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 2011  febbraio 19 Sabato calendario

L’oceano in una vasca Parte la grande corsa - L’ Italia scopre gli acquari, sull’onda del successo della prima «vasca» italiana e seconda d’Europa per grandezza, quella di Genova, attrazione che da anni emerge nella hit dei musei più visitati del Paese

L’oceano in una vasca Parte la grande corsa - L’ Italia scopre gli acquari, sull’onda del successo della prima «vasca» italiana e seconda d’Europa per grandezza, quella di Genova, attrazione che da anni emerge nella hit dei musei più visitati del Paese. L’ultimo progetto è di Roma, dove Mare Nostrum, la società che fa capo al gruppo Ricciardi, ha siglato con Unicredit e Gruppo Intesa Sanpaolo il contratto di finanziamento per lo sviluppo del Mediterraneum, un acquario che sorgerà all’Eur che prevede investimenti per oltre sessanta milioni. Ma le idee e le proposte per costruire nuove vasche sorgono un po’ ovunque. Così come è in atto una campagna di acquisizioni e di controllo dei siti già esistenti. Una corsa che segna anche un’evoluzione. L’acquario negli anni si è trasformato: da museo vivente vecchio stile ad attrazione turistica interattiva e hi-tech. Si va dalle 30 vasche della Stazione zoologica di Napoli, la più antica struttura acquariofila d’Europa datata 1874 e voluta dal naturalista tedesco Anton Dohrn nel Parco della Villa Comunale, ad appunto l’Acquario di Genova, dal 1992 il più innovativo, gestione privata in capo a Costa Edutainment, che richiama circa 1,2 milioni di visitatori l’anno per un fatturato di 20 milioni di euro e che versa nelle «casse» della città circa 2,5 milioni di canone d’affitto per la struttura più circa 100 euro (di ricaduta economica) per persona che acquista un biglietto d’ingresso. In mezzo ci sono tante altre strutture, medie e piccole, a gestione pubblica, mista o privata, che sopravvivono, nell’attesa di un rilancio. Come quello che c’è stato per il comunale «Diacinto Cestoni» di Livorno, terzo per grandezza d’Italia (dopo quello ligure e Cattolica), inaugurato nel 1937 e riaperto dopo 11 anni di chiusura e una radicale ristrutturazione nell’estate scorsa, curata da Opera Laboratori Fiorentini (azienda che partecipa alla gestione degli Uffizi) e la cui conduzione è stata affidata a Costa Edutainment. Sempre quest’ultima società ha realizzato ex novo l’Acquario di Cala Gonone, in Sardegna, ed è in corsa per il progetto del Parco del Mare di Trieste, che però oggi sembra sfumato (ma che interessa alla slovena Koper/Capodistria). La Spa genovese, inoltre, ha anche presentato una proposta per un nuovo Acquario di Napoli, a Bagnoli piuttosto che a San Giovanni a Teduccio, idea che è stata ultimamente «soffocata» dall’emergenza spazzatura che sta vivendo il capoluogo campano. Costa Edutainment, inoltre, ha acquisito la maggioranza (70%) dell’Acquario di Cattolica, cento vasche, il più grande dell’Adriatico. Progetti di nuovi acquari sono poi accarezzati anche da Reggio Calabria, nell’ambito del Museo del Mediterraneo e da Milano. Nel capoluogo lombardo l’idea è quella di bissare l’Expo del 1906, che ha lasciato in dote l’attuale Acquario civico (ritornato in auge dopo un restauro di tre anni), inserendo un’analoga opera nel masterplan dell’Esposizione internazionale del 2015. Ma siamo ancora nella fase della proposta. Godono, infine, di vita propria gli acquaridivertimento come i Sea-life del colosso britannico Merlin Entertainments Group, a Gardaland e Jesolo. Merlin era anche in corsa per aprire un nuovo parco a Como e andrà a gestire il Mediterraneum di Roma. C’è posto per tutti? «Sì, rispetto ad altre nazioni come la Francia noi in Italia abbiamo ancora poche strutture di questo genere», dice Giuseppe Costa, presidente e ad di Costa Edutainment. «Purché gli acquari siano inseriti in un progetto più ampio di sviluppo turistico di un’area o di una città. Diversamente, fanno fatica a stare in piedi».