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 2011  febbraio 22 Martedì calendario

LE SCUOLE DELLA CINA SONO AL TOP

Le scuole cinesi diventano sempre migliori, sfornano persone preparate e scalano le posizioni nelle graduatorie internazionali. E la stessa cosa sta avvenendo in India. A dimostrare che la formazione rimane un elemento centrale per lo sviluppo economico di una nazione.
Se è vero che gli Stati Uniti e l’Europa continuano a occupare i primi posti nella classifica degli Mba (i corsi post lauream chiamati Master in business administration) pubblicata dal Financial Times, è altrettanto vero che l’Ust Business School di Hong Kong è balzata nel 2010 al sesto posto dal sedicesimo dell’anno precedente.
Non è da meno l’Indian Institut of management di Ahmedabad, entrato per la prima volta in classifica direttamente in tredicesima posizione.
Seguono la China European International Business School (posizione numero 17) e la National University of Singapore school of business (23).
Un’altra graduatoria premia l’ex Celeste impero, quella di Times Higher Education, che piazza Pechino all’ottavo posto nella top 20. Ancora, lo studio dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), che misura le performance degli alunni di 15 anni in lettura, matematica e scienze, ha visto salire ai primi posti Shanghai, Hong Kong e Taipei.
È tutt’altro che secondaria l’importanza del sistema educativo per lo sviluppo economico cinese. Come ha spiegato Klaus Schwab, presidente del Forum di Davos, il paese asiatico si è reso conto della centralità di questo tema per assicurarsi la crescita futura.
La concorrenza, infatti, si fa soprattutto attraverso l’intelligenza. I paesi emergenti non giocano tutto sulla produzione e sui consumi, ma puntano sul capitale umano e sull’innovazione.
Pierre Tapie, presidente della Conferenza delle grandi scuole, sottolinea che queste nazioni diventano sempre più agguerrite in termini di potenza intellettuale: ciò riguarda la ricerca di base e quella tecnologica.
A essere attratto da questa prospettiva è anche l’Occidente, le cui scuole di management si stanno insediando nei paesi emergenti. La scuola di diritto Sorbonne-Assas si è piazzata nel campus dell’istituto Insead a Singapore. L’Insead ha lanciato un doppio diploma con l’università cinese di Tsinghua nel 2007 e altri esempi sono seguiti.
Ajit Rangnekar, dell’Indian School of business, dice che tutte le multinazionali del mondo vogliono lavorare con India e Cina, facendo crescere la richiesta di laureati. Così gli stipendi aumentano tra il 10 e il 20%, di pari passo con le opportunità di carriera. Il salario medio annuo di un giovane laureato in economia in un’università quotata è ancora fermo a circa 30 mila dollari (21.900 euro), ma non mancano le occasioni di ricevere un trattamento di gran lunga migliore. L’anno scorso la Deutsche Bank di Calcutta ha reclutato uno studente pagandolo oltre 300 mila dollari (220 mila euro) all’anno.