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 2011  febbraio 21 Lunedì calendario

BELGIO COME SI VIVE SENZA GUIDA

(manca inizio) - E invece. Se ne sono andati tutti, lui è dovuto restare, unico inquilino di un palazzo semideserto dove anche gli impiegati sono stati temporaneamente spediti a casa, a paga ridotta. Dove i passi nei grandi corridoi risuonano come unico segno di vita. La casa del governo nazionale. Sono passati otto mesi, il contatore segna 252 giorni. Giornate sempre uguali eppure diverse, perché non esistono precedenti nella storia d´Europa, né del mondo.
L´auto blu a carburante ecologico del premier è ferma nel garage, gli spostamenti sono ridotti al minimo. Le conferenze con i giornalisti, un tempo sempre di venerdì, vengono convocate in casi eccezionali. Non in pompa magna ma quasi di nascosto, una chiacchiera veloce. Il Kern, il gabinetto ristretto dei ministri, che non c´è più. Le carte affastellate sui tavoli, domande semplici che diventano un rebus istituzionale. Può un premier che non è più tale decidere di nominare i nuovi vertici delle Ferrovie, riformare la custodia cautelare, mandare i soldati a pattugliare i quartieri caldi di Bruxelles? Nel dubbio, tutto resta fermo. «Ci limitiamo alla gestione degli affari correnti, come prevede la Costituzione», racconta sconsolato Dehaene, picchiando la sua penna sulla scrivania e almeno questo è un piccolo rumore che scuote il silenzio irreale. Portavoce di nessuno, dice, e poi fa una risata nervosa più eloquente di qualunque commento sulla fine della nazione belga.
Il responsabile della cancelleria ha modificato la carta da lettere. L´intestazione dei provvedimenti più urgenti e le dichiarazioni sono sempre accompagnate da una postilla, "primo ministro dimissionario". Il bilancio del governo federale, di cui quasi metà va alle regioni, è riconfermato mese dopo mese, non è ancora stata fatta una Finanziaria per il 2011. Un pezzo per volta, lentamente si smobilita. Le lancette si sono bloccate al 22 aprile 2010, quando il premier Yves Leterme è andato dal Re Alberto II per riconsegnare il suo mandato. Doveva essere l´inizio di una nuova fase politica, con la convocazione di elezioni e un altro governo. E invece il responso delle urne, con il successo degli indipendentisti fiamminghi del Nva, ha consegnato il Belgio all´incertezza cronica. Il cristiano-democratico Leterme, sconfitto al voto, è dovuto restare per un interminabile interim. Molti lo vedono come l´ultimo ostaggio di un Paese in disfacimento. Pochi, forse, accetteranno di pagare un riscatto. Il premier dimissionario deve trovare ogni volta una maggioranza politica per far approvare le sue decisioni di ordinaria amministrazione. «Da quando siamo entrati in questa crisi istituzionale - spiega il portavoce Dehaene - il governo è continuamente invitato a riferire in parlamento, non può prendere iniziative non concordate preventivamente con i partiti. Sono deputati e senatori che hanno l´ultima parola».
Da mesi il Consiglio dei Ministri viene convocato solo "ogni tanto", all´occorrenza. È la vittoria del motto degli indipendentisti fiamminghi "less is better" (meno è meglio). La prova che si può far a meno di un governo federale e dunque il Belgio non ha più ragione di esistere. Anche con un governo ad interim, il Pil è cresciuto del 2% l´anno scorso, sopra alla media europea. L´esecutivo nazionale è diventato sempre più leggero, svanisce a poco a poco, mentre le tre regioni (Fiandre, Vallonia e la circoscrizione di Bruxelles) possono amministrarsi da sole. Aspettando che qualcosa accada, ricevono in dote quasi metà del bilancio federale e con i loro governi e parlamenti autonomi decidono già su temi come educazione e sicurezza. «Molti di noi si sono ormai abituati a questa conflittualità tra fiammighi e valloni. Nel mio comune sono costretto a lavorare senza stipendio dal 2006», racconta Damien Thiery, borgomastro di Linkebeek, uno dei paesini vicino a Bruxelles contesi tra le due comunità. Nonostante sia stato votato dalla maggioranza di cittadini, all´80% francofoni, le autorità fiamminghe non hanno riconosciuto la sua elezione. Thiery ha fatto appello persino all´Onu. «Gli amministratori locali hanno dovuto affrontare molte situazioni di vuoto istituzionale come quella che, purtroppo, si verifica a livello nazionale». Thiery, che è anche deputato indipendente nel parlamento federale, è pessimista. «Questo Paese è un malato terminale, dobbiamo deciderci a staccare la spina».
