FRANCO GIUBILEI, La Stampa 19/2/2011, 19 febbraio 2011
Il paese che è diventato ricco con l’immondizia degli altri - C’ è chi stramaledice l’immondizia perché ce l’ha sotto casa e chi si trasferisce vicino a una discarica perché così ottiene servizi sociali che neanche in Svezia
Il paese che è diventato ricco con l’immondizia degli altri - C’ è chi stramaledice l’immondizia perché ce l’ha sotto casa e chi si trasferisce vicino a una discarica perché così ottiene servizi sociali che neanche in Svezia. Succede a Mariana Mantovana, paesino nel bel mezzo della pianura a nord del Po, che negli ultimi quindici anni è rifiorito grazie alla collina formata dai rifiuti urbani provenienti da tutta la provincia ma non solo: paradosso dei paradossi, ne arrivano anche da Napoli. Solo che qui, con gli indennizzi pari a 13,50 euro per ogni tonnellata di immondizia, il Comune ha messo in piedi una rete di servizi invidiabile che ha permesso di attirare nuove famiglie, salvando così il paese dalla condanna a sicuro spopolamento. Qualche esempio? Chi viene a vivere a Mariana riceve dall’amministrazione 750 euro, col primo figlio ne prende altri 500, che diventano poi mille a testa per i nuovi nati successivi. Se si aggiunge che l’addizionale Irpef comunale è azzerata, che l’Ici qui non si è mai pagata e che la tassa sui rifiuti è una cifra quasi simbolica (e ci mancherebbe), si capisce come dai 500 abitanti della metà degli anni Novanta il paese sia balzato ai 730 attuali. Il sindaco Angelo Rosa, eletto con una lista civica onnicomprensiva - un vero veterano con alle spalle quattro mandati da primo cittadino, uno da vicesindaco e un altro da assessore -, si gode la soddisfazione di aver trasformato l’immondizia in oro: «Nel ’90 eravamo in una situazione disastrosa di dissesto finanziario, il paese perdeva residenti e sarebbe diventato la frazione di un altro comune se non avessimo accettato di ospitare nel nostro territorio l’unica discarica del mantovano. Abbiamo fatto studi molto attenti e nel ’96 la discarica ha cominciato a funzionare sotto la gestione della Tea, l’ex municipalizzata di Mantova. I controlli sulla sicurezza sono affidati a una commissione e a un geologo che ogni settimana presenta una relazione». A qualche chilometro da Mariana si innalza per una ventina di metri l’unico rilievo di una delle zone più piatte d’Italia, un milione e 200 mila metri cubi di rifiuti divisi in due collinette: la prima è già ricoperta d’erba, l’altra è una montagnola di sacchetti su cui svolazzano centinaia di gabbiani. Il canalone fra le due colline, se il progetto di ampliamento sarà approvato, sarà riempito di immondizia permettendo così alla discarica di funzionare fino al 2030, e al comune di continuare a incassare e a offrire ai suoi cittadini i benefit attuali. Nunzia Balzano è nata a Napoli, lavora come collaboratrice scolastica e si è trasferita a Mariana cinque anni fa assieme al marito Pasquale Panariello, operaio: hanno tre bambini, la più piccola di dieci mesi. «Per ogni anno di scuola elementare il comune dà un contributo di 500 euro per ogni bambino, e anche la retta del nido è bassa, 190 euro al mese – racconta la donna – Quando abbiamo comprato casa poi il prezzo era molto conveniente, 800 euro il metro, e sempre grazie alle politiche dell’amministrazione». Ma non è solo questione di soldi: «Queste facilitazioni rendono possibile ciò che in nessun’altra parte d’Italia si può fare. Il comune ti viene incontro per ogni cosa, compresa l’assistenza agli anziani». Anche Cosimo Vernizzi e la moglie Elena hanno tre figli: «Siamo venuti a vivere a Mariana non solo per questi benefici e per il prezzo della casa, ma anche per far crescere i bambini in un posto doce c’è tranquillità e i figli possono giocare per la strada. Lasciamo il cancello aperto senza problemi». L’immagine di luogo ideale non si offusca neanche per un momento al pensiero di un vicino di casa ingombrante come una discarica di rifiuti, anche perché qui di cattivi odori non c’è neanche l’ombra, dunque perché preoccuparsi: «Odori? Di stalla quanti ne vuoi, ma di rifiuti mai. Non c’è nessun campanello d’allarme, la puzza non si sente, semplicemente non ci pensiamo». E poi la collina di immondizia è ben fuori dal paese, molto più vicina alla frazione di Mosio (comune di Acquanegra) che al centro di Mariana. «Nei paesi limitrofi c’è un po’ d’invidia, d’altra parte Mariana è stato il solo che abbia voluto la discarica». E ora i suoi abitanti se la tengono stretta: «Qui di recente hanno rifatto la mensa delle scuole elementari, le materne sono completamente nuove, e il nuovo asilo nido sarà pronto fra qualche mese». Per non parlare della palestra e delle vie tirate a lucido. Quella discarica è una miniera: nel 2010 il comune ci ha guadagnato un milione e centomila euro, più altri 150 mila dal biogas rivenduto sotto forma di energia elettrica.