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 2011  febbraio 20 Domenica calendario

SE L’AZIENDA AIUTA A RISPARMIARE

Da quando lavora alla Tetra Pak Elisa da Spilamberto (Modena), 36 anni, sposata, non si fa più problemi a portare camicie e pantaloni in lavanderia: ha uno sconto tra il 30 e il 40% sul listino del negozio vicino allo stabilimento. Il servizio? «Curato», assicura. La spesa la fa in un negozio che vende prodotti a chilometro zero: fa l’ordine e poi riceve le buste sulla scrivania. Gratis, risparmiando così tra i 5 e gli 8 euro della consegna. Per andare al lavoro fa car pooling: anziché un pieno ogni due settimane che le costa 50 euro, ne fa uno al mese. La macchina la ha comprata scegliendone una tra quelle dei dirigenti che a fine leasing possono essere riscattate dai lavoratori: rispetto alla quotazione di Quattroruote ha risparmiato 3mila euro. Dal parrucchiere va una volta ogni due mesi e invece dei 114 euro che spendeva prima, adesso ne spende 80. Ha eliminato l’abbonamento della palestra che le costava 120 euro al mese perché va in pausa pranzo in quella aziendale, gratuita. Tra i pacchetti di benefit della Tetra Pak Elisa ha scelto quello per la copertura delle spese sanitarie: così le sono stati rimborsati tra dentista, esami, visite specialistiche, occhiali, lenti 1.752 euro. L’elenco è lungo ma per citare una voce ancora, l’ultimo acquisto che ha fatto è l’iPad: la sua azienda dà un bonus di 300 euro ogni 3 anni per l’innovazione e consente di poter rateizzare spese fino a un massimo di 3.300 euro per prodotti tecnologici. Con l’addebito sulla busta paga, senza tassi di interesse. Se ci fermiamo qui il risparmio annuo per Elisa supera ottomila euro. È il welfare privato del dopo crisi quando, spinte dai pochi euro in circolazione e dalle indagini di clima, le aziende si sono ingegnate per aumentare il potere d’acquisto dei dipendenti. Con convenzioni, sconti, servizi: via libera alla fantasia.

La differenza rispetto al passato è che una volta si diceva welfare aziendale e si pensava solo ai grandi nomi: da Luxottica a Tod’s, da Ferrari a Edison, da Intesa Sanpaolo a Lavazza. Adesso, invece, come spiega Francesco Perrini, che dirige il Cresv della Bocconi, «ci sono anche piccolissime realtà che fanno welfare». Perché? «Nelle imprese si è presa coscienza con forza dei benefici non direttamente monetari dei lavoratori. E questo accade nelle grandi che stanno sfruttando al massimo il potenziale dei servizi come nelle piccole. È una precisa strategia che da un beneficio intangibile porta alla creazione di maggiore produttività». I pacchetti di "aiuti" «di fatto sostituiscono una parte dell’incentivo monetario, ma creano maggior valore perché fidelizzano e smussano i conflitti».

Il welfare privato sfida la crisi, come ha dimostrato il rapporto annuale "Il lavoro a Milano" di Assolombarda. Il vantaggio per i lavoratori c’è. Un’analisi di Federconsumatori per Adecco, che ha lanciato in questi giorni Adecco life (vedi articoli sotto), emerge infatti che a seconda delle convenzioni e dei servizi sfruttati dal dipendente su una spesa di 29.820 euro – dagli alimentari alle comunicazioni – un lavoratore può risparmiare tra 565 e 3.600 euro. Dopo un biennio difficile «che ha visto una forte riduzione del potere di acquisto rispetto agli anni precedenti – dice Federico Vione, ad dell’agenzia del lavoro – con Adecco Life vogliamo essere al fianco del lavoratore in ogni momento della sua vita, garantendogli strumenti per determinare la propria continuità professionale, vantaggi specifici per la sfera privata e benefici concreti per l’economia familiare».

Ma come si mette in piedi una rete di servizi e sconti? Qualche settimana fa (si veda Il Sole 24 Ore del 4 febbraio 2011) un gruppo di grandi aziende, tra cui Edison, Wind, Mediaset, De Agostini, Martini & Rossi, Merck Serono, Telecom Italia, Intesa Sanpaolo, Skf, Lavazza coordinate da Eudaimon ha creato una piattaforma, Iep, su cui condividere servizi e prodotti a un prezzo scontato per i rispettivi dipendenti. Ma ci sono anche altre opzioni. Federico Isenburg nel 2007 ha creato una società che si chiama Muoversi e che oggi ha una divisione dedicata al welfare. «Il nuovo contesto economico non consente più di giocare sulla leva retributiva per aumentare la soddisfazione dei dipendenti, pressati dall’aumento del costo della vita e dalla difficoltà di gestire gli impegni familiari abbiamo ritagliato un’offerta sulle effettive necessità dell’azienda», dice Isenburg. Oggi ai servizi accedono 350mila utenze e le aziende sono circa 80, da Tetrapack a Corepla, da Eli Lilly a Condé Nast. Cristina Lippi, direttore hr di Condé Nast spiega che «il miglioramento del potere d’acquisto dei dipendenti è stata una valutazione forte così come l’attenzione nei loro confronti per rafforzare il senso di appartenenza. Siamo partiti con la proposta di un abbonamento dei mezzi pubblici a un prezzo scontato a cui si è aggiunta l’ecospesa. A breve offriremo convenzioni con banche, agenzie di viaggio, cooperative di colf, baby sitter e badanti e altri servizi che consentono un risparmio tra il 10 e il 30%». Gianmaurizio Cazzarolli, direttore hr di Tetra Pak, racconta che «le radici nordiche della nostra azienda ci hanno sempre fatto essere attenti al welfare. Negli ultimi due anni, però, oltre ai consueti benefit, abbiamo deciso di offrire ai dipendenti servizi e sconti che aumentino il loro potere di acquisto». Roberto Pedrina a capo delle risorse umane della multinazionale Eli Lilly spiega che la farmaceutica ha seguito tre filoni. Il primo ha portato a individuare «una strategia per aumentare il potere di acquisto con benefit che godono di un regime fiscale privilegiato: dal centro estivo per i figli alla polizza sanitaria». Il secondo è la flessibilità per cui «diamo ai lavoratori la possibilità di scegliersi il benefit che ha il maggiore impatto sull’economia familiare». Infine il terzo riguarda «la salute e prevede il check up annuale a carico dell’azienda». A questo si aggiungono tutte le convenzioni e gli sconti tra il 10 e il 50% concordati con una lista molto lunga di esercizi. Scelti ascoltando i lavoratori.