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 2011  febbraio 21 Lunedì calendario

CARTA O BANCOMAT? NO, CELLULARE - A

Londra si paga il caffè con l’iPhone o con il Blackberry, da questo mese, grazie all’applicazione Starbucks con il borsellino elettronico ricaricabile. A Nizza anche il croissant, il biglietto del tram o il pasto alla mensa universitaria si comprano con lo smartphone Samsung Player o altri cellulari dotati di Nfc (trasmissione wireless sicura a corto raggio). A Roma il biglietto dei bus Atac si acquista dal telefonino per chi abbia una sim PosteMobile.
A Milano, e in altre 32 città italiane, la sosta auto si paga con un messaggino sms, senza scomodarsi a caricare monetine nel parchimetro.
In Italia nell’ultimo anno sono stati censiti 107 servizi di pagamento mobile (contro i 78 del 2009). Lo dice una ricerca della School of Management del Politecnico di Milano, che il 9 febbraio ha fatto il punto nel convegno «Il Mobile Payment in Italia: tra aspettative e realtà» . I servizi offerti sono ancora frammentati e diversi, ma il grado di soddisfazione di chi li usa è al 55%. E ancora più alte sono le aspettative. Su 1.700 utenti intervistati, alla domanda: «Quali pagamenti vorreste fare dal cellulare?» , il 78%ha indicato bus e metro, il 50%spettacoli e cinema, il 45%i taxi.
L’esempio francese
«In Italia sono stati mossi i primi passi con i pagamenti mobili in remoto, attivabili da sms, dopo essersi registrati a un servizio e avere indicato le modalità di addebito: su conto bancario, credito dedicato o carta — dice Filippo Renga, responsabile dell’Osservatorio Nfc e Mobile Payment —. Ma in altri Paesi europei, come la Francia, la Spagna e il Belgio, sono partite nel 2010 iniziative di «Mobile proximity payment» in cui, i cellulari emulano una carta di pagamento quando si è in prossimità del punto di vendita. Il trasferimento dei dati avviene senza contatto, con la tecnologia Nfc: incorporata sia nel telefono sia nel Pos» , cioè nell’apparecchio dei commercianti per leggere le carte di credito o debito. Per pagare, anziché mettere il Bancomat nel lettore, basta puntare il cellulare. Si ha subito di ritorno la ricevuta elettronica.
È lo stesso principio della carte contactless, senza contatto. «Nell’ultimo anno — dice Renga — sono state distribuite in Italia 350 mila carte di pagamento contactless e abilitati 3 mila Pos» . L’infrastruttura è in via di costruzione, insomma, e dovrebbe permettere presto di usare, anziché la carta, uno smartphone Nfc per pagare gli esercenti abilitati o i distributori self-service.
La carica dei big
È un sistema sicuro, già approvato dalla Gsm Association e dall’European Payment Council. A crederci ora sono i big della telefonia mobile, come si è visto al Mobile Congress di Barcellona. Orange, il maggiore operatore francese, insieme con Bouygues, Sfr e Nrj Mobile, ha annunciato che vuole toccare entro l’anno il milione di clienti per i pagamenti mobili con smartphone Nfc. E con Vodafone, Telefonica, Deutsche Telecom e Telecom Italia sta avviando un progetto europeo per sviluppare i sistemi di pagamento mobile di prossimità.
Anche Google è in campo: Gingerbread, la nuova versione di Android, è già predisposta per l’uso della tecnologia Nfc. E il partner Samsung ha lanciato a Barcellona lo smartphone Android con Nfc: il Galaxy S2. Samsung ha introdotto la connettività Nfc anche in altri modelli, come il Nexus S, uscito a inizio anno, o lo Star, un telefonino a più basso costo utilizzato negli ultimi mesi in Italia per sperimentazioni di Mobile payment. «Siamo convinti che si possa andare in questa direzione rapidamente, soprattutto per l’acquisto dei biglietti di trasporto e per i micropagamenti» , sostiene Antonio Bosio, direttore prodotti di Samsung Italia.
Nokia sta integrando questa tecnologia nello smartphone C7, inoltre offre il servizio Nokia Money per fare transazioni e acquisti tramite i suoi cellulari. Da Barcellona è arrivata però la concorrenza di Ericsson, che ha lanciato gli Ericsson Money Services per rendere il trasferimento di danaro semplice come un sms.
Dal mese prossimo, anche in Italia, operatori mobili e banche potranno offrire servizi finanziari mobili connessi a una rete, per operazioni immediate, in valute e Paesi diversi. «Il principio è quello del portafoglio elettronico incorporato al cellulare, ma le informazioni del conto bancario o della carta di credito sono nel network, non memorizzate nel telefono — dice Semir Mahjoub, responsabile del nuovo servizio di Ericsson — È come usare una carta di credito virtuale» .
Chiara Sottocorona