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 2011  febbraio 21 Lunedì calendario

Marin, il rom antifurto: quando c’è lui, niente ladri - Vintila si macina 30 chilometri a piedi ogni notte lungo le rotaie della metropo­litana di Milano

Marin, il rom antifurto: quando c’è lui, niente ladri - Vintila si macina 30 chilometri a piedi ogni notte lungo le rotaie della metropo­litana di Milano. «Lo faccio per controllare che i rom non rubino il rame» racconta. Ma anche lui è rom e, a sentire la sua storia, vien da sorridere. Un rom schierato contro i rom. Il suo vero nome è Marin Costantin, ma si fa chiamare Vintila. «No, non vuol dire nulla, è un soprannome, mi piace e basta» ci spiega. Arri­va da uno dei campi nomadi più difficili della città, il Tribo­niano, ed è stato assunto per fare il guardiano notturno du­rante i cantieri per il prolun­gamento fino ad Assago della linea verde. In quella zona i furti di rame da parte dei no­ma­di sono all’ordine del gior­no e i tecnici non fanno a tem­po a posare qualche cavo che, zac, nel giro di poche ore è già sparito tutto. E chi me­glio un nomade per tenere d’occhio le imboscate rom? Chi ne conosce meglio le tec­niche e le abitudini? Ecco al­lora che per Vintila è arrivato un contratto di lavoro. Lui, 56 anni, moglie e cinque figli, si era già messo in luce come portavoce della comunità rom e in passato, soprattutto dopo lo sgombero come quel­lo del campo nomadi di via Capo Rizzuto, gli era perfino capitato di sedere ai tavoli del­le politici locali per tentare un accordo. Il suo nome tra le istituzioni gira da un po’ di tempo.Finché un giorno l’as­se­ssore alle Infrastrutture del­la Provincia di Milano, Gio­vanni De Nicola, durante un sopralluogo ai cantieri del metrò, si rende conto che i furti di rame rallentano l’avanzamento dei lavori. E lancia l’idea: «Perché non in­gaggiamo Vintila? ». Detto fat­to. Marin Costantin firma il contratto per quello che chia­ma «il lavoretto». «Mi hanno rinnovato il contratto di me­se in mese» racconta e ci tie­ne a dire che lui è «uno a po­sto », «uno che ha la partita iva», che «paga i contributi» e che in vent’anni in Italia non ha ricevuto nemmeno una denuncia. Nelle sue ronde notturne, avanti e indietro lungo i 4 chi­lometri di rotaie, si è perfino imbattuto in qualche vicino di roulotte che se l’è data a gambe non appena l’havisto. «Non ho paura - racconta -ma per le emergenze sono ar­mato ». La sua arma è una fionda e in tasca ha anche qualche bullone da usare co­me proiettile. Ma fortunata­mente non ne ha mai avuto bisogno: Vintila mette tutti in fuga. «Non si avvicinano nem­meno, sanno che potrei rico­noscerli ». Lui, rom controcor­rente, ha preso la sua mission seriamente e non ha saltato una notte di lavoro. Ora che icantieri sono finiti e il metrò di Assago è entrato in funzio­ne, Vintila si cercherà un al­tro «lavoretto». «Sono bravo io,trovo lavoro subito».Intan­to il s­uo nome è stato pronun­ciato al microfono dall’asses­soreDe Nicola durante il ta­glio del nastro della nuova tratta metropolitana. E non capita spesso che un politico ringrazi pubblicamente un rom al microfono. «Ho volu­tocitare anche Vintila tra le persone da ringraziare - spie­ga De Nicola- perché ha lavo­rato bene e da quando c’è lui i furti sono davvero calati. È stato bravo e serio». E ora che il suo compito è finito,cosa farà Vintila?L’ele­mosina? «No, per carità, si fa più fatica a fare quello che a lavorare» scherza lui. «Maga­ri mi trasferirò a Genova, o a Napoli o forse resterò qui, di­pende da dove troverò un la­voretto ». Quel che è certo è che Vintila e la sua famiglia si sentono ormai italianissimi. «Voglio prendere la pensio­ne in Italia - dice lui con voce ferma - e non ho accettato i 15mila euro che il Comune di Milano dà ai nomadi che se ne tornano a casa. Sono rego­lare e lavoro ». Non solo. Vinti­la, da capo rom che sa il fatto suo, cerca di convertire la sua comunità a una vita più one­sta e integrata. Ha imposto a sua figlia di smetterla di stare ai semafori a chiedere l’ele­mosina e ora lei lavora in un bar. E ha più volte detto agli zingari del suo campo: «Com­portatevi bene, provateci». Lui lo ha fatto e questo gli ha portato pure un contratto in regola.