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 2011  febbraio 21 Lunedì calendario

Professione politico tra vocazione e raccomandazione - Credono che la professione del politico sia un servizio, che richiede sacrifici e grinta, ma per diventarlo non disdegnerebbero di mettersi sulla scia di un potente da cui ottenere una raccomandazione

Professione politico tra vocazione e raccomandazione - Credono che la professione del politico sia un servizio, che richiede sacrifici e grinta, ma per diventarlo non disdegnerebbero di mettersi sulla scia di un potente da cui ottenere una raccomandazione. La vera stroncatura è sugli stipendi: troppo alti, vista la qualità del servizio che rendono, e non in linea con quelli della gente comune. L’indagine Molto eloquente e solo apparentemente contraddittoria la ricerca sui mestieri della politica, realizzata da Monster, una delle principali agenzie del lavoro per Tuttolavoro-La Stampa , su un campione di 5 mila intervistati on line (per l’esattezza 4.844). Un panel qualificato, rappresentato in larga misura da giovani (tra i 25 e i 35 anni), in maggioranza laureati (53%), per quasi un terzo residenti nel Nord-Ovest (32%), il rimanente nel Centro (27%), nel Sud e nelle isole (23%) e il 19% a Nord-est. Un’indagine che cade in un momento di basso gradimento per la classe politica, ma che apre anche a qualche segnale di speranza. Il mestiere Per la maggioranza degli intervistati, la politica è (o, forse, dovrebbe essere) un servizio da rendere agli altri (46,6%) e una vocazione (quasi il 18%). Per altri è una professione come tante altre (14%), ma per una fetta significativa di pragmatici disincantati è un mezzo per ottenere vantaggi personali (quasi il 17%). Il servizio L’idea della politica come disponibilità verso gli altri e come servizio viene confermata dall’opzione professionale. A molti piacerebbe sceglierla perché è un modo per servire il Paese (53,7%). Una fetta significativa, invece, non la sceglierebbe perché non è un lavoro che gode della stima della gente (13%), mentre una pattuglia determinata (8,15%) la sceglierebbe solo per i vantaggi e i privilegi che offre. La carriera Ma come si diventa politici di professione? La polarizzazione delle risposte oscilla tra aspirazioni e realismo. Oltre un terzo ritiene che si diventi professionisti della politica studiando e sacrificandosi (37,8%), ma una quota quasi identica pensa che sia fondamentale avere le raccomandazioni giuste (34%). I guadagni È sulle retribuzioni dei politici che si scagliano gli strali più pesanti dei giovani: l’88% di no. Oltre la metà degli intervistati (55,37%) considera i loro stipendi un’ingiustizia, vista la qualità del servizio che rendono, evidentemente oggetto di pessima considerazione. E un terzo rincara la dose, ritenendoli fuori norma e non allineati alla media di quelli del Paese che governano. Virtuosi e no Alla richiesta di indicare fino a che punto gli intervistati sarebbero disposti a diventare politici di professione, la maggioranza cita lo studio e una lunga gavetta (63,5%). I più spregiudicati non si farebbero problemi a chiedere una raccomandazione (10%); una fetta minoritaria (5,5%) sarebbe disponibile a iscriversi a un partito che non rappresenta le proprie idee, mentre una pattuglia disperata non esiterebbe a scendere di livello e pagare una tangente (1,1%).