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 2011  febbraio 22 Martedì calendario

IL MIO APPELLO AI POLITICI: FINANZIATEVI CON GLI SPONSOR

Non senza un moto di compassione ammiriamo, in attesa del meteo e del Tg serale, i nostri campioni sportivi che sgambettano come arlecchini, coperti da capo a piedi di toppe variopinte con l´elogio dei più svariati prodotti, dai bulloni alla cioccolata al latte e al gas naturale. Nessuno si sogna di criticarli per i relativi compensi, anche se non è il caso di chiamarli onorari, termine forse un po´ troppo onorifico.
Resta solo il dubbio su cosa abbiano a che fare le gesta di questi atleti, in pista o sui campi da gioco, con le polizze assicurative o le marche di birra che esibiscono. È alquanto improbabile che la chiave di questo mistero sia disvelata al pubblico. Ma non sarà questo a raffreddare l´entusiasmo dei fan, che peraltro non cede neppure davanti all´inevitabile rito del battesimo con l´appiccicoso spumante riversato sulle magliette.
C´è però da chiedersi come mai solo i signori e le signore dello sport siano indotti a sottostare a pratiche di questo tipo. Perché tanti altri personaggi di spicco non condividono la sorte dei nostri più valenti atleti, e non si presentano targati, con tanto di etichette pubblicitarie cucite addosso?
Uno sguardo preoccupato alla cassa
I primi a venirmi in mente sono gli esponenti più in vista della nostra fiorente economia. Al confronto con gli sportivi, i suoi esponenti appaiono sbiaditi, senza neppure il luccichio di una croce al merito federale sul risvolto del doppiopetto scuro su misura. L´unica spiegazione è che i loro conti privati siano talmente ipertrofici da indurli a rinunciare con leggerezza alla manna pubblicitaria, come si lasciano le noccioline sul bancone di un bar.
Ma questa spiegazione non può valere per il nostro personale politico, notoriamente assai meno retribuito di un qualsiasi giovane esperto finanziario o divo incanutito della cosiddetta canzone pop. Qui salta agli occhi la mancanza di quella giustizia sociale di cui tanto si parla. Non c´è da stupirsi se i tesorieri dei partiti guardano con preoccupazione alla cassa e invocano sovvenzioni. Si trovi dunque finalmente il coraggio di risolvere una volta per tutte l´increscioso problema del finanziamento dei partiti, proponendo alla classe politica di riformare il proprio look sull´esempio dei campioni del salto con gli sci, o su quello delle atlete del lancio del martello. Di certo, i pubblicitari non avrebbero nulla da eccepire.
Uno spot per darsi un profilo
Così, da un giorno all´altro potremmo ritrovarci, alle conferenze stampa come alle riunioni o ai comizi, davanti a uno spettacolo non solo familiare, ma anche variegato e ricco di sorprese. L´uso dei più noti slogan diffusi dalle Tv e dai media, come ad esempio «nulla è impossibile», «non sono mica scemo», o ancora «spilorci è come dire porci» servirebbe tra l´altro a dimostrare, al di là di ogni possibile dubbio, quanto i politici siano vicini alla gente. Dunque, basta con i malinconici completi in grisaglia! A ciascuno l´opportunità di costruirsi un profilo attraverso la scelta di un´etichetta pubblicitaria. Potremmo senz´altro contare su un´impennata degli indici d´ascolto delle quotidiane interviste; e ogni discorso ufficiale contribuirebbe a diffondere nel mondo intero i più importanti marchi del made in Germany, con indubbi vantaggi per le nostre esportazioni.
L´obiezione più ovvia è che in questo modo si favorirebbero le megaimprese dotate di maggiori possibilità finanziarie; ma è facile rispondere che anche i rappresentanti dei lavoratori potrebbero cogliere al volo l´occasione: perché non sostituire le sempiterne, accanite, uggiose contrattazioni con qualcosa di più leggero, come un allegro spettacolo carnevalesco? I sindacalisti potrebbero così incassare cifre ragguardevoli, da utilizzare per la riduzione dei contributi degli iscritti, o per rimpinguare la cassa di solidarietà.
Non ci sarebbe bisogno di revisori interni per fare chiarezza sull´origine dei fondi, e neppure di commissioni inquirenti, dato che ciascuno sarebbe targato, col nome dello sponsor scritto sul petto, a tutto vantaggio della trasparenza. E´ sempre bene sapere da dove vengono i soldi. Emergerebbe così in piena luce il senso di un detto popolare tedesco, che trova conferma in tutti gli spettacoli sportivi: a lungo andare vince l´onestà.
© (Testo già pubblicato dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung
Traduzione di Elisabetta Horvat)