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 2011  febbraio 21 Lunedì calendario

Palestre, asili e buoni spesa come rendere felici i dipendenti - Assistenza sanitaria, buoni spesa, asili, palestre, formazione, convenzioni con banche e negozi

Palestre, asili e buoni spesa come rendere felici i dipendenti - Assistenza sanitaria, buoni spesa, asili, palestre, formazione, convenzioni con banche e negozi. La necessità aguzza l’ingegno. Di fronte alla crisi dei sistemi di Welfare statale, nascono nuove forme di Welfare territoriale e aziendale, un modello, che vede coinvolte numerose imprese, che stabiliscono accordi con i propri dipendenti. I campi degli accordi si riferiscono sia ai temi classici dell’assistenza e della previdenza, ma anche a servizi nuovi, che agevolano la qualità della vita dei dipendenti. Il campione Lo testimonia una ricerca svolta su un campione di quasi 400 aziende, con circa 150 mila dipendenti, che hanno sviluppato accordi sindacali in provincia di Milano, di cui un terzo riguardano il Welfare aziendale. La ricerca, svolta da Assolombarda e dalle confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, rivela uno spaccato esemplare sulle nuove direzioni della contrattazione di secondo livello aziendale. Le dimensioni Il Welfare aziendale è diffuso nell’80% delle imprese di maggiori dimensioni, con oltre 250 dipendenti, mentre nelle realtà più piccole le iniziative di Welfare riguardano un’azienda su quattro. Il nuovo pacchetto Le iniziative e i servizi considerati sono circa una ventina, che vanno dall’assistenza sanitaria integrativa agli sportelli di vario genere presenti nelle aziende, alle convenzioni. Un’azienda su quattro mette a disposizione dei propri dipendenti l’assistenza sanitaria, che si rivela così come lo strumento di Welfare aziendale più diffuso ed anche quello oggetto di maggiore contrattazione. Segue un pacchetto di servizi con percentuali intorno al 15% (un’azienda su sei): tra questi le vaccinazioni antinfluenzali, il check up sanitario, le convenzioni con banche o agenzie viaggi, i corsi di formazione d’interesse dei lavoratori. Dalla palestra alla spesa Scendendo nella classifica, in un’azienda su dieci si trovano, tra gli altri, la palestra aziendale, l’asilo aziendale, l’ambulatorio medico, speciali convenzioni con esercizi commerciali, teatri o cinema, lo sportello bancario interno. In altre realtà, anche se non molto diffusi, vi sono a disposizione dei dipendenti lo sportello di assistenza sociale, il carrello della spesa gratuito, borse di studio o campus estivi per i figli. Le categorie Raggruppando per categorie omogenee gli strumenti di Welfare aziendale, si può risalire a cinque macro-categorie: salute, famiglia, convenzioni, sportelli e tempo libero. Al primo posto le iniziative che riguardano la salute, seguite dal tempo libero e dalle convenzioni. Con percentuali minori vi sono gli sportelli e la famiglia. Quanti servizi Nel 78% dei casi si tratta di pacchetti con almeno due servizi, spesso anche più di 5. Non sembrano esservi differenze tra grandi aziende e Pmi. I soggetti In un terzo dei casi la presenza di Welfare aziendale è frutto di una decisione unilaterale dell’impresa, ma spesso si tratta di accordi derivanti dalla contrattazione aziendale. In questo caso differenze tra grandi imprese e Pmi: nelle prime prevale la decisione concordata (per contrattazione aziendale 19%, per accordo singolo/ plurimo 38%), nelle seconde perlopiù si tratta di una decisione unilaterale dell’azienda (54%) Gli incentivi L’indagine mette in luce la funzione positiva che alcuni strumenti di sostegno potrebbero avere nel favorire una maggior diffusione del Welfare aziendale. Tra le forme ipotizzabili (una tantum in fase di avviamento dei servizi o benefici contributivo-fiscale) le aziende orientano la loro preferenza per questi ultimi (75%), che permetterebbero una logica di lungo periodo. Non vi sono differenze di preferenza tra Pmi e grandi imprese. Gli strumenti di sostegno avrebbero l’effetto di aumentare dal 35% al 60% le aziende attive, incentivando quelle non coinvolte. L’incentivazione sarebbe più gradita ed efficace tra le Pmi, in cui la diffusione del Welfare aziendale è fino a oggi più contenuta.