ANGELO AQUARO , la Repubblica 21/2/2011, 21 febbraio 2011
MONOPOLI, ADDIO CARTE, SFIDA AL COMPUTER "MA COSÌ NON È PIÙ UN GIOCO"
«Vicolo Stretto a Torre di Controllo: rispondete!». Ma è il Monopoly o Odissea nello Spazio? Il monolite che troneggia al centro del gioco da tavolo più famoso del mondo - 750 milioni di giocatori - sembra davvero piombare da un altro pianeta. Il tabellone sul quale i ragazzi di ogni continente hanno imparato i rudimenti del capitalismo - l´obiettivo, come si sa, è conquistare il monopolio delle proprietà in gioco - era rimasto praticamente immutato da più di ottant´anni. Per carità: piccoli aggiustamenti. Nella prima edizione nostrana, per esempio, il gioco inventato nell´America che usciva dalla recessione, 1935, venne ingloriosamente piegato ai dettami dell´Italietta: introducendo l´orribile Via del Fascio e cambiandone titolo e accento (noi giocavamo a Monópoli). Ma si trattava pur sempre di traduzioni, diciamo così, culturali. Come la World Edition che qualche anno fa la stessa Hasbro - la casa che ha raccolto l´eredità dei proprietari Parker Borthers - ha lanciato per festeggiare il successo del gioco nell´era appunto del trionfo del capitalismo: la globalizzazione. O per tornare ancora all´Italia l´edizione in uscita per il centocinquantennale dell´unità: che ha ribattezzato le Vie grazie a un sondaggio da 2 milioni di voti sul web. Ma è nulla rispetto a ciò che ci attende con il nuovissimo Monopoly Live.
La rivoluzione tecnologica è stata presentata alla Fiera del giocattolo appena conclusa a New York. Addio carte. Addio dadi. Addio, soprattutto, il contante, il cash, i bigliettoni verdi, i dollaroni insomma che hanno fatto sognare gli squattrinati giocatori di ogni dove. Decide tutto il monolite. Una torre a infrarossi che lancia attraverso un miniamplificatore le istruzioni. Invece di tirare i dadi si inserisce una scheda elettronica nel totem che - regolato da un computer che sceglie tutto a caso - ordina di quanto bisogna avanzare. Il cash scompare perché nell´era del commercio elettronico la scheda funziona come un bancomat. In più i raggi infrarossi del computer controllano gli avanzamenti nelle caselle: fulminando chi cerca di fare il furbo.
Alla Hasbro dicono che il gioco - in arrivo in autunno al modico prezzo di 50 dollari - cerca di rispolverare l´appeal del vecchio Monopoly per le generazioni abituate a giocare con l´iPhone e su Internet. Il mercato dei giochi online sta attraversando un vero boom: 15 miliardi di dollari il giro d´affari nel 2010. Al punto che una società specializzata come Zynga pensa già di quotarsi in borsa per la stratosferica cifra di 7 miliardi (ne valeva la metà un anno fa). Ma il restyling - come spesso succede - già divide. E persino i tecnofanatici del sito Cnet avanzano dubbi: «I giocatori sembrano confrontarsi con un computer invece che fra loro. Ma è questo il vero obiettivo di un gioco da tavolo?». La risposta indiretta l´avanza, sul New York Times, Sam Lipsyte, il disincantato autore di "Venus Drive", la raccolta di eroi senz´arte né parte tradotta per Minimum Fax da Tommaso Pincio. Lasciate stare la retorica dei bei tempi andati. Il problema, dice, è che il ziggurat elettronico toglie al Monopoly quella caratteristica che sarà anche eticamente deprecabile ma che è alla base del successo dei giochi come palestra di vita: la possibilità di imbrogliare.