano ma che nessuno riesce a quantificare economicamente (il numero dei lettori effettivi è molto più misterioso della ricetta della Coca-Cola, ormai svelata, pare). Provo a capirci qualcosa con il diretto interessato.
Ma a questo Bookrepublic, il sito nella cui classifica ti ritrovi al primo posto, bisogna crederci?
«Sì, è uno dei siti più importanti per l’acquisto di libri digitali, io credo che dipinga una situazione reale, anche se il numero preciso di copie ancora non lo so, non me l’hanno ancora girato».
Tranquillo, neppure nell’editoria cartacea si riescono a sapere i dati di vendita: quelli veri, dico.
«È comunque una bella novità, un motivo di speranza, che ad arrivare in cima sia una piccola casa editrice indipendente e con un testo singolare».
Non solo nel contenuto, anche nel titolo: “La matematica è scolpita nel granito”.
«Sono i diari delle mie partecipazioni al “Cabudanne de sos poetas”, un festival poetico che si tiene ogni anno a Seneghe, in provincia di Oristano. I ricavati delle vendite del libro andranno a favore della manifestazione».
Singolare pure il nome della casa editrice: che cosa significa? «Sugaman, in dialetto reggiano, vuol dire asciugamano ed è anche una specie di offesa. L’ho sentito una volta in un bar di Reggio. C’era davanti un’automobile ferma col motore acceso e la barista ha gridato al guidatore: “Smorza quella macchina lì, sugaman...”. Quando io e il mio socio di Cuneo, Alessandro Bonino, abbiamo dovuto dare un nome alla nuova casa editrice, abbiamo scelto quello, sembra anche un po’ inglese».
Totò ha fatto il militare a Cuneo, tu a Cuneo ci fai l’editore. È sempre un modo per diventare uomini di mondo?
«Una casa editrice di e-book può avere sede ovunque, nei Caraibi, in Moldavia o appunto a Cuneo, il luogo è indifferente».
L’e-book libererà noi scrittori di provincia dalla schiavitù del milanocentrismo e del romacentrismo?
«A me sembra di essere tornato ai tempi delle radio libere, che spuntavano ovunque e senza grandi investimenti, con una spesa minima, riuscivano a farsi seguire da tutti».
A proposito, quanto hai speso per la Sugaman?
«In due abbiamo speso 200 euro».
Duecento?
«Duecento».
Con 200 euro si va a pranzo da Bottura a Modena.
«Oppure si fa una casa editrice digitale a Cuneo».
Ma scusa, soltanto il dominio, www.sugaman.com, non dovrebbe costare di più?
«In rete ogni tanto ci sono delle offerte, il mio socio è bravissimo ad approfittare delle promozioni. Poi chiaramente il lavoro lo facciamo tutto da soli, compresa la revisione delle bozze che è impegnativa come nell’editoria cartacea. Siamo due persone che contemporaneamente fanno altre cose, quindi pubblicheremo circa un libro ogni due mesi, non ci corre dietro nessuno».
I prossimi titoli?
«Non li diciamo perché vogliamo siano una sorpresa. Ti posso però dire la tipologia dei testi che intendiamo pubblicare: noi vorremmorenderenuovamentedisponibili libri magari eccezionali però fuori commercio. Sembra impossibile, ma capita spesso: ad esempio, Mattatoio n° 5, il libro di Kurt Vonnegut sul bombardamento di Dresda, per 20 anni non si è trovato in libreria. Non saranno necessariamente romanzi: con l’e-book si possono pubblicare anche scritti di 40 cartelle».
Musica per le orecchie di noi laconici.
«Sì, l’e-book funziona molto bene con i libri piccoli, se Castelvecchi non ci avesse pensato prima avrei pubblicato il Manifesto per la soppressione dei partiti politici di Simone Weil».
Sbaglio o così il lettore spenderà molto meno?
«Dipende. Noi siamo nati proprio perché non ci piaceva che i libri elettronici costassero quasi quanto le edizioni cartacee. Prendi il caso del mio ultimo libro per Einaudi, I malcontenti: cartaceo costa 16 euro, digitale 12,99, meno del 20% di sconto».
Nonostante l’editore risparmi carta, spedizione, rese...
«Un prezzo così alto è giustificato solo dal volerci andare piano».
Dal non voler vendere davvero...
«Capisco la diffidenza delle grandi case editrici, comprendo le resistenze, mi rendo conto che se l’e-book sfondasse molti di quelli che lavorano nella distribuzione e nelle librerie dovrebbero cambiare mestiere, ma I malcontenti in e-book io stesso non lo comprerei mai, visto che alla Coop Ambasciatori di Bologna, dove mi fanno il 20% di sconto, la copia di carta la pagherei meno, 12,80».
Il 20% di sconto non è poco.
«Non è poco sono un buon cliente, compro tanti libri».
E invece il tuo libro uscito con Sugaman?
«Costa 4,90 euro contro i 10 del libro di carta, meno della metà».
Fin qui tutto bene, ma io ho una paura: che assieme alla carta scompaiano i diritti d’autore, un po’ com’è successo con la musica che quasi tutti scaricano gratis, illegalmente.
«Questo è un rischio che si riduce tenendo i prezzi bassi, con funzione dissuasiva: perché rubare qualcosa che costa soltanto quattro euro? Solo una percentuale di persone preferirà scaricarlo gratis, e pazienza».
Speriamo che la percentuale sia bassa.
«Bassa o alta, succederà come nella musica: verrà incentivata l’attività dal vivo. Io già faccio un centinaio di letture all’anno». Cento letture all’anno, pubbliche e pagate, sono tantissime. «C’è gente che ne fa più di me, Gianluca Morozzi, a esempio, fa dei tour lunghissimi, credo 200 date l’anno».
Questa è davvero una notizia magnifica: grazie agli e-book gli scrittori scriveranno di meno e leggeranno di più.