SANDRA RICCIO, La Stampa 22/2/2011, pagina 28, 22 febbraio 2011
Commercio, l’export in crescita - Il disavanzo commerciale con i paesi extra Ue si amplifica notevolmente: dai meno 3,4 miliardi di gennaio 2010 ai meno 5,8 miliardi di gennaio 2011
Commercio, l’export in crescita - Il disavanzo commerciale con i paesi extra Ue si amplifica notevolmente: dai meno 3,4 miliardi di gennaio 2010 ai meno 5,8 miliardi di gennaio 2011. Lo ha comunicato ieri l’Istat, pubblicando la sua stima preliminare. La crescita tendenziale del commercio estero, fa sapere l’Istituto, è «molto sostenuta per entrambi i flussi»: +34,9% per le esportazioni e +46,2% per le importazioni. Sul piano congiunturale, a gennaio l’export registrano una crescita dell’8,7%, superiore a quella dell’import (+4,4%). Ancora una volta il segnale è chiaro: l’anno ha segnato una ripresa rispetto a quello precedente, ma più la ripresa si fa sentire più arretrano le performance del mercato nostrano (e l’import di conseguenza rallenta), più avanzano quelli esteri (e le esportazioni sono in crescita). Come sempre è il mercato energtico a fare la parte del leone. Sempre prendendo in considerazione gennaio 2011, si può osservare infatti un «consistente ampliamento del disavanzo» (-5,6 miliardi rispetto a -3,8 di gennaio 2010), che contribuisce per il 75% all’incremento del deficit complessivo. Ma anche l’interscambio di prodotti non energetici ha avuto un ruolo nel saldo negativo della bilancia commerciale, passando dai 456 milioni di gennaio 2010 a meno 169 milioni dello stesso mese del 2011. Guardando ai diversi tipi di prodotti, le esportazioni di energia presentano una crescita tendenziale ampiamente superiore alla media (+61,4%), tuttavia sono i beni strumentali che, pur con un incremento più contenuto (+41,9%), contribuiscono più degli altri alla crescita complessiva dell’export. Mentre le importazioni segnano un aumento annuo di molto superiore alla media per i prodotti intermedi (+73%). Questi ultimi, insieme all’energia, forniscono il maggior contributo alla crescita delle import. Analizzando al direzione geografica dei flussi, i mercati di destinazione più dinamici risultano essere gli Stati Uniti (+64,9%), i paesi Mercosur (+62,5%), la Turchia (+45,5%), la Russia (+45,2%) e la Svizzera (+35,5%). Dal lato dei flussi in entrata, rialzi netti interessano i paesi Mercosur (+73%), i paesi Opec (+65,2%), la Cina (+52%) e gli Stati Uniti (+50,5%). Cia-Confagricoltori rivendica il ruolo dei suoi associati nel piccolo boom: «Dopo un 2010 super, continua anche a gennaio il boom dell’export italiano verso i paesi extra Ue. L’anno scorso le esportazioni complessive sono cresciute del 15,7%, con una dinamica più vivace proprio sui mercati non comunitari, e nel primo mese del 2011 questo trend è stato confermato: +34,9% su base tendenziale e +8,7% rispetto al mese precedente. Un rialzo eccezionale a cui ha contribuito fortemente l’agroalimentare, e in particolare il vino, che proprio nel 2010 ha segnato il suo record storico delle esportazioni. Con incrementi senza precedenti in paesi come Usa, Russia e Cina». Anche se non ci sono ancora stime sulle performance del vino made in Italy a gennaio - spiega ancora la Cia- i risultati del 2010 fanno ben sperare. Nel corso dell’anno passato, il vino ha messo a segno un fatturato straordinario pari a 3,5 miliardi di euro, in aumento del 10% sul 2009, e diventando così la prima voce dell’export agroalimentare nazionale. Merito di bottiglie certificate come il Brunello, il Chianti, il Lambrusco, il Montepulciano, il Vermentino, il Barolo etc.