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 2011  febbraio 21 Lunedì calendario

IL RAÍS COSTRETTO AD AGGRAPPARSI AI SUOI MERCENARI — I

mastini della guerra in difesa del colonnello Gheddafi. Miliziani nigeriani, tunisini, algerini coinvolti nella repressione. Gli oppositori hanno mostrato i corpi senza vita di due mercenari dai tratti africani. Nella zona di Al Bayda ne avrebbero catturati a dozzine mentre 170 sono assediati a Misurata. Di un altro è diffusa la confessione su YouTube. Non parla bene l’arabo, lo hanno pestato. E’ circondato dai dimostranti che gli chiedono: «Di chi sono gli ordini?» . Risponde: «Degli ufficiali» . Per l’africano finisce male malgrado qualcuno cerchi di evitare il linciaggio.
I «volontari» sarebbero quasi 30 mila, molti riconoscibili per un casco giallo. Una cifra, probabilmente, esagerata. E sarebbero ben pagati: voci raccontano di 12 mila dollari per ogni dimostrante ucciso. Testimonianze riferiscono di donne libiche stuprate, di cecchini che tirano sui funerali. La tv Al Arabiya ha aggiunto che 4 giorni fa è stato organizzato un ponte aereo dal Benin per trasferire combattenti arruolati su ordine del figlio di Gheddafi, Khamis. Tra gli ultimi arrivati anche gli ex poliziotti scappati dalla Tunisia dopo la cacciata di Ben Ali. A Tripoli hanno trovato un nuovo padrone in nome di una vecchia amicizia.
Il ruolo dei mercenari può essere enfatizzato dagli avversari del leader libico ma è nella tradizione del regime che sin dalla sua nascita, nel 1969, se ne è servito. Senza dimenticare che la storia del Nord Africa è stata testimone delle azioni delle «spade in vendita» . Il faraone Ramesses II ne aveva a migliaia, Annibale li lanciò— senza fortuna— contro i romani. In epoca coloniale sono stati gli italiani a schierare la loro legione straniera. Miliziani reclutati nella regione o in Corno d’Africa (etiopi, eritrei) finiti poi a battersi al fianco dei famosi «meharisti» contro i ribelli libici.
Quando il colonnello prende il potere con un colpo di Stato si tutela contro un eventuale golpe. Compra molti armamenti ma mette sotto tutela i soldati. Arrivano i famosi consiglieri della Stasi — la polizia segreta della Germania Est — e militari, sempre ben ricompensati, da altri Paesi. In particolare i piloti per l’aviazione: pachistani e bengalesi. Ci sono anche palestinesi ingaggiati e addestrati. Un modo per evitare di essere bombardato. I mercenari fanno da guardiani e, quando serve, partecipano alle operazioni esterne. Diventano importanti nella campagna d’Africa, a sud della Libia. Il comando libico si serve degli «uomini blu» , i formidabili Tuareg, e i Tabu, altra tribù che vive a cavallo tra le frontiere di molti Paesi della regione. Proprio le spedizioni in Ciad permettono ai servizi libici di crearsi una riserva dove pescare uomini in casi di emergenza. Sempre gli 007 del colonnello coinvolgono, nascondendosi dietro la causa palestinese, estremisti per compiere attentati. Un nome su tutti: Abu Nidal, un sicario per tutte le stagioni.
Il problema, quando «affitti» i guardiani, è che qualcuno possa pagarli meglio. E dunque la fedeltà è a tempo. Poi c’è il rischio che li usino contro di te. Ed è quello che aveva pensato di fare l’intelligence britannica organizzando il «Piano Hilton» . Un’operazione per abbattere Gheddafi con la collaborazione di mercenari europei. Il Colonnello venne salvato dai servizi Usa e italiani. Il dittatore ha tanti nemici ma anche buoni amici. Dipende da cosa ha da offrire.
Guido Olimpio