Manuela Sasso, Lettera43.it 21/2/2011, 21 febbraio 2011
Archeologi nella Rete - Che fine ha fatto Indiana Jones? Non cercatelo nei pressi di uno scavo archeologico
Archeologi nella Rete - Che fine ha fatto Indiana Jones? Non cercatelo nei pressi di uno scavo archeologico. E neppure vicino a un tempio maledetto nascosto in qualche parte del mondo. Lo troverete, invece, davanti al computer con gli occhi puntati sullo schermo e con l’applicazione Google Earth che funziona a pieno regime. GOOGLE BATTE L’AVVENTURIERO. Insomma, il personaggio interpretato con scanzonata disinvoltura da Harrison Ford, protagonista di quattro film di avventura diretti da Steven Spielberg ormai appartiene al passato. Lo prova la scoperta di David Kennedy, docente di Archeologia dell’University of Western Australia (l’ateneo dell’Australia Occidentale): usando le immagini ad alta definizione di Google Earth è riuscito a scoprire 1.082 tombe di pietra in Arabia Saudita per un totale di 1.977 potenziali siti archeologici. Il tutto, va da sé, senza uscire dal proprio ufficio. La notizia è stata diffusa dal Journal of Archaeological Science, un’autorità in materia. L’ARABIA SAUDITA DALL’ALTO. Come ha fatto? Semplice: ha passato sotto la lente di ingrandimento ben 1.240 chilometri quadrati in Arabia Saudita, utilizzando la modalità ’vista dall’alto’ (che dà l’impressione, a chi la utilizza, di volare sopra la porzione di territorio selezionata) dell’applicazione del colosso del web. Aggirando, tra l’altro, anche un ostacolo che fino a poco tempo fa era considerato insormontabile. PRIMA IL WEB, POI IL SOPRALLUOGO. L’Arabia Saudita, infatti, vieta foto dall’alto del proprio territorio. Kennedy, invece, ha visualizzato sul computer aree vastissime di un territorio che le autorità saudite non mostrano volentieri agli stranieri. Poi si è servito della complicità di un amico che vive in Arabia Saudita: lo ha inviato nelle zone a verificare, con fotografie, che le sue scoperte più interessanti fossero realmente siti archeologici. Ne ha avuto conferma e ora attraverso l’Università dell’Australia Occidentale, sa tentando di organizzare un sopralluogo in quello che considera l’insediamento più antico, che risale ad almeno novemila anni fa. Per confermare questa intuizione, infatti, servono analisi più approfondite.