S ANTO A LLIGO, Tuttolibri La Stampa 19/2/2011, 19 febbraio 2011
Un francobollo sull’effimero - Chi non ha mai spedito una cartolina alzi la mano. Oggi, per lo più, spediamo quelle che riproducono uno scorcio della città dove siamo in vacanza o, a Natale, quelle con renne e slitte; più raramente quelle con un disegno o una stravagante fotografia
Un francobollo sull’effimero - Chi non ha mai spedito una cartolina alzi la mano. Oggi, per lo più, spediamo quelle che riproducono uno scorcio della città dove siamo in vacanza o, a Natale, quelle con renne e slitte; più raramente quelle con un disegno o una stravagante fotografia. Una volta era diverso, tanto che si poteva scegliere tra un’infinità di tipologie di cartoline, così che ogni acquirente poteva fare invii mirati per non creare imbarazzo in destinatari impropri. Le cartoline non vanno viste come «espressione di forti personalità o di intenti artistici, ma come testimonianza di un presente effimero ma frizzante come una battuta». Tutte queste tipologie vengono documentate nell’ultimo libro di Enrico Sturani (il maggior storico italiano di queste «carte povere»), cARToline. L’arte alla prova della cartolina (presentazione di Paola Pallottino, Barbieri Edizioni, pp. 420, 763 illustrazioni, 37): titolo che comprende un jeu de mots a evidenziare l’indirizzo critico dello studio. Il rapporto tra cartolina e arte, tra alto e basso, viene analizzato da Sturani in un lucidissimo saggio. Infatti, non è detto che un artista, realizzando l’illustrazione per una cartolina, faccia nascere un prodotto artistico; al contrario, un anonimo disegnatore può creare una cartolina di alta creatività (anche se sono molte volte gli illustratori affermati a raggiungere questo risultato, come quello conseguito da Luigi Bompard, nella geniale serie di cartoline La Fotografia ). La cartolina che riproduce il bozzetto di un’affiches, o il quadro d’autore, oppure il disegno realizzato per altra destinazione, non può considerarsi creazione autonoma, e per questo non diventa opera originale; non si può infilare la grande pittura in una cartolina, questa scarpetta di Cenerentola, perché, come scrive Sturani, si rischia di sfondarla, tanto da far zoppicare gli stessi artisti. La cartolina è tale perché è costituita da un recto e un verso; l’illustrazione da un lato, quello della didascalia, del mittente e del destinatario dall’altro, divenendo così un messaggio personale a carattere «verbo-visivo». Il testo di cARToline ci accompagna, attraverso 7 capitoli - uno più interessante (e a volte spiazzante) dell’altro -, nei meandri di questo universo così fragile, ma così importante nella vita dell’umanità; una cartolina da inviare (o da collezionare) viene scelta in base alla cultura e agli interessi di chi la spedisce e di chi la riceve. Sturani si sofferma, tra l’altro, sulle riproduzioni creative, nel caso di un dipinto litografato con varie aggiunte o addirittura modificato - come L’Angelus di Millet (il quadro più famoso e riprodotto, prima del furto della Gioconda di Leonardo) - oppure abbellito. Sotto la lente dell’autore passano l’Art Nouveau di Raphael Kirchner (autore di un migliaio di pezzi originali: il più grande di tutti, secondo Sturani) e il rigore secessionista di Koloman Moser. Tra gli italiani, dopo Le murrine di Vittorio Zecchin e La Fotografia di Bompard, ecco I mesi di Franz Laskoff. Dall’Art Déco ai futuristi; famosi, meno famosi e anonimi: ma in questi ultimi Sturani individua un’alta qualità, non sempre presente nei futuristi più conosciuti. Le cartoline che ispirarono i precursori del Surrealismo furono quelle uscite dallo studio del fotografo Léopold Reutlinger, che servendosi di fotomontaggi, riuscì ad ottenere effetti spiazzanti e surreali edulcorati con note floreali. Una buona parte del libro è dedicata alle creazioni più vicine al nostro tempo, tra impegno politico, polarizzazione dell’avanguardia, performance e risultati commerciali. Provocazioni fotografiche e realizzazioni grafiche (tra fantasie pop, rock e trash) fanno a gara nel trasgredire le stabilità della società borghese. Un’immagine vale più di mille parole. Ma, per il suo interesse storico-critico, il saggio cARToline potrebbe anche rendere meno attendibile questa perla di saggezza. "Anonimi disegnatori più creativi di chi cercò di infilare la pittura in una scarpetta di Cenerentola"