Dopo un vuoto di potere così lungo, la domanda non è più perché non si trova un accordo, ma se il Belgio ha davvero bisogno di un governo centrale. Qualche settimana fa è scoppiata la protesta nel carcere di Saint-Gilles. Si è parlato di costruire un nuovo penitenziario. Ma non si tratta di affari correnti, quindi niente. Anche i pompieri dovranno continuare ad aspettare: il loro contratto nazionale di categoria è rimasto impigliato nelle dimissioni di Leterme, dieci mesi fa. La stessa sorte hanno avuto oltre 300 nomine e promozioni di alti funzionari, annunciate e mai attuate. I predecessori hanno già svuotato i cassetti, ma nessuno è arrivato per riempirli al loro posto. Mancano alcuni vertici dell´Istituto previdenziale, della Banca nazionale. Il posto di direttore dell´Istituto reale di meteorologia è vacante, neppure qui le previsioni volgono al sereno. Tutto bloccato anche nelle cancellerie dei Tribunali, gli avvocati d´ufficio non sono stati pagati, così come i periti psichiatrici. E adesso si rifiutano di lavorare gratis, vantando arretrati che risalgono al 2008, perché il governo in carica, quando c´era, era già in ritardo.
Prima di svanire il governo aveva stabilito di allungare la vita delle centrali nucleari, di cambiare le regole per i sussidi di disoccupazione, di modificare il fisco federale. Ma il Re non può controfirmare nessuna nomina o riforma politica di un governo ad interim. «Gran parte delle nostre richieste vengono dichiarate irricevibili ancor prima di essere discusse, il Belgio è diventato davvero un paese surreale», chiosa con amara ironia Jean-Paul Devos del sindacato Csc. «Ci credo che i conti vanno bene. Nel 2010 lo Stato ha risparmiato il 2% della spesa nella Funzione pubblica semplicemente perché non ha potuto fare promozioni, avanzamenti di carriera, nuove assunzioni».
Ma il passare del tempo produce un ulteriore paradosso. Il premier-fantasma è costretto, suo malgrado, a intervenire sempre di più. Leterme ha guidato con successo la presidenza di turno dell´Unione europea. All´inizio di febbraio, dopo il fallimento delll´ennesimo tentativo di formare un nuovo governo, Alberto II gli ha ufficialmente chiesto di presentare la Finanziaria del 2011. Intanto, è stato anche chiamato in causa nella trattativa per il contratto nazionale tra imprese e sindacati. Le parti sociali non sono riuscite a mettersi d´accordo, con rischio di scioperi a catena. In questi casi, come da tradizione, il governo diventa arbitro della concertazione. Ma quando l´arbitro è stato squalificato? Il concetto di "affari correnti" si sta estendendo. Leterme conquista nuovi poteri, riempie il vuoto della politica. Qualche costituzionalista ha addirittura ipotizzato che Alberto II possa "revocare" dall´alto le sue dimissioni. Ci sarebbe così un nuovo governo Leterme, che esiste già nei fatti. Un premier invisibile per un Paese sempre più invisibile. Belgio, ultimo atto.