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 2011  febbraio 21 Lunedì calendario

I soliti ignoti all’assalto del rame - Il furto di rame sembra diventato uno sport nazionale. Questa è l’impressione che si ha leggendo i numeri che arrivano dalla Polizia Ferroviaria che nel 2010, lungo gli oltre 16 mila chilometri di rete ferroviaria, ha contato ben 1

I soliti ignoti all’assalto del rame - Il furto di rame sembra diventato uno sport nazionale. Questa è l’impressione che si ha leggendo i numeri che arrivano dalla Polizia Ferroviaria che nel 2010, lungo gli oltre 16 mila chilometri di rete ferroviaria, ha contato ben 1.226 casi. Fatti due conti significa più di tre colpi al giorno per un totale di 631 tonnellate di metallo sottratte nell’anno passato. Un bel bottino per i ladri, se si considera che l’attuale quotazione dell’oro rosso è ai massimi intorno ai 9 mila euro a tonnellata. Sarà per questo che nel 2010 il fenomeno è cresciuto a ritmi da capogiro con un boom del 300% rispetto al 2009. Le ragioni vanno cercate nelle quotazioni del rame sui mercati della finanza. Il fenomeno segue infatti le rotte delle quotazioni in Borsa: se a Wall Street il prezzo dell’oro rosso cresce, allora aumenta anche il numero dei furti. Anche per questo nel 2009, con il valore di Borsa sceso ai minimi, ci sono stati appena 349 furti tra le linee dei treni. Ora che il prezzo sulle piazze della finanza è alle stelle, i furti di rame sono tornati di moda. I ladri di rame agiscono soprattutto di notte, sui binari morti, negli scali ferroviari in disuso, ma anche sulle linee dove ogni giorno passano migliaia di treni, merci e passeggeri. Tronchesi in mano e zainetti in spalla, si portano via tutto quello che può essere rivenduto in nero. Il guadagno non manca. «Un colpo lungo la linea ferroviaria può fruttare anche 500 euro a notte», racconta Pietro Milone, Primo Dirigente Polizia Ferroviaria che coordina l’attività dei gruppi specializzati. Il metallo è ambitissimo sul mercato clandestino dove un chilo può arrivare a costare fino a 10 euro al chilo. «Oggi il mercato clandestino è molto florido ma non sembra gestito da organizzazioni criminali», dice Milone. Secondo i dati della polizia a rubare il rame sono soprattutto bande di nomadi e in particolare cittadini di nazionalità rumena che cercano un guadagno facile rivendendo il rame ai grossisti. Per cercare di arginare il fenomeno, la Polizia Ferroviaria opera su tre livelli: dal più basso, quello del ladro comune, a quello intermedio dei depositi che ricomprano il metallo, fino a quello più in alto rappresentato dai grandi esportatori. La strategia è colpire i depositi che comprano il materiale rubato. Su questa categoria si sono concentrati i controlli e nel caso del rame proveniente dalle ferrovie l’operazione è stata resa più facile dal fatto che il metallo utilizzato lungo la linea del treno è segnato e facilmente riconoscibile dalle forze dell’ordine. La mossa ha portato così al recupero di quasi tre milioni di euro di rame in quattro anni. Dal 2006 al 2010 sono stati effettuati più di 20 mila controlli nei depositi che hanno portato a 386 arresti e quasi mille indagati per un totale di 3 milioni di euro di rame recuperato. Nel mirino delle forze dell’ordine ci saranno anche altri obiettivi con maggiori controlli anche sulle vie di transito come strade e porti. Non solo le ferrovie sono bersaglio dei ladri però. Particolarmente presi di mira sono poi i cantieri e i depositi delle fabbriche e le abitazioni private dove a sparire nel nulla sono soprattutto tettoie e grondaie.